Vincenzo Iacovissi, capogruppo consiliare e vicesegretario nazionale del Psi, era e resta una parte indipendente del tutto: il Centrosinistra. Del Pd tende a non condividere «né modi né toni né contenuti». E dialoga con la fibrillante Amministrazione di Centrodestra: «Un'opposizione costruttiva, senza assalti»
Per chi suona la campana, celebre romanzo di Hemingway, prende il nome dai versi dello scrittore e chierico John Donne. «E dunque non chiedere mai per chi suoni la campana. Essa suona per te», scrisse nel suo componimento Nessun uomo è un’isola. Nel senso che ognuno è sempre una parte del tutto, «un pezzo di continente», anche e soprattutto davanti alla morte.
Ma, ora che suona la campanella del rientro in Aula per la politica di Frosinone, restano isolamenti sia in maggioranza che all’opposizione. C’è chi ritiene di essere una parte indipendente del tutto, anche davanti a una potenziale dipartita. Il sindaco Riccardo Mastrangeli scruta allora altri lidi, Civici anziché Politici, per salvare il continente plasmato con il Centrodestra.
Dall’altra parte, invece, il Partito Socialista continua a rivendicare la propria indipendenza dal resto del Centrosinistra: da Partito Democratico e atolli civici. Lo fa «per incomunicabilità», l’impossibilità o la mancata volontà di dialogo, «ma non chiudendo i rapporti». È così da una storica spaccatura della coalizione: quella tra gli ormai riappacificati ex sindaci Domenico Marzi e Michele Marini.
Nel 2012, oltre dieci anni fa, mezzo Pd sostenne la rielezione di Marini mentre il Psi si schierò dalla parte di Marzi. È lo strappo che ha portato anzitempo, rispetto al trend generale, all’avvento del Centrodestra in città. Oggi il Psi continua a fare «opposizione costruttiva alla maggioranza, senza assalti». (Leggi qui Per chi suona la campanella a Frosinone e poi qui La leva di Mastrangeli-Archimede).
L’Isola del garofano rosso
È la linea dettata dal Partito sull’Isola del garofano rosso, dove la campanella suona per Vincenzo Iacovissi: capogruppo consiliare del Partito Socialista, già candidato a sindaco di Frosinone con il Nuovo Centrosinistra, nonché vicesegretario nazionale del Psi. Inoltre, da più di un anno, è presidente della Commissione speciale Area Vasta. Laddove, come accentua Iacovissi, «non ci sono né bandiere né steccati politici».
Iacovissi, allora, intende ringraziare pubblicamente «gli altri commissari» per il dialogo che potrebbe portare alla costruzione della Città intercomunale da oltre 150mila abitanti: il potenziale arcipelago attorno a Frosinone, fatto anche quello di isole sperdute. Un progetto che il Partito Socialista, a partire dal leader Gian Franco Schietroma, ha messo da sempre al primo posto.
Li chiama “Commissari”, anziché “membri di Commissione”, per rendere meglio l’idea del lavoro che svolge con i vicepresidenti Corrado Renzi (Lista per Frosinone) e Alessia Turriziani (Fratelli d’Italia) e gli altri due componenti: Christian Alviani (Lista Ottaviani) e Fabrizio Cristofari (Partito Democratico).
Prototipi di Area Vasta
Quando non sono Commissari, però, tornano ovviamente Politici. E più che Commissari, in fondo, sono degli Ambasciatori. Svolgono «attività di diplomazia» in almeno 7 Comuni circostanti e politicamente variegati: Alatri, Ceccano, Ferentino, Veroli, Torrice, Supino e Patrica. Ascolteranno tutti per concordare una linea d’azione comune a favore dell’Unione dei Comuni: non la paventata fusione tra cittadine bensì lo svolgimento congiunto di servizi intercomunali.
Non è altro che il Grande Capoluogo di Unindustria, nato forse con il nome troppo frusinate, a cui gran parte della Politica chiuse le porte cinque anni fa. Non il Partito Socialista, che della Città intercomunale ne ha fatto il principale punto del proprio programma elettorale. Perché a livello provinciale, in fondo, c’è già una piccola Area Vasta nella Valle di Comino e funziona bene.
Cinque borghi, con una popolazione totale di 7mila abitanti, hanno più o meno lo stesso peso politico e amministrativo di cittadine come Roccasecca, Arpino e Piedimonte San Germano. Come sarebbe per il Frusinate, anziché la sola Frosinone (meno di 45mila abitanti), rispetto a Città capoluogo come Ravenna e Livorno: con una popolazione superiore a Latina, Monza e Cagliari. (Leggi qui Progetto Grande Capoluogo: ripartono le trattative).
Campanella per i Socialisti
Consigliere Iacovissi, sta per suonare la campanella. Come rientrerà la Politica dalla vacanza?
«La ripresa delle attività sarà certamente caratterizzata dai temi che riguardano la mobilità cittadina: il piano urbano del traffico e il piano della mobilità sostenibile. Per me, intanto, è motivo di soddisfazione aver appreso che si procede a una revisione della pista ciclabile su via Puccini e via Fontana Unica. Qualche mese fa, nel question time, proposi il restringimento della carreggiata e sono contento che ci sia stato un ripensamento. Non proposi l’eliminazione totale solo perché era un progetto già in itinere, ma ritengo che dovesse essere realizzata in altre parti della città per non congestionare il traffico».
In Consiglio Pd e Psi sono come vecchi amici che non si parlano quasi più. Sono due isole così distanti?
