Top e Flop, i protagonisti del giorno: giovedì 13 ottobre 2022

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire, attraverso di loro e quanto hanno fatto, cosa ci attende nella giornata di giovedì 13 ottobre 2022

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire, attraverso di loro e quanto hanno fatto, cosa ci attende nella giornata di giovedì 13 ottobre 2022

TOP

ANGELO CAMILLI

Angelo Camilli

L’insulto è un’arte raffinata. Nella quale Arthur Schopenhauer era maestro insuperato al punto da essere studiato nei secoli successivi. È stato lui ad affrancare l’insulto dal suo essere emblema di volgarità. Coprendolo di eleganza l’ha reso doverosa stoccata con la quale reagire all’insolenza dell’avversario senza scendere al suo livello; rivelarne l’inettitudine senza ergersi a giudice ma solo declinando l’evidenza. Angelo Camilli, presidente degli industriali del Lazio, per suo carattere non scenderebbe mai sul terreno dell’insulto: ma la tecnica del filosofo prussiano gli appartiene.

Lo ha dimostrato ieri, intervenendo all’iniziativa della fondazione Fabbrica dei Talenti, nello stabilimento Klopman di Anagni. Angelo Camilli ha un sassolino nella scarpa. E lo toglie. Lo butta lì, in mezzo al discorso che sta tenendo a conclusione della mattinata dei lavori. Come se fosse un inciso, mentre parla di sostenibilità e di come cambiare la mentalità che vede le imprese come una cosa cattiva ed ostile all’ambiente. (Leggi qui: La sfida dei talenti per rendere attrattivo il territorio industriale).

Cita il titolare della Transizione Ecologica Roberto Cingolani. Riferisce quanto riportato poco prima dall’agenzia di stampa Ansa, che riporta un’ammissione legata alla sua esperienza di ministro: “La prima difficoltà che mi viene in mente è l’assoluta mancanza di ogni livello di organizzazione minimo che consenta di far funzionare una macchina complessa come un ministero o lo Stato secondo criteri funzionali”.

Angelo Camilli sfodera il suo ghigno più perfido mentre commenta: “Non fatichiamo a credergli, basta vedere cosa è accaduto a due passi da qui con Catalent. Che per due anni non ha ricevuto risposta dal ministero di Cingolani e poi, dopo 15 giorni di nostre sollecitazioni, le risposte e le autorizzazioni sono arrivate. Ma nel frattempo l’investimento da 100 milioni e la creazione di almeno cento posti di lavoro ad alta qualità se n’erano andati”.

Qualcuno in sala ha sentito la parola ‘incapaci‘ ? Non l’ha detta. Ma l’applauso a scroscio è piovuto lo stesso.

Più abile di Schopenhauer.

I CAPELLI DI SAMANTHA CRISTOFORETTI

Samantha Cristoforetti

I capelli di Samantha Cristoforetti sono tornati a posto e nessuno dei pignoli e rigorosi felini da tastiera che aveva eccepito sulla loro foggia potrà dirsi ancora sdegnato. La cosa ci conforta non poco perché invero i capelli dell’astronauta italiana, come diligentemente obiettato da tanti probi ed acuti frequentatori dei social, in questi giorni di missione non stavano messi acconci.

Non ci stavano perché lei, la Cristoforetti, avrà pure voglia ad essere la prima donna europea comandante della Iss, la prima astronauta italiana a farsi una passeggiata stellare e la prima fra le prime di tante persone speciali che danno lustro ad ogni cosa su cui poggiano lo sguardo, ma in quanto a governo della capigliatura ha sempre avuto problemi.

Anzi, a dire il vero volevamo cogliere l’occasione del ritorno in terra previsto per oggi di Samantha per farglielo, un appunto. Farglielo dopo che la navetta Crew Dragon Freedom con l’equipaggio Crew 4 sarà ammarata in Atlantico e dirle che magari, quando tornerà nello spazio, dovrà essere più accorta nel curare la sua immagine.

Samantha Cristoforetti al rientra da una delle sue missioni

Dovrà quindi scendere a terra non ogni cinque mesi e coperta della gloria effimera dei grandi della storia, ma almeno una volta a settimana per farsi trucco e parrucco come fanno i grandi della rete, poi riprendere un taxi-navetta della Nasa e tornare a fare quelle astruse cose di scienza che i nostri probi imbecilli social considerano fuffa.

E già che c’è, visto che stanotte Samantha tornerà da noi, le diremmo anche di pigiare quel tasto che sa e resettare la microgravità che drizza le chiome, che tanto è solo una trovata per far apparire lei più alternativa e noi poveri terrestri infimi come invece non siamo.

Poi, già che ci siamo, approfitteremmo per dire alla grandissima Samantha nostra, che non ha i capelli a posto ma che risponde in russo ai russi, in inglese agli inglesi ed in aramaico ai profeti: “Bentornata”.

