Il J’Accuse di Palombo: si dimette e punta il dito su Zicchieri e Gerardi

Foto: © Michele Di Lonardo

Le rumorose dimissioni di Carmelo Palombo da Coordinatore Provinciale della Lega. Le accuse agli onorevoli Zicchieri e Gerardi. I nomi di chi gli ordinò di far cadere D'Alessandro. E di chi ha mandato in tilt le trattative.

Carmelo Palombo se ne va. Scende dal Carroccio nel momento in cui la Lega è al Governo, si appresta ad affrontare le Europee con il vento in poppa, mette in conto la scalata al Campidoglio ed alla Pisana. Si è dimesso da Coordinatore Provinciale del Partito, rinunciando a candidature e incarichi. Ma si è tolto la soddisfazione di raccontare le cose come stanno.

Rivela chi gli ordinò di far cadere l’amministrazione di centrodestra che governava Cassino, la seconda città della Provincia di Frosinone. Chi ha condizionato così il risultato delle Provinciali facendo mancare i potentissimi voti ponderati di un Comune con oltre 30mila abitanti. Racconta soprattutto chi gli fece mandare all’aria l’intesa appena raggiunta e che assegnava alla Lega praticamente tutto pur di non staccare la spina al sindaco Carlo Maria D’Alessandro. E punta il dito sulle trattative che hanno portato la Lega a schierarsi sul nome di Mario Abbruzzese.

Le dimissioni sono indirizzate al Coordinatore Regionale Francesco Zicchieri e per conoscenza anche al Segretario Federale Matteo Salvini.

Entrato quando Salvini era nessuno

Nella premessa il dottor Carmelo Palombo ricorda di avere aderito al progetto politico di Matteo Salvini già dal 2016 candidandosi alle elezioni Comunali di Cassino. Fu il primo ad essere eletto in provincia di Frosinone con la Lista Noi con Salvini. Riuscì a portare in Consiglio Comunale due persone: Robertino Marsella e Claudio Monticchio.

A quel tempo il Coordinatore delle Province del Lazio era Umberto Fusco. Fu lui ad ordinargli di dimettersi da consigliere comunale per assumere la carica di Vice-Sindaco a Cassino. 

La stessa carica alla quale – ricorda – ha rinunciato il 26 aprile 2018 aprendo la lunga agonia politica dell’amministrazione D’Alessandro. Lo fece «per mantenere fede con coerenza la linea politica scelta dal Partito a livello regionale: linea di  rottura intransigente con l’amministrazione guidata da Forza Italia su temi come la mancata condivisione e trasparenza amministrativa».

Proprio per coerenza politica, ricorda di avere sempre respinto le offerte del sindaco che gli proponeva di riprendersi la fascia e superare la rottura.

Zicchieri e Gerardi contro Cassino

Carmelo Palombo parla di imposizioni. Di strategie decise e calate dall’alto. «Troppe scelte sono state operate nel totale disprezzo dell’autonomia dei territori sia della Provincia di Frosinone che del Comune di Cassino».

Tante e tali da rendere «la mia permanenza nella carica di commissario della Lega della provincia di Frosinone del tutto  inutile».

Indica nomi e cognomi. E motiva le sue dimissioni da coordinatore provinciale «Alla luce dei comportamenti assunti sia dal Commissario regionale della Lega onorevole Francesco Zicchieri che dell’onorevole Francesca Gerardi nei miei confronti, improntati alla totale mancanza di rispetto e considerazione sia personale che politica».

Spiega di andare via per sottrarsi ad una Lega «troppo condizionata da persone che non pensano al bene della collettività ma solo a quello proprio».

E rivela chi gli ordinò di far cadere l’amministrazione D’Alessandro. Spiegando che solo «per spirito di servizio e di Partito non ho ritenuto opportuno disobbedire all’ordine perentorio del Commissario regionale nell’abbattere una amministrazione di centrodestra a guida Abbruzzese -D’Alessandro di Cassino».

Insomma: fu Francesco Zicchieri a dirgli di non accettare la soluzione individuata per salvare il centrodestra e ad ordinargli di far dimettere tutti.

Hanno emarginato Cassino

Nel prendere cappello e scendere dal Carroccio Carmelo Palombo rivela di essere stato «quotidianamente essere mortificato da scelte calate dall’alto e che non hanno portato benefici alla Lega».

La cosa più grave è che Palombo denuncia la progressiva opera di emarginazione della Provincia di Frosinone. Come se Francesco Zicchieri e Claudio Durigon avessero deciso di trasformarla in una colonia di Latina. Per continuare a prendere i voti con cui essere eletti. Ma non dare nulla.

«È un dato di fatto che  la nostra provincia  sia stata emarginata dal contesto regionale. Purtroppo,  non sono riuscito a fermare questa opera di delegittimazione ed emarginazione: infatti nessun nostro dirigente siede nel Direttivo regionale, nonostante avessi più volte richiesto una nostra presenza».

