Il generale Antimafia mette a nudo la battaglia per difendere lo Stato. Le mafie hanno il controllo di settori vitali dell'economia e cercano di infiltrare le istituzioni.
L’uomo che ha braccato Matteo Messina Denaro non cerca di addolcire la realtà. Le mafie sono preparate, hanno studiato, posseggono una visione delle cose ed una strategia per realizzare i loro piani. Hanno infiltrato lo Stato ed hanno puntato ai livelli più alti: quelli degli “organi di governo di rilievo costituzionale”. In pratica: Camera, Senato e Governo. Concetti espressi senza giri di parole dal generale Pasquale Angelosanto, comandante del Ros dei carabinieri. Lo ha detto nel corso della sua lectio magistralis tenuta questa mattina all’università di Cassino e del Lazio meridionale.
Le mafie nello Stato
Niente coppola, niente lupara. La mafia di oggi ha studiato. Conosce il Diritto, conosce l’Economia e la Finanza: sa come agire, dove colpire, cosa fare. È uno Stato dentro lo Stato. Che cerca di infiltrare lo Stato. “Numerose indagini hanno evidenziato come le mafie hanno già da tempo travalicato il ristretto ambito locale, elaborando complesse strategie volte a garantirsi il progressivo inserimento di propri affiliati all’interno di organi di governo di rilievo costituzionale“.
Al centro di tutto c’è il denaro. Alle mafie interessa quello. Individua i centri vitali dai quali passano i loro interessi. E li fanno propri. “La complessiva attività di infiltrazione delle mafie – ha osservato Angelosanto – ha alterato le procedure d’appalto, delle licenze, delle autorizzazioni. Cosa che ha consentito alle organizzazioni criminali di acquisire una posizione dominante negli ambiti di suo interesse“.
Il salto di qualità c’è stato da tempo. Le mafie non puntano solo all’economia criminale sviluppata dalla droga, dalle estorsioni, dall’usura. Ora puntano all’economia legale. Ci sono state infiltrazioni anche a livello di “interessi strutturali strategici, consentendo alle mafie di penetrare in numerosi settori dell’economia legale. Ad esempio nel settore della logistica, della ristorazione, del gioco d’azzardo on line, ai servizi per l’accoglienza e l’assistenza ai migranti“.
Le mafie lungimiranti
È un cancro l’infiltrazione delle mafie nell’economia legale. Perché chi lavora in modo onesto non riesce a reggere il passo di una concorrenza che non paga le tasse, non rispetta le regole, spesso ottiene corsie preferenziali. E questo “gli ha consentito di alterare il mercato delle imprese e del lavoro. E di controllare intere filiere dell’economia come quella agroalimentare, della raccolta dei rifiuti, della green economy“. Questo ha consentito a cosche, clan e ‘ndrine , “l’acquisizione di posizioni dominanti e di monopolio“.
Ma non ci sono riuscite per caso. Non ci sono riuscite solo con la violenza e la prepotenza. Perché le mafie di oggi vanno all’università, studiano, prendono il master. Il generale Angelosanto ha spiegato che “le indagini rivelano la lungimiranza delle organizzazioni mafiose nella loro attività di infiltrazione, la loro capacità di pianificare, la loro visione strategica”.
Hanno già messo in agenda il Pnrr: “Le mafie si stanno muovendo con i loro progetti. Le intercettazioni effettuate nel 2002 – ha spiegato il generale – hanno rivelato che le mafie reggine erano a conoscenza delle strategie dello Stato e si sono mosse di conseguenza per realizzare i loro interessi nelle società partecipate“.
L’asse tra politica e mafia
Le mafie puntano a smettere di pagare tangenti alla politica: vogliono fare loro stesse la politica. “L’asse tra politica e mafie è emerso da numerose indagini. Esemplare è il caso della ‘ndrangheta i cui legami con la politica sono emersi sia nel Lazio che nella Calabria e la Lombardia“: il comandante del Ros Carabinieri ha citato i numerosi casi di amministrazioni comunali sciolte per infiltrazioni mafiose: 13 nel corso dell’anno 2021, altre 11 nel 2022 e già 1 nel 2023.
La criminalità organizzata si vuole infiltrare direttamente con un proprio candidato alle elezioni. Ma c’è di peggio. “Dall’attività di condizionamento non sono escluse le forze di polizia – ha avvertito il generale Angelosanto – in quanto le mafie sono interessate alla conoscenza delle mosse del loro nemico, rappresentato in questo caso dalle forze di polizia, dalla magistratura e dalle forze di sicurezza“.
Vogliono sapere, conoscere in anticipo, capire per schivare, continuare a fare i loro affari. Da vero Stato nello Stato. Sono i territori e le loro amministrazioni a poter fare da argine, ha spiegato Pasquale Angelosanto. L’ufficiale è nato a pochi chilometri da Cassino: Sant’Elia Fiumerapido, suo fratello Roberto è sindaco del paese. Ribadisce un concetto: lo Stato c’è ed è uno soltanto.