Pd-5 Stelle, fallimento Capitale. E adesso salta tutto

Il pasticcio delle comunali di Roma ridimensiona Nicola Zingaretti e ne rende incomprensibili alcune scelte. A cominciare da quella di dimettersi da segretario nazionale del Pd. Enrico Letta considera improponibile l'alleanza con i pentastellati anche nelle altre città. Nel Lazio l'intesa che senso ha più? Intanto nel centrodestra Guido Bertolaso resiste alle pressioni. Per ora. Spunta Maurizio Gasparri.

Il pasticcio di Roma ha mandato all’aria l’accordo tra Pd e Cinque Stelle a livello nazionale. Soltanto Giuseppe Conte fa finta di non accorgersene, ma in realtà lui non è (non ancora perlomeno) il capo del Movimento Cinque Stelle. Enrico Letta, segretario nazionale del Pd, invece lo ha capito benissimo. Spiegando che a Roma e a Torino non ci sono le condizioni per un’intesa tra Dem e pentastellati e che al massimo si può lavorare per il secondo turno.

Nei Democrat ha ripreso voce l’area di chi ritiene i Cinque Stelle inaffidabili. Adesso si complicano anche le situazioni di Napoli e degli altri Comuni al voto. Per non parlare dello scenario di un accordo nazionale sistematico in vista delle politiche. Inutile provare a indorare la pillola: a questo punto davvero non si capiscono le mosse di Nicola Zingaretti.

Nicola Zingaretti (Foto: Andrea Panegrossi / Imagoeconomica)

L’intesa nel Lazio con i Cinque Stelle ha comportato l’ingresso in giunta di Roberta Lombardi e Valentina Corrado. Quando si è trattato di esercitare la moral suasion per provare a convincere Virginia Raggi ad un passo indietro, nulla di fatto. Ha vinto la sindaca e a questo punto è arrivato il momento che Zingaretti faccia una riflessione a tutto campo. Cruda. Visto che mancano due anni alla fine del mandato da presidente della Regione. Ne è valsa la pena? No. Le dimissioni da Segretario hanno rappresentato l’inizio di un processo politico che ha portato all’avvitamento dell’alleanza Pd-Cinque Stelle. Un’alleanza che francamente sembra tramontata. (Leggi qui Top e Flop, i protagonisti del giorno: 11 maggio 2021).

O Bertolaso o gli 11 del Milan

Sull’altro versante Guido Bertolaso (che secondo molti sondaggi vincerebbe le elezioni a Roma) continua a declinare gli inviti che gli vengono rivolti. Il Corriere della Sera ha raccontato in un pezzo di retroscena:

«Allora, Guido, io sono pronto a fare qualsiasi cosa perché tu possa candidarti a Roma. Se ti arrivasse una dichiarazione firmata di proprio pugno dai tre leader del centrodestra, in cui ti chiediamo di scendere in campo e ti diamo ampio margine di movimento su tutto, torneresti sui tuoi passi?». Al riparo da taccuini e sguardi indiscreti, ieri mattina Matteo Salvini ha incontrato Guido Bertolaso. Un faccia a faccia con i crismi della segretezza, l’esatto contrario del caffè all’aperto che il leader della Lega aveva offerto a Gabriele Albertini prima di imboccare con l’ex sindaco di Milano una strada che al momento si è rivelata senza uscita.

Anche Bertolaso, al pari di Albertini, ha più volte messo a verbale il suo no, fermo all’ipotesi di candidarsi a sindaco per il centrodestra. Ma il caos in cui nelle ultime ore è piombato il centrosinistra a Roma — il passo indietro di Nicola Zingaretti, il passo in avanti di Roberto Gualtieri, Virginia Raggi confermata ai blocchi di partenza, con la candidatura di Carlo Calenda virtualmente impressa sulle schede elettorali — ha convinto Salvini a continuare la moral suasion». 

Matteo Salvini (Foto: Carlo Lannutti / Imagoeconomica)

Matteo Salvini e Antonio Tajani non molleranno. Intanto però è spuntato il nome del senatore Maurizio Gasparri. “Su Roma decideremo presto. Non c’è il rischio che andremo separati” ha garantito ieri sera Salvini parlando coi cronisti fuori da Montecitorio. Su una ipotetica lista nomi da presentare mercoledì nel vertice di centrodestra, a parte Bertolaso, ironizza. “Gli undici del Milan che ieri hanno battuto la Juventus“. 

Il centrodestra fatica a trovare una linea unitaria, ma adesso capisce che la vittoria a Roma è possibile. Guido Bertolaso resta in cima alla lista. Si tratta di convincere Giorgia Meloni.