Ottaviani è leghista: «Il controllo dell’immigrazione darà più soldi ai Comuni»

Ufficializzato alla Camera il passaggio di Nicola Ottaviani alla Lega. Zicchieri: «Uomo del fare». Durigon: «L'ho corteggiato». Ottaviani. «Bene Quota 100, ci fa chiudere i bilanci. Dal controllo dei migranti risparmi per i Comuni»

Il dado è tratto. Nicola Ottaviani è salito ufficialmente sul carroccio della Lega. Lo ha annunciato nella sede del Gruppo parlamentare a Montecitorio Venti minuti di conferenza stampa, introdotti dal coordinatore regionale del Lazio e deputato Francesco Zicchieri e benedetti dal sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon.

Il Movimento Italia? C’è pure lui: non come corrente né come componente; la Lega è una e non c’è spazio per divisioni interne. Ma nessuno può impedire a Ottaviani di avere un pensiero riconducibile ad un’area.

Zicchieri: uomo del fare

È Francesco Zicchieri ad annunciare l’ingresso di Ottaviani nella Lega. Insieme a lui transita anche Monica Picca, la capogruppo del X Municipio di Roma: lascia Fratelli d’Italia insieme ai consiglieri di Ostia Pierfrancesco Marchesi e Luca Mantuano.

«Monica Pizza e Nicola Ottaviani rappresentano due valori aggiunti – spiega Zicchieri – che ci porteranno in dote non solo la loro forza numerica ma soprattutto la loro forza rappresentativa sul territorio».

In sala c’è il senatore Gianfranco Rufa, c’è l’onorevole Francesca Gerardi, c’è il sottosegretario Claudio Durgon con l’ex coordinatore regionale e oggi senatoreUmberto Fusco.  Al tavolo, accanto a Zicchieri c’è il Capogruppo della Lega alla Camera dei Deputati, Riccardo Molinari.

«Non acquisiamo solo la persona – dice Zicchieri – ma anche il sindaco ed il mondo che lo ha supportato: uomini e donne che hanno un progetto su diverse province e regioni. Perché Nicola Ottaviani è un uomo del fare» 

Racconta che il corteggiamento al sindaco di Frosinone è iniziato lo stesso giorno in cui si sono conosciuti, in occasione dell’avvio della campagna elettorale per le Politiche. «Rimanemmo colpiti da Ottaviani, lo presentammo a Giancarlo Giorgetti e pure lui rimase colpito dalla bontà del personaggio».

Perché c’è voluto un anno? Francesco Zicchieri spiega che nel corso di questo anno ci sono state occasioni in cui si è lavorato gomito a gomito, sono stati fatti eventi insieme, «abbiamo compreso che c’erano gli elementi per un percorso».

Durigon: non chiedono niente

Il sottosegretario Claudio Durigon si alza e prende posto al tavolo della presidenza. Spiega che tanto Nicola Ottaviani quanto Monica Picca «stanno entrando nella Lega senza chiedere niente, senza reclamare in cambio candidature».

Cosa vengono a fare. «Ci aiuteranno a radicarci al meglio sul territorio. Nicola è un uomo in gamba: ha fatto del Comune di Frosinone un fiore all’occhiello. Ha una filosofia di pensiero che condividiamo. Con lui, finalmente la Lega ha un sindaco capoluogo di provincia per la Lega».

Parte di un progetto

Nicola Ottaviani prende la parola per ultimo. Spiega che la sua presenza nella Lega è dovuta al fatto «che è importante la salvaguardia del concetto di area moderata all’interno del centrodestra e della Lega».

Ma entra senza se e senza ma, senza fare distinzioni di area o con qualche riserva. Appoggia tutti i punti chiave del progetto leghista. Spiega che le battaglie del Carroccio «hanno un riverbero sul territorio. È grazie a Quota 100 che riusciremo a chiudere il bilancio comunale. Abbassando la spesa per il personale, si liberano risorse e si creano sacche finanziare da reinvestire».

Difende la Flat Tax. Ottaviani la definisce «una grande battaglia di civiltà, abbassare la tassazione significa dare ai Comuni la possibilità di incidere, perché si creano opportunità per reinvestire sui territori».

Tocca il nervo scoperto e non si nasconde sul tema del controllo dell’immigrazione. «Non ci nascondiamo, ha un riverbero anche a livello locale: nei nostri bilanci siamo obbligati ad inserire somme con cui coprire le spese per l’accompagnamento e la tutela dei minori che arrivano in Italia da soli. Sono risorse sottratte ai Comuni. Controllando l’immigrazione avremo la disponibilità di reinvestire quelle risorse. Grazie all’intesa firmata ora con le prefetture, potremo far lavorare i migranti impiegandoli in opere di utilità pubblica, in modo che restituiscano ai territori una parte di ciò che ricevono».

Movimento Italia 

Senza enfasi, mente continua a parlare, come se fosse la cosa più normale del discorso, Nicola Ottaviani solleva un foglio plastificato e mostra il logo del Movimento Italia. Non è una corrente politica, non è un Partito nel Partito. È un’area di pensiero.

Dalla tarda mattinata è on line il sito che raccoglie il pensiero di Ottaviani. Spiega che c’è un’Italia in movimento «Un’Italia a cui non basta immaginare un Paese diverso, perché vuole realizzarlo!»

Semplice, fruibile, Sul lato sinistro c’è una colonna con dei grossi pulsanti che rimandano alle aree tematiche: Il Movimento, Il Manifesto, i Temi, il Futuro e l’area nella quale segnalare le idee.

Nel manifesto si spiega che Movimento Italia è per chi intende «la politica non come una professione, ma come uno strumento a servizio della collettività». Per quelli che vogliono scegliere «non solo le idee e le proposte, ma soprattutto i propri rappresentanti in ogni sede istituzionale attraverso le primarie, senza indicazioni calate solo dall’alto».

Ma questo è il Movimento. Di Ottaviani. Nella Lega funziona in un altro modo.