Ora a Frosinone tutto può succedere

Dopo la mossa compiuta giovedì sera dagli otto Consiglieri della maggioranza che hanno voltato le spalle al sindaco Riccardo Mastrangeli, tutto ora può succedere

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

La sera del 23 febbraio 2022 la vita scorreva normalmente ad Hostomel, così come a Kiev ed in tutta l’Ucraina. Negli Oblast del Donbass le telecamere dei media internazionali avevano inviato le dichiarazioni delle donne nel parco di Mariupol: c’era chi si sentiva ucraina e chi invece si sentiva russa ma tutte erano unita da una stessa convinzione. Che Mosca non avrebbe sparato una sola cartuccia e mai avrebbe attaccato “perché siamo comunque tutti figli della Grande Madre Russia.

L’alba successiva oltre 20 elicotteri tra Mil Mi-8 e Kamov Ka-52 si lanciarono all’assalto dell’aeroporto Antonov, schierando le truppe d’elite del 331esimo Reggimento di paracadutisti inquadrati nella 31esima Brigata d’assalto aerea della Guardia russa. L’inizio della grande macelleria nel cuore dell’Europa è cominciata così: non credendolo possibile.

La sera del 22 giugno 2023 c’era la stessa inconsapevole tranquillità di Hostomel nella sala del Consiglio comunale di Frosinone. Tutti sapevano dei fermenti negli intestini di alcuni consiglieri della maggioranza. Ma nessuno avrebbe scommesso che avrebbero sparato una sola cartuccia: “perché siamo tutti figli della stessa coalizione che governa bene il capoluogo”. Invece, al momento del voto sulla delibera che ridisegna il Piano dei Rifiuti, otto Consiglieri si sono alzati ed hanno abbandonato sul campo il sindaco Riccardo Mastrangeli. (Leggi qui: E il sindaco finì ostaggio della sua maggioranza).

Da questo momento tutto può succedere.

I segnali ignorati

Anselmo Pizzutelli

Eppure i segnali c’erano tutti. A Kiev come a Frosinone. Ma sono stati ignorati. Quello che poi è accaduto, in entrambi i casi era nell’aria. Già da qualche settimana. Per nessuno erano un mistero le considerazioni fatte in pubblico ed in privato proprio da chi ieri sera era assente al momento del voto. Considerazioni sulle capacità amministrative di qualche assessore.

Lo stato di guerra non è dichiarato. Ma è un dato di fatto. Come dimostrano i soli 13 voti favorevoli registrati ieri sera dal Piano Rifiuti su 22 voti potenziali disponibili per Mastrangeli, rispetto ai 7 contrari dell’opposizione. Tamburi di guerra fatti rullare da Anselmo Pizzutelli ed Antonietta Mirabella (lista Mastrangeli), da Pasquale Cirillo (lista Frosinone capoluogo ma in quota Lega), da Maurizio Scaccia (Forza italia), da Giovanni Bortone (Lega) e dei Consiglieri della lista Ottaviani Giovambattista Martino e Teresa Petricca.

I distinguo sulla delibera sono solo una copertura. La vera materia del contendere sono gli assetti di giunta: i consiglieri malpancisti ne parlano da settimane durante le riunioni in pizzeria dove discutono senza nemmeno chiedere una saletta appartata. Segno che volevano fa arrivare quei segnali al sindaco. (Leggi qui: Verso l’anno Uno della giunta Mastrangeli).

Ora tutto può accadere

Maurizio Scaccia

Ora tutto può accadere. C’è da votare, per forza, un Bilancio di previsione, altrimenti si va a casa ad appena un anno dalle elezioni. Lo dice con chiarezza il Testo Unico degli Enti Locali che disciplina la vita dei Comuni. Ma lo si deve approvare anche per dare risposte alla Corte dei Conti.

È già partita l’opera di mediazione degli ambasciatori. Nel frattempo il sindaco osserva con particolare attenzione le dinamiche di qualche consigliere di minoranza: potrebbe essere in fase di “riflessione politica”. E che, in caso di necessità potrebbe andare ad irrobustire una maggioranza che ieri sera ha palesato tutta la sua fragilità.

Al di là di quello che è accaduto giovedì sera in Consiglio appare indiscutibile che il sindaco Mastrangeli da tempo sia stato lasciato da solo a cantare e portare la croce. Non gode della blindatura necessaria, che invece avrebbe dovuto avere e proprio dai suoi “fedelissimi”. Fratelli d’Italia che per numeri, percentuali, peso regionale e nazionale, era il Partito che poteva creare problemi al sindaco, glieli sta invece risolvendo. Almeno ieri sera è stato così.

Gli altri grandi assenti

Mastrangeli e Ottaviani

Il problema è più profondo di quanto lasciano intuire quelle otto defezioni. In quanto Riccardo Mastrangeli si è sempre dichiarato civico in quota Lega. Dov’è la Lega a Frosinone, chi la rappresenta e difende le decisioni del sindaco? Non può farlo in questa fase l’onorevole Nicola Ottaviani, chiamato direttamente da Matteo Salvini ad esercitare ben altro ruolo nazionale.

Chi coordina, dal punto di vista politico, i consiglieri di maggioranza? Certo non può farlo Mastrangeli: o fa il sindaco o fa l’uomo di Partito. Dove sono, se esistono, i responsabili comunali dei Partiti e delle liste civiche?

Nella Prima Repubblica erano i Segretari di Partito ad occuparsi di gestire queste situazioni, lasciando i sindaci concentrati sul governo dei territori. E di revisioni sulla maggioranza non se ne parlava fino a metà mandato. Il cosiddetto tagliando. Quanto avvenuto ieri sera a Frosinone dimostra che sono saltati tutti gli schemi. Non importa la bontà e la qualità dell’azione amministrativa del sindaco e della giunta: conta la poltrona. La propria. Con buona pace dei cittadini.