«Noi, come Gruppo e Partito, abbiamo assunto una linea di opposizione molto costruttiva sui temi. Non la facciamo fine a sé stessa, ma cerchiamo di studiarci le tematiche e avanzare anche proposte e soluzioni. Avendo avuto in passato responsabilità di direzione politica del partito, sia a livello comunale che provinciale, credo molto nel rispetto dei ruoli e nella necessità che tra partito ed eletti vi sia omogeneità di azione. Quindi, nella mia veste di consigliere comunale, cerco di rappresentare al meglio le istanze che provengono dal Partito oltre che ovviamente dai cittadini».
Lei è anche vicepresidente nazionale del Partito Socialista. Perché si sente una parte indipendente del tutto?
«Perché i rapporti con il Partito Democratico subiscono fasi alterne e c’è la tendenza a non favorire il coinvolgimento. Noi abbiamo dato anche una disponibilità a partecipare alle ultime Elezioni Politiche nell’ambito della lista promossa dal Pd. Alle Regionali abbiamo anche composto una lista a sostegno del candidato presidente espresso dal Pd. Ogni volta, però, il nostro sostegno non si traduce in un coinvolgimento politico e nella volontà di creare una coalizione ci veda protagonisti».
Eccezioni all’incomunicabilità
In Consiglio comunale non una ma più Opposizioni. Com’è la situazione?
«A Frosinone, purtroppo, scontiamo un’assenza di dialogo che perdura ormai da oltre dieci anni. Da quel reset, da quel trauma, il Centrosinistra non ha purtroppo avuto la capacità di riprendersi. C’è una condizione di incomunicabilità, ma non vuol dire che siano assenti i rapporti personali. Noi siamo una forza d’opposizione, di Sinistra, e abbiamo proposto un nuovo Centrosinistra agli elettori. Rappresentiamo le nostre istanze».
La maggioranza è nata e resta fibrillante. Lei come la vede?
«Reputo solo significativo che a un anno di distanza ci siano già queste fibrillazioni in maggioranza. Non è una questione che riguarda il nostro campo. Noi continueremo a portare le nostre proposte in Consiglio comunale come forza di opposizione. Guardiamo a quegli eventi con rispetto e la dovuta attenzione. Cerchiamo anche di capire quali possano essere le evoluzioni. Non reputo che possa esserci una crisi, ma non è una questione che mi riguarda. Noi facciamo il nostro percorso in completa autonomia, senza assalti».
Si riferisce agli assalti dopo il “Caso Cinaglia”? (Leggi qui Il fantasma che agita Frosinone)
«Qualche mese fa, come altri gruppi di minoranza, il Psi non ha condiviso un comunicato stampa promosso dal Pd e dalla Lista Marzi perché non condivideva né i modi né i toni né i contenuti di quella specifica iniziativa di opposizione. Ho consultato come sempre i vertici del Partito e abbiamo deciso di non aderire perché impostiamo la nostra azione politica sulla base di altri criteri. Noi aderiamo soltanto laddove siamo convinti della bontà di un’iniziativa. Nella Commissione Pubblica Istruzione, ad esempio, collaboro con il capogruppo del Pd Angelo Pizzutelli. Portiamo avanti iniziative comuni come il contrasto alla chiusura degli asili nido».
Area Vasta e Vastissima
Lei presiede la Commissione speciale Area Vasta. Ci sono anche lì steccati politici?
«No, anzi. Il lavoro sta andando avanti molto bene e voglio ringraziare pubblicamente tutti i commissari. Stanno dando prova di grande disponibilità e dedizione a un argomento che è centrale per il futuro della città e dell’intero territorio. Abbiamo già svolto audizioni con diversi Comuni e ne faremo altre nei mesi autunnali. L’obiettivo è arrivare in tempi ragionevoli a un protocollo d’intesa con coloro che vorranno aderire con varie forme di collaborazione».
Alle spalle tanti campanilismi e cavalli di battaglia elettorali. È la volta buona per la Città intercomunale del Frusinate?
«Ovviamente, tocchiamo ferro. È un dato di fatto, però, che ci sia una disponibilità evidente da parte del Comune di Frosinone e degli altri che si stanno coinvolgendo. Tutto, però, va calato dalla volontà politica alla situazione pratica. Nessuno dei commissari indossa una casacca di Partito all’interno della Commissione. Ci sono finalmente i primi presupposti per intrecciare dialoghi in maniera graduale. Io, personalmente, auspico l’istituzione di una vera e propria Unione dei Comuni: una Città intercomunale di oltre 150mila abitanti. Chiaro che, tra il breve e il lungo periodo, ce ne sia uno medio. È una fase di grande diplomazia».
Dall’Area Vasta a quella Vastissima: Ciociaria e Pontino. Ogni Provincia, però, continua a farsi gli Stati Generali suoi. Che ne pensa del Basso Lazio unito? (Leggi qui Tiero pronto a partecipare agli Stati generali di Di Stefano).
«Credo fortemente nelle potenzialità del Basso Lazio, inteso come area geografica di aggregazione politica. Il grande errore, da sempre commesso, è ragione nell’ottica della contrapposizione. Nell’era della globalizzazione e delle grandi distanze, invece, pensare al “piccolo” rischia di non essere positivo per lo sviluppo globale. Il Basso Lazio ha grandi potenzialità e dovremmo fare sistema. I collegi elettorali tengono ormai a considerare Frosinone e Latina come una cosa sola. C’è un interscambio naturale tra queste due province. Credo che sia arrivato davvero il momento di ragionare senza campanilismi e steccati politici».