Minniti gela Trento a Veroli. Zingaretti: «Penso di farcela». Martina: «Io più a sinistra»

Il Governatore del Lazio a Nemo dice che pensa di riuscire a centrare il 50% alle Primarie. Minniti a Veroli 'gela' subito la prima firma di politica del territorio: "Oggi solo libro, niente congresso". Martina su Rai Tre per rivendicare di essere più a sinistra di tutti

Marco Minniti a Veroli per presentare il suo libro. Nicola Zingaretti in Rai a Nemo per sollecitare la gente ad andare a votare alle Primarie per cambiare il Pd. Maurizio Martina ad Agorà su RaiTre per dimostrare d’essere quello più a sinistra di tutti.

 

Zingaretti: “Penso di farcela”

Il governatore del Lazio per la prima volta dice che potrebbe farcela a centrare il bersaglio del 50% alle Primarie. Un risultato che lo incoronerebbe subito. «Lotterò con tutte le forze per il 51 per cento. Se penso di farcela? Sì».

Lo dice a Nemo in onda stasera su Rai 2, rispondendo a una domanda sul congresso del Pd. Dalle risposte è chiaro ancora una volta che la partita si giocherà tutta nei gazebo, lì dove vota la gente. Se nessuno dei candidati supera il quorum si deve andare in Assemblea Nazionale e lì sono possibili strategie, alleanze, inciuci di ogni genere. Che il governatore del Lazio vuole evitare. (leggi qui Pd, in campo anche Martina. Area Zingaretti teme il ‘biscotto’: “No ad accordicchi”)

Per questo, da Rai2 lancia ancora una volta l’appello. «A fine febbraio ci sono i gazebo e, per
favore, venite a votare perché il Pd va cambiato totalmente». Spiega che «Il segretario va eletto dai cittadini ai gazebo. Io lotterò per essere eletto segretario, ma preferisco sia
eletto un altro piuttosto che andare in assemblea».

 

In onda va il modello Zingaretti: basta insulti all’avversario, niente frecciate, nessuna battuta feroce. A costo di rinunciare a qualcosa nello spettacolo. «Come cambia il Pd? Intanto con i dirigenti che smettono di andare in Tv a parlare male degli altri dirigenti. Io parlo di idee».

Lo tentano subito, servendogli l’occasione su un vassoio d’argento. Domandandogli se non tema che Matteo Renzi voglia ‘fregarlo’ nella corsa alla segreteria Pd. Zingaretti tira fuori una delle sue risate cariche di innocenza e risponde: «Renzi vuole fregarmi? Spero di no».

Altra tentazione: quando gli fanno notare che Maurizio Martina ha presentato la candidatura in una storica sezione Pci. «Se sono stato comunista? Sono stato iscritto federazione giovanile comunista italiana e ne sono fiero. Sono stai parte di una bellissima storia dell’Italia. Il passato bisogna conoscerlo per viverlo nel presente».

 

Manovra buffonata, selfie da Casamonica caduta di stile

Il tono cambia quando arriva il momento di parlare del Governo Conte – Salvini – Di Maio. Zingaretti modifica il tono, si fa affilato. «Ce la facciamo? Se cambiamo la manovra… Oggi c’è stata questa buffonata: dopo giorni, hanno ammesso finalmente che la manovra è sbagliata e che va cambiata e che la colpa è loro e non dell’Europa»

Gli rimproverano di non essersi fatto vedere durante lo sgombero dei Casamonica. Eppure quell’abbattimento è un risultato di Nicola Zingaretti e della Regione Lazio. Perché l’iter per l’acquisizione dell’immobile l’ha fatto partire la Regione a gennaio 2018, perché la delibera per la demolizione del manufatto è della Regione e non del Ministero.

«Perché non c’ero anch’io a farmi i selfie durante lo sgombero dei Casamonica? E’ un problema di stile, io potrei raccontare che stiamo riaprendo a Ostia una palestra tolta alla mafia e una bisca, che lunedì verrà demolita una villa dei Casamonica e il parco di questa villa è stato restituito ai cittadini: bisogna fare le cose perché sono giuste, non per farsi i selfie».

