
La doppia narrazione sulla serata di lunedì. Sulle parole pronunciate da Fabio Tagliaferri. E riferite al sindaco di Frosinone Mastrangeli della cui giunta fa parte. La versione di Tagliaferri. I tre scenari plausibili
Questione di sfumature. E di veleni. Le parole sono più o meno le stesse. Ma la sostanza è diversa. Molto diversa. Quale sia la versione reale lo sanno solo i presenti: inutile chiedere ai protagonisti l’interpretazione ‘autentica‘, ciascuno conferma come vera la sua.
Tutto parte da alcune frasi, tre in particolare: che il commissario di Fratelli d’Italia Fabio Tagliaferri avrebbe pronunciato a Cassino nel corso del tavolo dell’alternativa chiamato a proporre un progetto ed un candidato di centrodestra da contrapporre al sindaco Dem uscente Enzo Salera. Un tavolo che lunedì sera al termine della riunione è stato sostituito da tre tavolini. (Leggi qui: Le opposizioni si fanno in tre: Salera stira la fascia bis).
Le frasi incriminate

Nel corso di quel tavolo, Fabio Tagliaferri avrebbe detto con tono sprezzante «Io non faccio mica le primarie finte che a Frosinone ha fatto Riccardo Mastrangeli». Il riferimento è la fatto che sia Mastrangeli che il suo predecessore Nicola Ottaviani (due volte) sono stati scelti con le Primarie: in verità piuttosto light e con avversari abbastanza evanescenti sul piano della consistenza politica.
«Guardate dove lo hanno portato, le sue primarie finte», avrebbe detto l’assessore del capoluogo mandato a pacificare FdI a Cassino. In questo caso il riferimento è alle difficoltà di equilibrio che sta incontrando il sindaco del capoluogo: quattro Consiglieri non gli hanno rinnovato la fiducia.
«Per me potete andare tranquillamente a riferirglielo» avrebbe concluso Tagliaferri, riferendosi al suo sindaco: civico indicato dalla Lega. Ed a dirglielo ci sono andati: la sera stessa c’è chi ha sollevato il telefono e chiamato a Frosinone ragguagliando il primo cittadino.
La versione di Tagliaferri

Benedetto Leone, che era presente alla riunione nella quale il centrodestra di Cassino lunedì è finito in frantumi, non vuole alimentare polemiche. Ma «Non posso negare che qualcosa del genere è stato detto».
«I temi erano quelli. Le parole erano quasi quelle. La sostanza non era quella» dice l’assessore Fabio Tagliaferri. La sua chiave di lettura è differente.
«Ai civici di Benedetto Leone e Giuseppe Sebastianelli ho detto di non essere disposto a partecipare a primarie che rischiano di non risolvere i problemi. E di non essere la panacea di tutti i mali politici futuri. Come dimostrano le difficoltà che in questi giorni sta incontrando in questi giorni l’amministrazione di cui lealmente faccio parte. E se pensassero che mi sto inventando qualcosa, li ho invitati a chiedere al sindaco Mastrangeli di raccontare cosa sta affrontando in queste settimane».
Ciò che resta della notte

Ciò che resta della riunione di lunedì sera è un clima di ostilità verso una grande coalizione unitaria nella quale concentrare tutti gli avversari di Enzo Salera ed il suo centrosinistra. I tre tavolini nei quali si è scisso ciò che doveva essere il Tavolo dell’Alternativa hanno in comune un obiettivo: a nessuno di loro né conviene né interessa che Fratelli d’Italia assuma la guida del centrodestra. Il che è legittimo.
Gli scenari che possono generarsi a questo punto sono più di uno. Il primo ed il più probabile: Fabio Tagliaferri allestirà una coalizione politica, cucita sullo stesso modello di quella che ha portato Francesco Rocca a vincere le Regionali di febbraio. La grande incognita è la partita che giocherà la Lega all’interno di questo eventuale scenario: potrebbe decidere di non starci ma di aggregarsi con i civici. Il che avrebbe ripercussioni a cascata su tutti gli altri tavoli delle prossime Comunali in provincia di Frosinone. E considerata l’investitura nazionale di Fabio Tagliaferri la lacerazione potrebbe avere dimensioni più importanti.
Il secondo scenario è quello che vede i civici di Leone tenere davvero, come annunciato, le Primarie per scegliere il candidato sindaco schierando Giuseppe Sebastianelli e Laura Borraccio. La variabile è l’eventuale appoggio della Lega.
Il terzo è quello con il colpo di scena: l’individuazione di un candidato dall’indubbio spessore, il Maradona tanto auspicato. Ma schierato dalla Lega e dai Civici. tentando di isolare Fratelli d’Italia e Forza Italia.