Non hanno fatto nulla

C’è di più. nelle tre pagine abbondanti nelle quali motiva le sue dimissioni, Carmelo Palombo accusa di parlamentari leghisti eletti in provincia di Frosinone di non avere portato «alcuna risposta al territorio. Nonostante mie numerose sollecitazioni non ho mai avuto la possibilità di organizzare sul nostro territorio un evento nel quale far incontrare i nostri  Ministri e sottosegretari con il territorio».

Non basta. Il coordinatore dimissionario rivela che gli era stato «interdetto poter rappresentare le esigenze di un territorio che necessiterebbe di una diversa attenzione direttamente presso gli uomini di Governo della Lega».

Hanno fatto saltare le trattative

Le trattative con cui individuare il candidato sindaco di Cassino hanno avuto un andamento epilettico. A tratti sono apparse un caso psichiatrico. Ora rivela Carmelo Palombo «non posso consentire che un’onorevole della Lega venga nella mia città esautorandomi da trattative per l’individuazione del candidato sindaco, distruggendo tutto il lavoro svolto e conducendo la Lega di Cassino verso il disastro, regalandola a personaggi di Forza Italia».

Il riferimento è all’onorevole Francesca Gerardi, inviata a Cassino esautorandolo. Senza nemmeno dirglielo. Senza che ci fosse un atto con cui sollevarlo dal suo incarico.

Rivela poi il clima di intrighi e pettegolezzi costruito in poco tempo per scavargli l terreno sotto i piedi. Palombo lancia un’accusa severa: «nella Lega del Lazio, la delazione è l’arma di lotta politica quotidiana, questo sistema è alimentato da chi invece di costruire sul territorio una classe politica pensante pensa di costruire un esercito di signorsì».

E poi: «mi dimetto perché dal Commissario regionale abbiamo avuto solo confusione sulla linea politica da seguire su Cassino: mai con Forza Italia di Abbruzzese, poi di nuovo andate insieme, poi ancora mai con Forza Italia, fino a capitolare e sostenere la stessa amministrazione con gli stessi personaggi che abbiamo fatto cadere e addirittura oggi sostenere il candidato sindaco nella persona di Mario Abbruzzese, ritenuto il male assoluto, soprattutto dagli Onorevoli Zicchieri e Gerardi. Un comportamento nella totale ambiguità che ha disorientato i nostri elettori e simpatizzanti».

Strappate le radici

Carmelo Palombo parla di scelte costantemente osteggiate e logorate, delegittimando il lavoro fatto in città.

Racconta di avere proposto il passaggio ad un modello di organizzazione più radicata ed efficiente: aveva proposto di suddividere il territorio in 4 collegi e nominare 4 segretari circoscrizionali e due vice segretari.

Gli è stato impedito. Da chi? «Mi è stato impedito di procedere dal Commissario regionale». Cioè da Francesco Zicchieri.

Rivela che più volte il deputato e la sua collega Francesca Gerardi si siano rifiutati di andare nella sezione di Cassino per un confronto con gli iscritti e con il direttivo.

«Questo non è la Lega che pensavo, non è la lega che funziona nel Nord, questo è diventato nel Lazio un contenitore dove non vige uno statuto, un regolamento ma il principio del “comando solo io”».

Non li ho difesi

Fa un’autocritica il coordinatore provinciale dimissionario. Esprime profondo dispiacere «per essere riuscito a tutelare quegli amici che si sono battuti nella passata campagna elettorale per le Regionali e che sono stati ingiustamente emarginati ed accantonati dal Partito».

Fa i nomi di Alessia Savo, l’ex sindaco di Torrice che è stata la candidata della Lega più votata alle scorse regionali in tutto il Lazio, ma non è stata eletta perché il seggio è scattato a Latina. E fa il nome dell’ex sindaco di Roccasecca ed ex consigliere provinciale Antonio Abate. Indica l’ex coordinatore Fabio Forte che aveva strutturato da zero il Partito. E l’ex vice presidente della Provincia Andrea Amata che per aderire alla Lega aveva rinunciato alla fascia in Giunta. 

Nemmeno il candidato alle Europee

E poi l’ulteriore beffa: con il candidato alle Europee che è stato scelto a Latina lasciando a piedi Frosinone. «Mi dimetto – spiega ancora Palombo – perché ancora una volta per la nostra provincia non è stata nemmeno presa in considerazione una candidatura autorevole (con tutto il rispetto e la stima per Maria Veronica Rossi)  per le Europee che potesse rappresentare la Lega e l’intero territorio». 

Senza mezzi termini parla di mancanza di educazione sia da parte del commissario regionale che di qualche deputato del luogo.

Non se ne va. Non dalla Lega. Lascia solo l’incarico da dirigente. Così come ha annunciato nelle settimane scorse il suo predecessore Fabio Forte.

«Ma non lascio il partito, non lascio la Lega e non Lascio Matteo Salvini, questo è un favore che non intendo fare a chi ha determinato questo stato di coseIl mio impegno per la Lega sarà immutato ad iniziare dalla prossima campagna elettorale per le Europee nella quale mi impegnerò per portare quanti più voti possibili al nostro Capitano Matteo Salvini».

La fronda contro Francesco Zicchieri inizia ad aumentare.