Le correnti della Dc e le faide interne dei Cinque Stelle

La Balena Bianca faceva crescere “cavalli di razza” che portavano il Paese nel benessere. Nel Movimento di Beppe Grillo siamo al “tutti contro tutti” e non si riesce a capire dove si vuole arrivare. Intanto Chiara Appendino potrebbe affiancare Luigi Di Maio.

Niente a che vedere con le “correnti” della Balena Bianca. Quelle erano delle avanguardie culturali e politiche, nelle quali crescevano i “cavalli di razza” come Aldo Moro e Amintore Fanfani. Ma anche Arnaldo Forlani,  Ciriaco De Mita, Benigno Zaccagnini, Mino Martinazzoli. Per non parlare di gente come Francesco Cossiga e Giulio Andreotti.

Luigi Berlinguer e Aldo Moro si stringono la mano Foto ©LaPresse Archivio Storico

La Democrazia Cristiana portò l’Italia in Occidente, favorendo il boom economico e garantendo Governi all’altezza della situazione in un momento storico nel quale in Italia c’era il più grande e forte Partito Comunista dell’Occidente. Fu coniata la formula del compromesso storico, finita poi con il barbaro assassinio di Aldo Moro. Ma le correnti della Dc servivano a tenere insieme il Paese, tutto il Paese.

Quanto sta avvenendo oggi nel Movimento Cinque Stelle non ha alcun tipo di carattere o forma istituzionale. C’è un capo politico, Luigi Di Maio, che resiste da un anno e mezzo pur avendo inanellato una serie incredibile di sconfitte elettorali e politiche. Ha una schiera agguerrita di fedelissimi. Quindi ci sono tutti gli altri: il fondatore Beppe Grillo non vuole sfiduciarlo ma arginarlo, Davide Casaleggio non lo ama politicamente, Alessandro Di Battista oscilla tra la contrapposizione e la mano tesa. Paola Taverna e Roberta Lombardi vorrebbero archiviare la stagione di Di Maio capo politico. Ma hanno bisogno di un sostegno forte.

Il presidente della Camera Roberto Fico getta il sasso e nasconde la mano. L’ultimora è che la sindaca di Torino Chiara Appendino potrebbe affiancare Di Maio in una specie di “ticket” al vertice. O di coabitazione.

Luigi Di Maio con Davide Casaleggio © Imagoeconomica, Sergio Oliverio

Dal 13 al 15 marzo ci saranno gli stati generali del Movimento Cinque Stelle. Ma fino ad allora cosa succederà? Se in Emilia Romagna si registrerà l’ennesimo flop (sotto il 10%), il Movimento sarà in grado di reggere l’urto?

Intanto però Luigi Di Maio si arrocca ancora di più: nessuna concessione su temi come la prescrizione, avanti tutta su espulsioni e lettere di richiamo ai parlamentari. Così, per esasperare ancora di più gli animi.

Agli “avventurieri” che accostano le correnti Dc alle faide dei Cinque Stelle andrebbero solo ricordati i risultati di Governo ottenuti dalla Balena Bianca. E quelli dei pentastellati.