Piano dei Rifiuti, ora andrà rivisto

Verso la modifica del Piano dei Rifiuti della Regione Lazio. Conseguenza dei poteri straordinari assegnati ieri dal Governo a Roma per realizzare il Termovalorizzatore

Il primo colpo di piccone al Piano regionale dei Rifiuti del Lazio è arrivato all’ora di pranzo. Lo ha assestato la riunione della Commissione Regionale Bilancio chiamata ad esaminare le levate di scudi arrivate nei confronti di quel testo.

La riunione ha sancito la necessità di andare oltre il testo attuale del Piano Regionale: Roma città dovrà essere autonoma nella gestione dei suoi rifiuti; finora il testo del Piano prevedeva che Roma facesse parte della Provincia e per questo postesse appoggiarsi agli impianti dei 120 Comuni vicini.

Roberto Gualtieri

Sotto il profilo tecnico Roma costituirà un Egato autonomo. Cioè? La norma sta ridisegnando il modello con il quale fino ad oggi sono state gestiti i rifiuti. In pratica? Oggi un ruolo centrale lo hanno i Comuni: sono loro ad occuparsi della raccolta con propri dipendenti oppure assegnando gare d’appalto. Con la riforma queste competenze passano agli Egato: sono delle autorità che governeranno i rifiuti su ogni ambito, cioè un insieme di Comuni omogenei tra loro (più o meno coincideranno con i confini di ogni provincia). (Leggi qui tutta la spiegazione: Rifiuti, via all’iter della riforma che farà fuori i Comuni).

La sigla Egato sta per Ente di Gestione degli Ambiti territoriali ottimali per il servizio integrato dei rifiuti.

Egato autonomo

Foto: Stefano Carofei © Imagoeconomica

Per la Commissione Bilancio della Regione Lazio adesso Roma dovrà costituire un Egato Autonomo come logica conseguenza dei poteri speciali dati ieri dal Governo Draghi al sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Gli sono stati assegnati per dotare la città di tutti gli impianti di rifiuti necessari per evitare che la Capitale vada in crisi durante il Giubileo. A partire dalla costruzione del nuovo termovalorizzatore. (Leggi qui Un bazooka a Gualtieri per eliminare i rifiuti).

La norma che da ieri assegna a Roberto Gualtieri i poteri di Commissario ha di fatto superato l’impostazione della proposta sugli Egato. All’ora di pranzo una riunione del centrosinistra ha sancito la necessità di andare oltre il testo attuale, prendere atto delle tante prese di posizione (sindacati, forze di opposizione ma anche all’interno della stessa maggioranza) affinché Roma fosse autonoma in tutto e per tutto nella gestione della chiusura del ciclo dei rifiuti che produce.

Si va verso un Egato di Roma Capitale

Un destino che tra le righe ha anticipato anche l’assessore regionale ai Rifiuti, Massimiliano Valeriani, dopo avere ascoltato in commissione le parole di Bruno Manzi, capo di Gabinetto del sindaco metropolitano Roberto Gualtieri. Manzi aveva evidenziato una serie di perplessità tecniche e giuridiche, sostenute nache da sentenze amministrative.

Il Piano regionale è da sincronizzare

Massimiliano Valeriani ha sottolineato che “l’impostazione del piano rifiuti non la mettiamo in discussione“. Ha riconosciuto come “evidente che l’attuale proposta di costituzione degli Egato sui rifiuti non sia in sincronia con le novità enormi di ieri ed è evidente che dovremo sincronizzarla. Perché la vicenda di ieri ci dice che, indipendentemente dal piano rifiuti del Lazio, Roma Capitale è dotata di poteri commissariali straordinari”.

 La nuova norma che articolerà l’Egato Roma Capitale è tutta da scrivere e non sarà facile. Perché, non essendo una provincia, Roma non potrà avere un’assemblea dell’Egato composta dai sindaci che a loro volta eleggono il presidente e i 4 componenti del Consiglio Direttivo.

L’unica cosa che verosimilmente accadrà è che con l’Egato di Roma sarà salva la prosecuzione dell’affidamento in house ad Ama (quello in vigore scade nel 2030). La proposta di legge attualmente prevede una facoltà da parte degli Egato di optare per l’assegnazione alla società in house al posto della gara. Ma non l’obbligo. Soluzione che non dà garanzie e che infatti la Cgil ha aspramente criticato.

Lo sganciamento di Roma dal resto della Città Metropolitana sembra favorire, salvo clamorosi colpi di scena, la prosecuzione dell’affidamento ad Ama per la raccolta e lo spazzamento anche dopo il 2030 ma non solo. Perché il Campidoglio sta scommettendo fortemente sul potenziamento della sua municipalizzata anche sul fronte impiantistico.