Marcucci e Calenda, dove guarda in prospettiva l’area di Antonio Pompeo

Foto: © Imagoeconomica, Alessia Mastropietro

Se entro il 20 luglio non verranno sciolte le Camere, allora le elezioni anticipate non ci saranno. Il Pd e il centrosinistra avranno più tempo per riorganizzarsi. Il presidente della Provincia, che guida l’area che fu di Scalia, sa che gli spazi nella componente di Zingaretti sono ingolfati da De Angelis e Buschini. E allora…

Antonio Pompeo, presidente della Provincia e sindaco di Ferentino (nonché numero uno dell’Upi Lazio) ha un filo diretto con Andrea Marcucci, capogruppo del Pd al Senato. Ma esponente dell’area renziana, la stessa di Luca Lotti e Lorenzo Guerini. In provincia di Frosinone Pompeo guida l’area che fu di Francesco Scalia, ma lo fa in modo diverso. Puntando maggiormente sugli amministratori, anche perché l’altra metà del cielo di quella componente sta ormai con Francesco De Angelis e Mauro Buschini. Parliamo del segretario Domenico Alfieri e dell’ex deputato Nazzareno Pilozzi.

Ma di quella componente di Scalia sono rimasti in diversi: oltre ad Antonio Pompeo, Germano Caperna e diversi sindaci e amministratori locali. Con Matteo Renzi è sempre rimasta anche Valentina Calcagni, che però è in posizione autonoma rispetto a Pompeo. Al quale invece fanno riferimento Alessandra Sardellitti (consigliere provinciale e comunale del Pd) e Norberto Venturi (consigliere comunale).

Il fatto è che l’area di Nicola Zingaretti è già ingolfata in provincia.L’intera componente di Pensare Democratico, quella di De Angelis-Buschini-Battisti, presidia il campo.

Antonio Pompeo, che pure ha sostenuto Zingaretti alle primarie, sa che per lui e la sua area lì non ci sono molti spazi. Da mesi dialoga con Andrea Marcucci e da tempo nella sua area c’è chi guarda alle mosse di Carlo Calenda. Perché nel Pd sono tutti d’accordo, a cominciare da Zingaretti: se ci sono spazi per ampliare il consenso del centrosinistra, senza svuotare il Pd, ben vengano. L’importante è sommare i voti. Se poi una eventuale formazione di Carlo Calenda dovesse intercettare i voti anche del campo di Forza Italia, tanto di guadagnato. L’importante è non sovrapporsi.

Il 20 luglio è il termine ultimo per sciogliere le Camere e andare ad elezioni in autunno. Difficilmente succederà e allora significa che non ci saranno elezioni anticipate. Il Pd e il centrosinistra avranno più tempo per organizzarsi. E anche Antonio Pompeo potrà provare a guardarsi intorno seriamente. Sempre nell’ambito del Pd, sempre nel centrosinistra, ma in una dimensione politicamente più vicina alle sue convinzioni.