E nel dirlo lasceremmo per un po’ a broda colibatterica i social, lì ci gira davvero brutta gente.

Fieri.

FLOP

SILVIO BERLUSCONI

Silvio Berlusconi (Foto Sergio Oliverio / Imagoeconomica)

Lo ha detto un’altra volta, la quarta in sei giorni ed almeno la venticinquesima in un mese: Forza Italia e lui sono i “Guardiani della Galassia Meloniana“. Lo ha detto ed è tornato su TikTok a spiegare che si, “eccomi qui, sono tornato”. Lui, il Guardiano.

E quando una vecchia volpe come Silvio Berlusconi ripete in loop una faccenda come faceva Vanna Marchi con il sale della buona sorte vuol dire che c’è timore concreto che quella faccenda non abbia fatto il nido nella testa degli italiani.

Il dato è evidente: tutta la campagna elettorale del Cav è stata incentrata su un mantra: “Non ci saranno scalmane destrorse di Giorgia Meloni non perché lei potrebbe non averne ma perché se ne avesse ci saremo noi saggi europeisti di lungo corso a spuntarne le ali sovraniste“. Perciò secondo il messaggio di Berlusconi votare Forza Italia sarebbe stata garanzia di affidabilità, come con i padri marpioni in caso di figli ribelli.

Elettoralmente aveva pagato e il Terzo Polo non aveva cannibalizzato gli azzurri. Poi il centrodestra aveva vinto, Meloni stravinto e senza neanche troppo vellicare i malpancismi. Berlusconi ha sorriso ma ha capito il pericolo: una vincitrice moderata rischia di non aver bisogno di alcun controllore e di ministri più bravi che cencelliani.

Perciò è ripartito lo spot del Cav esattamente a negare quello che lui spera:Non esistono, non possono esistere, fra Partiti alleati, veti o pregiudiziali verso qualcuno e non procederemo con il manuale Cencelli“. Tuttavia “è importante che Forza Italia sia determinante sul piano dei numeri, ma ancora più determinante è la nostra funzione politica. L’Europa si attende molto da noi, e ci considera i garanti del prossimo Governo“.

Poi la chiosa piaciona: “Giorgia non ha bisogno dei miei consigli“. E detto da uno che mentre lo dice non smette di darne fa un po’ ridere.

Consigli per gli acquisti.

ROBERTO GUALTIERI

Roberto Gualtieri (Foto: Andreo Panegrossi © Imagoeconomica)

La politica ha i suoi riti, le sue liturgie, le sue coliche e le sue cure: se la si pratica bisogna esserne consapevoli. Ed attrezzati. Tenendo sempre a portata di mano nella cassettina dei medicinali qualche pastiglia di sodio alginato e due bacchette d’incenso: le prime per gestire i bruciori di stomaco, le seconde per favorire la meditazione. (I più esperti consigliano di non far mancare mai anche pomate ed unguenti, per i casi più sfavorevoli). Roberto Gualtieri, sindaco di Roma per volontà dei romani e dell’accordo tra le tre potenti correnti Pd capitoline, nelle ore scorse è finito sotto assedio.

Lunedì cinque Consiglieri del suo Pd gli hanno spedito un messaggino politico: sotto forma di incontro dal titolo emblematico “Nuove direzioni”. In realtà un’occasione per mettere in chiaro alcune cosette legate proprio all’elezione del sindaco. E ribadire che se lui governa l’Urbe è solo in virtù di un’intesa sulla quale hanno detto si i centristi di Area Dem (Franceschini – Astorre), i manciniani (Claudio mancini) la sinistra (Bettini). È stato quell’accordo a spianare la via del Campidoglio a lui che è manciniano anziché a Zingaretti.

E ora i suoi referenti devono darsi una riequilibrata. Quindi? Con lo stesso entusiasmo devono sostenere la candidatura di un esponente di Area Dem alla guida della Regione Lazio. Altrimenti il patto decade e con lui la stabilità del sindaco. Tanto per dire: i cinque consiglieri capitolini lunedì hanno detto che “Va fatta una verifica sulla giunta”. E ricordato che il Segretario del Pd di Roma (manciniano) va sostituito ora che Andrea Casu è deputato. Guarda caso quei Consiglieri frequentano la parrocchia politica di Area Dem.

Gualtieri è un abilissimo tecnico e per questo il Pd lo volle prima in Europa e poi al Governo come ministro; infine lo ha intronizzato nel Campidoglio per dare una svolta di efficienza a Roma dopo gli anni improbabili di Virginia Raggi. Ma deve fare anche i conti con la politica. E li sa fare. Ha aperto l’armadietto. Ed ora i Consiglieri rettificano dicendo che volevano solo un confronto costruttivo. Bettini sta marcando stretto Giuseppe Conte. Il resto si vedrà a breve.

Mò però lasciateme governà.