Tajani coordinatore nazionale: comanda sempre Silvio

Silvio Berlusconi nomina Antonio Tajani coordinatore nazionale di Forza Italia. Un 'ristoro' per la mancata nomina a ministro. Che fino a due ore prima dello scioglimento della riserva era dato per certo. Chi comanda ora nel Partito: sempre e solo Berlusconi

Giurano che siano volati gli stracci. E che per la prima volta Tonino, l’uomo più devoto e fidato, abbia fatto sapere che stavolta sarebbe andato via. Troppo sfacciato l’affronto, troppo evidente l’offesa. Venerdì pomeriggio sul tardi aveva mandato in lavanderia l’abito buono, indispensabile per presentarsi in maniera inappuntabile al Quirinale l’indomani mattina e giurare da ministro. Due ore prima che il premier Mario Draghi salisse dal presidente Sergio Mattarella per sciogliere la riserva ed annunciare l’elenco dei suoi ministri, una telefonata ha informato Tonino che l’abito non serviva più. Aveva perso la sfida interna a Forza Italia, a vincere erano stati Gianni Letta e Fedele Confalonieri. Tonino è Antonio Tajani e da oggi pomeriggio è il coordinatore nazionale di Forza Italia per volere di Silvio Berlusconi.

Tajani ed il sogno degli Esteri

Antonio Tajani (Foto: Mathieu Cugnot / Imagoeconomica)

Fedele, devoto, soprattutto capace: il che in politica spesso è considerato un problema. Antonio Tajani ha digerito ogni strambata di Berlusconi, senza un lamento: tante volte ha annunciato una posizione a nome di Forza Italia, salvo ritrovarsi smentito due ore dopo direttamente dal Cavaliere. Questa volta no, questa volta era diverso. Perché in Italia finora nessuno ha riconosciuto il suo talento che in Europa è considerato un’evidenza. Più volte Commissario Ue (cioè potentissimo ministro europeo) con deleghe strategiche come quella all’Industria, lui ha scritto l’Agenda che ha portato l’Ue al 2020, lui ha tracciato la rotta che ha definito il futuro dell’Automotive. In Italia invece mai una gioia, nemmeno sindaco di Roma.

Questa volta finalmente l’incarico che lo avrebbe ripagato di tanta pazienza e devozione: Ministro degli Esteri. L’incarico che lo avrebbe portato di nuovo a contatto con le cancellerie europee dove non ha bisogno di presentazioni. È fatta gli avevano detto. C’era solo da scegliere l’abito e la camicia per il giuramento.

E invece no. Ancora una volta. I ministeri sono stati utilizzati in maniera cinica e scientifica. Machiavellica. Per tenere unita Forza Italia. E dimostrare che avevano sbagliato tutti quelli che se ne sono andati via: perché Mara Carfagna, lei che per ben tre volte è stata sull’uscio al limite della scissione, è stata premiata con un ministero che nemmeno immaginava di ricevere. Perché Renato Brunetta, lui che irrita l’intero Gruppo a Montecitorio che spesso minaccia di sfiduciarlo, viene premiato con un dicastero; per la soddisfazione dell’intero Gruppo che ora torna a respirare. (Leggi anche Il governo MattaDraghi, Cencelli e il Contrappasso).

La mossa di Silvio

Antonio Tajani con Silvio Berlusconi (Foto: Daina Le Lardic / Imagoeconomica)

Tonino ne ha preso atto. Ha battuto i pugni sul tavolo (metaforicamente, s’intende. Ha detto che se quella era la considerazione che avevano di lui tanto valeva andare via.

Silvio Berlusconi lo conosce meglio di chiunque altro, sa come ricucire con gli uomini. Come in una puntata di Dastardly e Muttley, il cartone animato Anni 70 su un improbabile squadrone di aviatori incaricati di uccidere un cardellino. Il cattivo Dastardly, nel suo cappottone in pelle, riusciva a placare ogni volta il sognatore Muttley aprendo lo scrigno e appuntandogli al petto una medaglia.

Silvio Berlusconi ha aperto lo scrigno e nominato Antonio Tajani coordinatore nazionale di Forza Italia. All’attuale vicepresidente del Partito, il Cavaliere «ha assegnato come principale mandato quello di coordinare lo sviluppo di Forza Italia sul territorio. Tra i primi compiti anche quello di coordinare l’attività e il contributo di Fi al neonato governo Draghi».

Statuto alla mano, non può toccare i Coordinatori Regionali, né rimuoverli né nominarli. Le nomine restano nelle mani di Silvio Berlusconi. Perché dopotutto lo squadrone delle macchine volanti azzurre è soltanto il suo.