 

Minniti il salvatore

Marco Minniti arriva nel pomeriggio a Veroli. Lo fa per presentare il suo libro “Sicurezza e Libertà”. Giacca scura, camicia azzurra, l’ex ministro dell’Interno si accomoda dietro al tavolo sul palchetto della Galleria La Catena.

Gela subito la prima firma di politica di Ciociaria Oggi, Corrado Trento. «Io oggi sono quei per parlare del libro. E intendo parlare solo di quello. Non strumentalizziamo questo incontro, che vuole essere soltanto culturale». C’è il rischio che debbano portare i sali per rianimare il povero Trento che già pregustava due pagine piene di anticipazioni sul Congresso.

Il pomeriggio trascorre tra il caso della Diciotti ed il diverso modo di interpretare la sicurezza tra Destra e Sinistra, tra chi affronta il problema soltanto come una questione di Pubblica Sicurezza e chi con una logica di inserimento per due mondi che sono destinati a fondersi.

Corrado Trento, che non è di primo pelo, verso la fine una domanda di politica riesce a piazzarla. E Marco Minniti gli concede una mezza risposta: «Così come nel mio libro si parla di salvezza, forse mi avranno chiamato perché cercano qualcuno che salvi la situazione».

Se qualcuno pensa che a Veroli ci sia un covo di renziani – minnitiani però è il caso di considerare un elemento. L’assessore Cristina Verro aveva organizzato l’evento insieme ad Ubik oltre un mese fa, quando la candidatura dell’ex ministro non era affatto sicura. L’incontro rientra in un lungo calendario di eventi culturali che parte già dall’estate.

Nel dubbio, il consigliere provinciale Germano Caperna non s’è fatto trovare in città ed è andato a Madrid. Tornerà per il prossimo incontro Ubik: quello con l’ex premier Paolo Gentiloni.

 

Il compagno Martina

Maurizio Martina l’altro giorno ha scelto una storica sezione Pci per lanciare la sua candidatura. (leggi qui Pd, in campo anche Martina. Area Zingaretti teme il ‘biscotto’: “No ad accordicchi”). Se a qualcuno il messaggio non è stato chiaro, lui lo ribadisce dal set di Agorà su Rai Tre «Io sono più di sinistra di Zingaretti e Minniti, ma non credo che sia questo il tema».

Allora qual è il tema. Potrebbe essere la sua reale ‘distanza’ dal renzismo e quella di Minniti e degli altri candidati al Congresso Pd.«Non ho mai misurato le cose in ragione di una distanza da esperienze che anche io ho contribuito a sviluppare. La questione è come rispondere in forma nuova ai bisogni che abbiamo fuori dalle nostre porte».

 

Dalle file di Zingaretti ascoltano e su Twitter l’assessore zingarettiana di Carpi Stefania Gasparini scrive: “Martina diceva le stesse cose poco più di un anno fa quando era il vice segretario di Matteo Renzi. Ha ragione Zingaretti. Basta gattopardi e trasformisti #Pd #primariePd“.

L’area Zingaretti rilancia le parole usate da Martina ai tempi del precedente Congresso Pd: “Con Renzi un lavoro di squadra, si compie il salto dall’io al noi“. Mettono in evidenza quanto siano simili a quelle usate dall’ex ministro per il lancio della sua candidatura alle prossime primarie.

 

La saggezza di Debora

Maurizio Martina tenta di spegnere subito ogni focolaio di polemica. A margine di uno degli eventi nel pomeriggio risponde. E dice «Io vorrei che ci fosse sempre rispetto  tra tutti noi per l’impegno che promuoviamo per il rinnovamento del  Pd, senza polemiche stupide e senza astio. Lavoriamo insieme per il  successo delle primarie, io sono certo che i nostri iscritti e i  nostri elettori sono più avanti di certe polemiche».

Per lui si mobilita anche Debora Serracchiani. «Il cambiamento che proponiamo con  Martina è fatto di cose e di cuore, non è tattica e non si misura in  base a distanze o vicinanze».

È un chiaro riferimento ai ”gattopardi” rilanciato  dall’area Zingaretti. «Al Governo o nel Partito in molti abbiamo partecipato a una stagione di riformismo che spero nessuno vorrà rinnegare, e lo stesso vale per  gli errori che sono stati commessi. Uno è il Partito, condivisi i  meriti e le colpe: punto e a capo, da qui si ricomincia».

La saggezza delle donne.