Verso l’anno Uno della giunta Mastrangeli

Inizia oggi la settimana che porta al primo anno di governo Mastrangeli. Dopo la luna di miele sono iniziati i distinguo. Nell'opposizione (che ha superato le sue vanità) e nella maggioranza (non sempre capace di gestire la piazza). Acuti e silenzi nella giunta. E la necessità di una visione di prospettiva che sia palpabile

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

La settimana che si sta aprendo è quella che porterà Riccardo Mastrangeli al traguardo del suo primo anno da sindaco di Frosinone. Lunedì 12 giugno saranno trascorsi 365 giorni dalle elezioni politiche del comune capoluogo: quelle che, dopo il turno di ballottaggio, hanno registrato la terza vittoria di fila per la coalizione di centrodestra, avvenuta con il 55,3% dei consensi contro il 44,6% di Domenico Marzi.

Un anno caratterizzato nei primi nove mesi da una sostanziale luna di miele. Durante la quale l’opposizione non ha impensierito più di tanto la Giunta Mastrangeli. Il cambio di passo è avvenuto nell’ultimo trimestre: i consiglieri di minoranza hanno capito che recitando a soggetto rischiavano di rappresentare in Aula solo una serie di monologhi. Per sfuggire all’inconsistenza hanno dato vita ad un’azione più omogenea: iniziando a fare contrapposizione vera all’amministrazione del Capoluogo.  

Il prossimo anno dirà quanto risulterà fastidiosa, se sarà logorante, se colpirà ai fianchi, se si tratterà di un’azione strutturale e continua oppure solo episodica. Da un’azione coordinata potrà nascere con largo anticipo il candidato del centrosinistra.

I grattacapi li porta la Corte

Foto © Imagoeconomica

I grattacapi maggiori per ora non li sta creando l’opposizione ma la Corte dei Conti con la sua attenzione rigorosa alle dinamiche connesse al bilancio ed al suo piano di risanamento. I debiti fuori bilancio stanno costringendo ad aggiustamenti in corsa. Innescando un dubbio capace di mettere in discussione una scelta politica lunga dieci anni: la strada del risanamento imboccata dal sindaco Nicola Ottaviani era la migliore per la città oppure ha fatto meglio il sindaco Carlo Maria D’Alessandro che a Cassino ha dichiarato il dissesto? Le date erano più o meno le stesse: a Cassino ogni anno fanno concorsi ed assumono, ridisegnano il centro, rifanno piazze, sventrano strade e le rendono il salotto della città, varano un immenso progetto urbanistico intorno alle sorgenti del Gari. A Frosinone si combatte ancora con le carte.

Pure l’altro tema di riflessione nasce da una scelta interna al centrodestra: sono le politiche ambientali assunte sulle piste ciclabili. Sono destinate ad innescare una vivibilità diversa per il capoluogo, proiettarlo tra le città moderne e green: ma tutte le piccole rivoluzioni generano sempre qualche mugugno in chi teme di perdere un po’ delle sue comodità. Il problema per l’amministrazione non viene tanto dai mugugni ma da chi in maggioranza non ha lo spessore politico per gestirli: troppo facile farsi governare dalla pancia della gente, più complesso governarla come faceva prima la politica. Nascono da lì i malumori sopiti e mai svelati al sindaco.

Le cene carbonare

Foto © Pixbay

Nascono da lì le recenti cene “carbonare“. Che tali evidentemente non sono perché altrimenti si organizzerebbero in posti riservati. Intorno a quelle tovaglie si sta tentando di mettere a reddito i mal di pancia: studiando strategie per la costituzione di nuovi gruppi consiliari, con un numero tale di consiglieri per chiedere un opportuno numero di assessorati. E quindi soddisfare le ambizioni di chi, non ritenendosi sufficientemente valorizzato, crede di meritare un posto in Giunta.

Fa parte della fisiologica fase di crescita di un’amministrazione: come gli orecchioni o la rosolia ad una certa età dell’infanzia. Il sindaco Riccardo Mastrangeli ancora una volta dimostra di essere farmacista non solo nella vita professionale ma anche in quella politica: ha già l’antidoto. Un rimpastino? No. Deleghe? Nemmeno. Dimenticano tutti i Consiglieri di maggioranza che il giorno della proclamazione  hanno firmato un documento: dice che cambi sulla consistenza numerica dei Gruppi consiliari non avranno effetti sulla Giunta. Se sarà antidoto o cartastraccia lo dirà il prossimo anno.

Realisticamente però la Giunta distanza di un anno sembra marciare ancora con il freno a mano tirato. Ci sono acuti straordinari: il centro di Frosinone è vivo e si prepara ad una trasformazione radicale grazie ai due assessori che si sono avvicendati, l’annoso problema dei Piloni ha individuato una soluzione, il capoluogo ha varato il suo Click day per il rilascio delle Carte d’Identità Elettroniche. Ma più di qualche Assessore appare fuori ruolo o forse fuori contesto. E questo, i malpancisti ci tengono a farlo notare.

