Perché Zingaretti vuole il “proporzionale” corretto

Il presidente della Regione Lazio auspica un cambio della legge elettorale, con soglia di sbarramento al 5%. Con lui il senatore Bruno Astorre. Cosa può succedere in Parlamento in vista delle elezioni del marzo 2023: convergenza al Centro

Si ritrovano sempre nei momenti importanti, quando si deve fare la differenza. Sono il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ed il Segretario regionale del Pd, il senatore Bruno Astorre. Il quale ha twittato: “Condivido le parole del presidente Nicola Zingaretti sulla legge elettorale. Un proporzionale con una soglia importante di sbarramento fissata al 5% mi sembra la strada migliore da percorrere. La politica riconquisti la sua centralità”.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Nicola Zingaretti aveva voluto dire la sua sul dibattito che riguarda la nuova legge elettorale. Una soglia di sbarramento al 5% terrebbe fuori dal Parlamento cespugli e cespuglietti interessati soltanto a far pesare la loro forza in termini di veti. E costringerebbe alcune forze politiche importanti a valutare una fusione o perlomeno un’alleanza. Per esempio Azione di Carlo Calenda ha già stretto un patto federativo con +Europa. Italia Viva di Matteo Renzi potrebbe valutare una scelta del genere. E anche altri gruppi.

Ma questo dimostra pure come Nicola Zingaretti sia già proiettato alla prossima legislatura parlamentare. Sarà deputato o senatore, ma il punto non è solo questo. L’elezione bis di Sergio Mattarella ha dimostrato quanto il Parlamento sia ritornato centrale, mettendo all’angolo i big politici.

Il Proporzionale ed i 5 Stelle

Il Partito Democratico ha avuto il merito di non dividersi. O perlomeno di non farlo vedere. Enrico Letta è stato bravo. Adesso però si apre una fase completamente nuova. Se c’è uno che ha teorizzato e applicato la teoria della maggioranza ampia, quello è Nicola Zingaretti: da Italia Viva al Movimento Cinque Stelle. Ma alla Regione è diverso.

Bruno Astorre

Sul piano nazionale nel Pd è iniziata una discussione molto seria sui futuri rapporti con i pentastellati. Giuseppe Conte non è più l’interlocutore privilegiato, c’è già chi guarda con maggiore attenzione a Luigi Di Maio.

Poi c’è il Campo Largo che proprio Letta ha teorizzato. Ed è su questo punto che si giocherà la partita decisiva sulle alleanze sulla governabilità Un proporzionale corretto con soglia di sbarramento al 5% darebbe ai Democrat la possibilità di dialogare sul serio con Carlo Calenda e Matteo Renzi. Ma pure con Forza Italia, nella prospettiva di quel Centro che oggi ha dimostrato di essere determinante in Parlamento. Uomini come Renzi, Calenda e Casini possono diventare indispensabili. Più del Movimento Cinque Stelle, più di una Forza Italia eternamente sospesa tra Centro e Destra.

Nicola Zingaretti e Bruno Astorre hanno visto lungo.