Luci di Natale e buio del dialogo, ad Anagni va così

Gli 80mila euro stanziati dalla giunta Natalia per il Natale diventano elemento più che mai divisorio fra maggioranza ed opposizioni. Che hanno entrambe delle pecche.

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

Niente da fare. O guelfi o ghibellini. Montecchi o Capuleti. Romanisti o laziali, se la vogliamo mettere sul piano calcistico. Ad Anagni non c’è verso di provare a gettare uno sguardo che vada più in profondità della bega politica momentanea. Tutto, fatalmente, finisce in zuffa, lite colorita tra le parti. Tifosi che si scagliano l’un contro l’altro i sassi delle proprie ragioni (?) senza sollevare di un millimetro il livello del dibattito. Una conferma? Basta guardare alla polemica che da giorni sta infiammando la scena politica locale. Quella, se non si fosse capito, sugli 80.000 euro stanziati dall’amministrazione comunale per le luminarie di Natale.

DANIELE NATALIA

Non si è fatto in tempo a dirlo, che subito è partito il gioco delle tifoserie avverse. Con le opposizioni (al plurale, perché qui di azione comune, soprattutto dopo l’arrivo di Guglielmo Vecchi, non c’è nemmeno l’intenzione) che tuonano contro la spesa immorale. Contro i soldi spesi per le luci che potevano essere usati meglio per l’emergenza covid.

E giù filippiche su quanto sia superficiale combattere la crisi a colpi di palle (illuminate) di Natale.

Dall’altra parte, la maggioranza replica sdegnata. Dicendo che l’opposizione (sempre non tutta insieme) è piena di «livore». Non capisce che quei soldi erano già destinati al capitolo spese natalizie. Soprattutto, non recepisce l’opportunità di valorizzare la città anche dal punto di vista «estetico».

Il Natale di Anagni è al veleno

Tre giorni che si va avanti così. Sarebbe ora di cambiare registro. E di dire alcune cose.

Alla maggioranza, per esempio, si potrebbe dire che:

1- Quello delle polemiche sulle spese per le luci di Natale potrebbe essere l’ultimo dei problemi per la cittadinanza. Perché, se non si è capito, la crisi morde; e potrebbero volerci mesi prima di vedere qualche segno di miglioramenti. Mesi durante i quali i contributi per i commercianti che ne hanno fatto richiesta potrebbero avere la stessa efficacia di un pannicello caldo su una ferita aperta.

Anagni, riunione della Giunta Comunale ai tempi del coronavirus

Non serve a nulla replicare sdegnati alle accuse dell’opposizione. Accuse che si smonterebbero da sole se ci fosse un orizzonte a cui guardare. Orizzonte che invece non c’è. Ha ragione Vecchi, in questo senso: «mi piacerebbe sapere cosa diventerà questa città tra 10-15 anni».

Il problema è che sono pochi in città quelli che (forse) lo sanno davvero. Per dire; è stato approvato recentemente il piano di rigenerazione urbana. Ma manca, al momento, il responsabile del settore. L’architetto Maia, come noto, si è dimesso dopo aver vinto un concorso a Tivoli. (Leggi qui L’ufficio da cui ‘scappano’ tutti. Anche Maia ha mollato).

Per adesso si va avanti a proroghe (l’architetto continuerà a lavorare un giorno alla settimana per Anagni fino al 31 dicembre). Ma dopo? Che si fa? C’è un piano per dare stabilità ad un settore che, oggi più che mai, è decisivo? Boh.

È su questo (per esempio) che dovrebbe rispondere il governo cittadino. Non produrre filippiche sdegnate contro chi protesta per le luci natalizie.

La politica fatta con i profili fake

La seduta del Consiglio Comunale di Anagni

All’opposizione si potrebbe invece dire che:

2- Fino a quando l’esclusiva della denuncia politica ce l’avrà un profilo fake su Facebook non ci sarà possibilità di fare nemmeno il solletico all’amministrazione Natalia. Profilo che porta il nome della protagonista di una soap opera in voga una trentina di anni fa. Poi tutti poi si accodano.

Fino a quando non ci sarà la capacità di passare dalle denunce sdegnate per scelte magari discutibili (il costo delle luci di Natale), ma, come dire, non decisive per la città, ad una reale proposta politica alternativa, le parole sdegnate varranno (forse) per acquisire titoli sulla stampa locale. Tuttavia non per guadagnare voti e consenso.

Voti che, fino a prova contraria, sono quelli che contano in politica. Per dire; nell’ultimo consiglio comunale l’opposizione si è dimostrata una volta di più del tutto slegata. Quello sull’urbanistica sarebbe stato un Consiglio ideale in cui far sentire le proprie parole, per illustrare un modo diverso di immaginare la città. (Leggi qui Ferretti, doppie dimissioni. Vecchi, già voglia di Giunta).

Parole che, con le dovute eccezioni ovviamente, non ci sono state. Ovvio che così passa il messaggio della rassegnazione. E hai voglia, poi, a tuonare contro il costo delle luci di Natale.