Latina dei sindaci narcisi e dei bimbi abbandonati

L'inutile dibattito sui finanziamenti persi. Inutile perché basato sul narcisismo e non sul futuro della città

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Si piacciono i politici di Latina. Si trovano belli e quando hanno dubbi dicono che è più brutto l’altro. Mettiamo in fila i due leader del consiglio comunale: da un lato Vincenzo Zaccheo che conta su una esperenziale bellezza, dall’altro Damiano Coletta che conta su una bellezza che sta nelle regole, ma in quelle dei canoni di Fidia. 

Quando parlano, dietro c’è sempre un “sono meglio io“; poi ciascuno ci mette dentro il meglio che sente. 

Damiano Coletta

Si perdono i finanziamenti per le scuole? Da un lato c’è l’accusa “io avrei fatto meglio“, dall’altro la difesa “ma lui aveva già fatto peggio“. Mancano, nell’accusa e nella difesa i bambini, una parola sui bambini, sui genitori sugli insegnanti. (Leggi qui Quei fondi per le scuole perduti: se io sono mulo tu sei asino).

Ci sono i narcisi ma manca, tristemente, la città con le persone in carne ed ossa. I bambini che sono terreno di scontro di anziani, non risorsa di domani. La città è vittima di una personalizzazione dei valori: non si è di sinistra o di destra, ma civicamente di Coletta o di Zaccheo. Cambia il capo non la prassi, non i valori.

I valori?

Ma quali valori ha questa città? Se dobbiamo scegliere tra la metropolitana, sia pur leggera, e sistemare le scuole cosa scegliamo? Cosa viene per primo e cosa per secondo? Se dobbiamo sistemare teatro, biblioteca, garage Ruspi come centro convegni come li mettiamo in fila? (Leggi qui: La città che finisce un lavoro pubblico manco a pagarlo oro).

Vincenzo Zaccheo

La politica è diversa dal tifo, il tifo non ha ragioni nelle passioni, la politica ha passione nella ragione.

Oggi a ruoli invertiti: Zaccheo sindaco e Coletta stopper avremmo la stessa discussione con il medesimo finanziamento per le scuole perso. Il narcisismo non ha quello di prima o quello di dopo ma è quello di sempre.

Il comune di Latina è come le mani di Re Mida: trasforma in narcisismo tutto quello che tocca e tutto ciò che tocca diventa inutile. 

C’è un vecchio gioco di parole da osteria in cui uno dice al narciso: “sei bello Fofò…” e lui risponde “si lo sò“. Mettete il nome che volete al posto di Fofò funziona sempre.