Roccasecca, verso la riapertura della discarica

La rivelazione del consigliere regionale Tripodi: Roccasecca verso la riapertura della discarica. La reazione del sindaco Sacco: in settimana dal Prefetto. A San Vittore riunione dei sindaci, in campo anche i gruppi regionali della Lega di Lazio e Campania. Per dire No

Il sasso nello stagno lo ha gettato due giorni fa il capogruppo della Lega in Regione Lazio, Orlando Angelo Tripodi. Ha rivelato che è in corso un confronto tra la Prefettura di Frosinone e Mad Srl, la società che fino allo scorso marzo ha gestito la discarica di località Cerreto a Roccasecca.

È l’impianto che in teoria doveva rispondere alle esigenze della provincia di Frosinone, interrando ciò che avanza dei rifiuti ciociari una volta lavorati nello stabilimento pubblico Saf di Colfelice. I numeri dicono che in realtà è stato la valvola di sfogo per la crisi dei rifiuti romani: in questi anni parte delle immondizie prodotte nella Capitale è stata trattata nella Saf, trasformata in carburante per alimentare il termovalorizzatore di San Vittore del Lazio; il resto è finito nella discarica di Roccasecca: determinandone l’esaurimento con oltre un anno di anticipo sui tempi previsti se l’avesse utilizzata solo la Ciociaria.

Il V invaso autorizzato

L’ingresso della discarica Mad a Roccasecca

La discarica è ferma dalla scorsa primavera. La Mad ad aprile ha comunicato alla Regione la sua intenzione di non realizzare il V invaso: in pratica una nuova area capace di ospitare mezzo milione di tonnellate di rifiuti. Ciociari. E pure romani. La Regione aveva autorizzato già a gennaio quei lavori di ampliamento per fare fronte alle esigenze dell Ciociaria. E della capitale.

Poi lo stop. Deciso da Mad poche settimane dopo l’avvio di un’inchiesta della magistratura di Roma. Aveva messo nel mirino le procedure grazie alle quali la società ha ottenuto la gestione della nuova discarica dei rifiuti a Roma. E pure il V invaso di Roccasecca. La risposta è stata come dire “sospettate che abbiamo imbrogliato le carte per ottenere il V invaso? Non ci interessa più farlo. Vedete voi dove lo volete fare o dove era corretto secondo voi farlo”. (Leggi qui La sottile vendetta di Lozza: arrangiatevi).

Da quel momento i rifiuti della provincia di Frosinone sono andati in parte a Civitavecchia ed in parte a Viterbo. Per un lungo periodo la regione Lazio si è fatta carico dei costi di trasporto. Non per generosità: ma perché il presidente della provincia Antonio Pompeo ha minacciato un’azione di risarcimento. Dicendo nella sostanza: “Cara Regione, la mia discarica provinciale di Roccasecca si è esaurita in anticipo perché tu mi hai ordinato di accogliere i rifiuti di Roma. Ora trova tu una soluzione per i mieri rifiuti” Nel frattempo anche Civitavecchia ha esaurito i suoi spazi. (leggi qui Nuova discarica: Pompeo dice no alla Regione).

Il messaggio di Tripodi

Gli impianti Mad

Il fatto che Roccasecca sia in cima all’elenco delle località dove sistemare i rifiuti di Roma (e di Frosinone) lo rivela il capogruppo della Lega Angelo Orlando Tripodi.

La scorsa settimana ha scritto in un documento:

In caso di positiva risoluzione delle questioni di carattere finanziario-amministrativo tra la Prefettura di Frosinone e la Mad Srl, ci sarà l’attivazione del quinto bacino di Roccasecca per circa 450mila metri cubi.

Cosa c’è di vero? Che Mad Srl non ha alcuna voglia di attivare il V invaso. O, per essere precisi, non ne ha voglia alle condizioni in cui ha lavorato per oltre vent’anni: con norme poco chiare; ordinanze precise ma basate su norme nebulose; carabinieri del Noe che sequestrano e dopo un mese restituiscono le chiavi con tanto di scuse perché l’interpretazione a Sezioni Unite è differente; Procure che indagano dichiarando che le norme sono poco chiare e possono essere interpretate in altro modo; organi di controllo come Arpa che effettuano le verifiche sulla base delle norme che ci sono e se sono poco chiare non è colpa loro.

La situazione di Roma è stata così critica che ad un certo punto si è pensato alla requisizione degli impianti Mad. Ma l’ipotesi si è verificata giuridicamente complessa, di difficile realizzabilità, lunghissima nei tempi, incerta nei risultati. (Leggi qui Sul tavolo del prefetto di Roma la riapertura di Roccasecca).

Si sta lavorando allora per costruire una chiarezza e certezza nei rapporti tra Regione – Mad – Arpa. Presupposto essenziale per ripartire con i lavori del V invaso.

L’esempio concreto: oggi Saf ha problemi nel produrre rifiuti in linea con i limiti di zinco fissati dalla legge, se entrano nel piazzale Mad e scatta un controllo di chi è la responsabilità?

Roccasecca, San Vittore e l’Alto Casertano

Il sindaco di Roccasecca Giuseppe Sacco

Intanto scatta la reazione dei Comuni. Il sindaco di Roccasecca Giuseppe Sacco ha chiesto un incontro urgente con il prefetto Ernesto Liguori: verrà ricevuto in settimana. Per porre un quesito: “Ma se la Regione ha bisogno di volumi, perché ha chiuso Colleferro dove c’era spazio per almeno un altro anno?

Secondo le previsioni della regione, il Lazio ha bisogno di spazi per 111.207 tonnellate per i mesi di novembre e dicembre. Nell’anno 2022 gli serviranno spazi per 619.174 tonnellate di rifiuti. Invece nell’anno 2023 scenderanno a 356.848 tonnellate. Destinate a scendere nel 2024 a 325.879 tonnellate. La realtà dei fatti è che al momento quei volumi non ci sono. E nemmeno ci saranno se resteranno in servizio le sole discariche attualmente in attività: a Viterbo ed Albano Laziale. Roccasecca rischia di diventare più di un’ipotesi.

Nelle prossime ore si riuniscono i Comuni intorno al termovalorizzatore di San Vittore del Lazio: dicono no all’iter per la realizzazione di una quarta linea di lavorazione; in pratica l’impianto si sta facendo carico di buona parte dei rifiuti romani e del Lazio.

Si sono attivate anche le opposizioni in Regione Lazio e Regione Campania: i consiglieri regionali leghisti Pasquale Ciacciarelli (Lazio) Gianpiero Zinzi (Campania) hanno già fatto sapere di essere contrari. Perché? Il principio è chiaro: la recente norma sui Rifiuti nel Lazio impone ad ogni provincia di essere autonoma nella gestione e nello smaltimento. Frosinone si sta facendo carico delle negligenze di Roma.