Rosatella, il Messi della città dei papi

Dialoghi a tutto campo, dalla Lega al Pd, per assicurare un'adeguata rappresentatività al suo elettorato. Così, il generale Rosatella spazia dagli incontri con D'Ercole a Tagliaboschi

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

Prima a destra. Poi a sinistra. Poi ancora a destra. Infine una decisa sterzata di nuovo a sinistra. Se fosse sci, saremmo in presenza di un campione che Tomba scansati. Se fosse calcio, sarebbe un Messi della città dei papi; roba da far risalire la squadra di calcio in un amen. 

Però è politica. Nella quale, peraltro, gli esempi in tema si sprecano. A partire da quell’Agostino Depretis a proposito del quale venne, non a caso, coniata la definizione di “trasformismo”. Più vicino a noi, anche l’abilità spregiudicata dei democristiani della prima Repubblica di cambiare alleanze in un attimo ha fatto scuola. Per quanto, in effetti, anche la Lega, che a suo tempo aveva spergiurato di non volersi alleare con i 5 Stelle, o il Pd, che aveva detto la stessa cosa, non hanno molto da imparare in tal senso.

Guglielmo Rosatella e Pierino Naretti

Insomma, qui si ragiona del generale Guglielmo Rosatella. Uomo di punta, poi ripudiato, del primo centrodestra di Franco Fiorito; sponsor (poi rinnegato) dell’esperienza del centrosinistra di Fausto Bassetta; vicino (ma poi cacciato) alla coalizione di centrodestra di Daniele Natalia. Ora, a quanto pare, sul punto di ributtarsi a sinistra. Trasformismo, appunto.

Il dato di partenza è la cronaca. Sembra infatti che da un po’ di tempo in città si stiano susseguendo gli incontri tra lo stesso Rosatella ed un influente esponente del Pd cittadino. Un esponente di peso? Si. Un ex (aspirante) candidato a sindaco? Si. Un ex assessore al Bilancio fatto fuori dal suo ex sindaco? Si. Il familiare (più) importante di una delle storiche famiglie della politica anagnina? Si. Vabbè vi aiuto: Aurelio Tagliaboschi. Che avrebbe visto più di una volta l’ex esponente di Fi. Una circostanza che in città non è passata inosservata, anche se ci hanno provato non incontrandosi in pubblico).

Ed ha dato adito a più di una malignità. La più cattiva delle quali è riferita all’atteggiamento del generale. Che, non più tardi di qualche settimana fa, era stato visto intento a prendere un caffè con tanto di chiacchiere, con l’attuale vicesindaco, ed esponente leghista, Vittorio D’Ercole. Era il periodo in cui Rosatella era stato fatto fuori da Forza Italia per le sue pressioni in maggioranza mirate ad ottenere un posto in giunta.

Aurelio Tagliaboschi

Il legame con D’Ercole era stato interpretato come la ricerca di una nuova sponda da cui partire alla ricerca di nuove carriere. Quella relazione si era poi bruscamente troncata quando dalla Lega gli avevano fatto sapere (a Rosatella) che non c’era trippa per gatti.

Ora, il contatto con Tagliaboschi. Che però lascia aperta una (legittima) domanda. Posto che si può capire l’esigenza del generale di trovare nuovi trampolini da cui lanciarsi per cercare uno spazio politico in cui stare, quale sarebbe l’interesse di Tagliaboschi nello sviluppare un legame del genere?