Le rapide del Bilancio

È chiaro che il banco di prova per la tenuta della maggioranza sarà l’approvazione del bilancio di previsione. Verrà portato in aula nelle prossime settimane. Impensabile che qualcuno tenti di mettere in difficoltà il sindaco: semmai si evidenzierà qualche colichetta intestinale. Il differimento dell’approvazione alla fine di luglio è stata una vera e propria “medicina” per far decantare i malumori. Il sindaco ha quindi più tempo per lavorare ad una approvazione unanime e unitaria da parte della sua maggioranza.

Mastrangeli si aspetta il voto favorevole di tutti i suoi Consiglieri, senza se e senza ma. Ha già fatto sapere che distinguo o assenze strategiche non saranno ammesse o tollerate. Consapevole dei dolori intestinali in qualche Consigliere, il sindaco gli ha mandato a dire che se lo faccia passare prima del Consiglio sul previsionale.

Dopo l’approvazione del bilancio e presumibilmente dopo l’estate ci saranno altre battaglie da affrontare. Senza escludere una registrata alla Giunta.

Si vola basso

Equipaggio del 72° Stormo elicotteri Frosinone (Foto © Stefano Strani)

A cosa serve? A renderla più efficace. Fino ad un anno fa la lamentela costante era che ci fosse un sindaco, Nicola Ottaviani, che facesse praticamente tutto: anche passare a spegnere le luci la sera. Ora che c’è una maggiore condivisione si assiste a clamorosi buchi di attenzione.

Il più clamoroso è quello registrato appena la settimana scorsa: il futuro assetto dell’Aeroporto Moscardini. Dal quale un paio di anni fa la Difesa ha annunciato lo spostamento nel 2024 per l’unica Scuola Volo Elicotteri delle forze armate. Il senso della presenza del Comune su questa pratica non c’è stato. Più lo ha dato Legambiente con la sua proposta (piaccia o meno) di realizzarci un parco solare pieno di specchi con i quali catturare la luce e farne energia elettrica. La soluzione del Comune? Per paradosso, la soluzione la propone Viterbo che è la città dove la Scuola è destinata a trasferirsi. la settimana scorsa hanno fatto sapere che “la costituenda Scuola elicotteri interforze è incompatibile con il futuro scalo aeroportuale civile nella città”.

Che significa? Il segnale mandato da Viterbo è fortissimo perché fornisce l’immagine di una città che ha un senso della prospettiva. Quale? Chiunque abbia letto i rapporti Enac sa che a Frosinone non si piò fare un aeroporto civile: perché avrebbe gli stessi identici problemi che oggi ha Ciampino; cioè sta a ridosso della città e non ha margini di allargamento. L’unica area con i margini per allargare l’aeroporto con l’aumentare del traffico aereo previsto è Viterbo. Che non intende farsi tagliare fuori dalla presenza degli elicotteri militari. E lo ha scritto ai Ministri della Difesa Guido Crosetto e delle Infrastrutture Matteo Salvini.

La prospettiva del Comune di Frosinone? Se c’è è poco visibile.

La strada stretta

(Foto: arch. Renzi)

Un’altra delle sfide alle quali l’amministrazione Mastrangeli sarà chiamata con un vero e proprio Stress Test è quella innescata l’altro giorno dal Consiglio di Stato. Ha accolto il ricorso della Regione Lazio dicendo no alla realizzazione della strada di accesso allo stadio Benito Stirpe di riservata all’accesso sicuro per la tifoseria ospite.

La vicenda si trascina dal lontano 2015 e in primo grado il Tar aveva dato ragione al Comune capoluogo ed alla società ‘Turriziani Diffusion’ che su quell’area voleva realizzare anche un albergo. La necessità della nuova strada era stata evidenziata in sede di sopralluogo sulla sicurezza nella fruibilità dello Stadio: i responsabili dell’ordine pubblico rilevarono che sarebbe stata utile una via di collegamento diretto tra il casello autostradale ed il settore ospiti. Con un vantaggio anche per i tifosi locali: che con la nuova strada avrebbero potuto usufruire di viale Michelangelo oggi riservato al transito in sicurezza delle tifoserie avversarie.

Il Ministero dei Beni Culturali e la Soprintendenza hanno negato l’autorizzazione paesaggistica fin dal primo momento, evidenziando che quella strada sarebbe passata all’interno di un’area boscata, sacrificandola. Il Comune ha presentato allora un ricorso al Tar, vincendolo; a quel punto è stata la Regione Lazio ad impugnare la sentenza al Consiglio di Stato. Che ora ha ribadito il no alla strada, in quanto non tutela l’ambiente ed il paesaggio e ritiene che il ‘rimboschimento compensativo‘ proposto dal Comune non eviti il vincolo paesaggistico.

Un piano B? Non c’è. Il Comune ha sempre puntato su quella scelta. Per paradosso la salvezza potrebbe arrivare dalla Provincia che intende realizzare una scuola alle spalle del Conservatorio di Musica. Il progetto prevede una strada di accesso che porti alle spalle della Tribuna Est. Non si fa in cinque minuti e nemmeno in cinque mesi. Ma la riflessione è la stessa fatta per l’aeroporto: l’anno della luna di miele è finito ora occorre la visione di prospettiva.