Terremoto nella Lega per il salvataggio a Zingaretti

Scontro nella Lega. Le assenze strategiche di due Consiglieri Regionali hanno salvato i numeri a Nicola Zingaretti. Cavallari (ex Lega) a Salvini: "Ma lo sa degli accordicchi fatti in Regione Lazio? Altro che buttare giù Zingaretti".

Il sasso nella scarpa se lo è tenuto per oltre un anno. Da quando ha tentato di far capire alla Lega che la via proposta da Nicola Zingaretti era l’unica valida: governare la Regione individuando una serie di percorsi condivisi perché le urne avevano decretato un Governatore ma non una maggioranza. Ma nella primavera 2018 nessuno del Carroccio ha voluto sentire il consigliere Enrico Cavallari: non uno di primo pelo ma l’ex potentissimo assessore al Personale nel Comune di Roma guidato da Gianni Alemanno.

Pensavano di buttare giù Nicola Zingaretti, sfiduciarlo alla prima curva, tornare alle urne e prendere la rivincita. Sono rimasti all’opposizione, hanno perso anche il governo nazionale, Zingaretti nel frattempo è diventato Segretario del Pd ed ha riportato il Partito a Palazzo Chigi. Enrico Cavallari è stato al suo fianco seppure nell’ombra: è uscito dalla Lega, se n’è andato nel gruppo Misto, ha preso la guida di una Commissione. ha partecipato alla scrittura di una serie di provvedimenti che aveva promesso ai suoi elettori.

Lo hanno accusato di essere un Giuda, di essersi venduto per una poltrona. Oggi a distanza di quasi un anno e mezzo si è tolto il sassolino dalla scarpa.

Il messaggio a Salvini

Ma Matteo Salvini conosce gli accordicchi fatti dalla Lega alla Pisana? Enrico Cavallari solleva il telefono e detta alle Agenzie di Stampa la sua dichiarazione. Vetriolo puro. Perché la maggioranza di Nicola Zingaretti l’altro giorno non è andata sotto anche grazie alle assenze strategiche della Lega.

Un pacco d’aula confezionato dalla Lega: alla Pisana Zingaretti incassa il regalino, più propriamente detto ‘legalino’, e porta a casa il Rendiconto finanziario 2018. Come? Con l’appoggio (determinante) della Lega del Lazio“.

Enrico Cavallari impiega quattro righe per prendersi una soddisfazione. Gli bastano per descrivere i fatti.

Il capogruppo Angelo Tripodi © Imagoeconomica, Stefano Carofei

E cioè che la scorsa settimana è in votazione la variazione di Bilancio. La leghista Laura Corrotti è al suo posto in Aula. Ma il capogruppo Angelo Tripodi è assente. Ed anche il terzo scranno leghista, quello del Segretario d’Aula Daniele Giannini è vuoto.

Il voto sul Bilancio finisce con 19 voti a favore e 18 contro. Bastava una presenza in più nel centrodestra e sarebbe finita in parità. Ed il bilancio sarebbe stato respinto. Creando serissimi problemi alla maggioranza.

Commenta Cavallari

«E proprio quell’assenza si palesa, in maniera tutt’altro che invisibile, con il si’ al rendiconto del Governatore».

Il caos nella Lega

Enrico Cavallari affonda il coltello. «La domanda ora sorge spontanea: ma Matteo Salvini, che vuole mandare a casa Virginia Raggi e Nicola Zingaretti, sa di avere tra le mura domestiche chi usa espedienti, e fa accordicchi sottobanco con il nemico Nicola, pur di rimanere incollato alla poltrona?»

Il nervo è scoperto ed il consigliere sceso dal Carroccio con l’accusa di essere un poltronista, ora infierisce. «L’altarino è scoperto: c’è chi predica bene e razzola male. Chi in pubblico si finge ‘duro e puro’ ma nelle segrete stanze incarta il pacco di sicuro».

Imbarazzi leghisti

Il Coordinatore regionale della Lega nel Lazio Francesco Zicchieri è fuori dalla grazia del Cielo. Perché la faccenda è arrivata in alto e dopo il caos fatto a Cassino e poi a Frosinone non ci voleva proprio un nuovo fronte in Regione Lazio.

Enrico Cavallari con Matteo Salvini

A Cassino la strategia di Zicchieri ha portato alla caduta dell’amministrazione comunale di centrodestra più importante in Ciociaria, spalancando le porte alla vittoria del centrosinistra. A Frosinone durante l’ultima Direzione c’è stata una sollevazione contro il Coordonatore e da quel momento si è preferito evitare le radunate. Più di uno dopo quella riunione ha preso i bagagli e se n’è andato: su tutti l’ex presidente della Provincia Peppe Patrizi.

Ora la manovra per Zingaretti in Regione Lazio. Che forse verra sanzionata. Con la sospensione dal Partito per sei mesi. Un po’ la stessa sanzione di cui si era parlato per l’allora vice coordinatore provinciale Domenico Fagiolo accusato di avere esibito uno striscione con insulti ai tifosi pontini durante la partita Frosinone-Fiorentina. E di avere indirizzati frasi poco lusinghiere al presidente della Commissione per il Dialogo della Conferenza Episcopale Italiana.

Quella ‘sospensione’ non ha avito effetti pratici e non ha impedito a Fagiolo nè di continuare a guidare il dibattito politico, né di diventare consigliere comunale a Frosinone. Pari ad una ventata d’aria fresca dal finestrino del Carroccio.