Top e Flop, i protagonisti del giorno: mercoledì 23 marzo 2022

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende in questo mercoledì 23 marzo 2022.

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende in questo mercoledì 23 marzo 2022.

TOP

VOLODOMIR ZELENSKY

Volodymyr Zelensky (Foto Imagoeconomica via Pool)

Con fermezza, orgoglio e dignità ha fatto capire al Parlamento italiano cosa sta realmente succedendo in Ucraina: città rase al suolo, bambini uccisi, donne stuprate e impiccate, anziani deportati.

Ma ha anche detto che l’Ucraina è il cancello dal quale la Russia di Putin vuole entrare per stravolgere il livello di vita degli europei. Ha chiesto aiuto, a testa alta. Cercando di far capire che il ragionamento non deve essere quello di non intervenire per evitare la terza guerra mondiale, ma di cercare di fermare in ogni modo l’avanzata di Putin, perché altrimenti la terza guerra mondiale sarà inevitabile.

L’Ucraina è da quattro settimane sotto le bombe ed è arrivato il momento di aumentare sia le sanzioni nei confronti della Russia che la pressione politica. Il dialogo con il Papa è servito a far capire che l’obiettivo di Zelensky è la pace. Però in questo momento la resistenza è irrinunciabile.

Statista.

MARIO DRAGHI

Mario Draghi

Un discorso che raramente è stato pronunciato da un presidente del consiglio italiano davanti alle Camere riunite. Mario Draghi si è lasciato alle spalle una storia italica fatta di cerchiobottismo e di titubanze, dicendo chiaramente che oltre all’inevitabile e necessario aiuto umanitario, è importante che la Resistenza ucraina abbia le armi per potersi opporre a quella che è una brutale invasione di un popolo sovrano. (Leggi qui La fine del cerchiobottismo italiano).

Ci sono stati naturalmente anche dei malumori in aula, ma Draghi ha tirato dritto e ha fatto bene, inserendo l’intero ragionamento politico in quadro europeo, perché quello che sicuramente Putin non si aspettava è l’unità dell’Unione Europea.

In passato l’Italia ha sempre cercato di barcamenarsi sul palcoscenico internazionale, stavolta invece Draghi si è schierato nettamente.

Premier non per caso.

FLOP

MATTEO SALVINI

Matteo Salvini (Foto Marco Cremonesi © Imagoeconomica)

Quando Mario Draghi ha effettuato il passaggio che all’Ucraina devono essere assicurate anche le armi, Matteo Salvini ha detto che lui è sempre in difficoltà e fatica ad applaudire quando si parla di armi. Preferendo invece discutere di pace secondo i dettami del Papa.

Il Capitano della Lega in passato ha fatto della legittima difesa un suo cavallo di battaglia, specialmente nei casi in cui ladri e malintenzionati entrano in un appartamento e magari il proprietario spara. Se un intero popolo come l’Ucraina viene invaso dal più potente esercito straniero, si può parlare di legittima difesa se la Resistenza imbraccia le armi? Pensiamo di sì. Dunque fatichiamo a capire perché la legittima difesa debba scattare se si è aggrediti in casa e non se ad essere invasa è un’intera nazionale.

La realtà è che Matteo Salvini cerca di barcamenarsi dopo che per anni ha detto che Putin era il più grande politico esistente.

Arrampicata sugli specchi.

300 ASSENTI

Enrica Segneri

I numeri sono ballerini, ma comunque tutti gli addetti ai lavori hanno stimato in 300 le assenze di ieri in Parlamento durante il collegamento di Zelensky. Cambia poco se gli assenti sono stati 200 o 400.

Il segnale che hanno dato è negativo perché sicuramente il Cremlino avrà notato questo fatto, convincendosi che l’Italia può essere l’anello debole della catena europea.

Nel nostro Paese il filoputinismo è diffuso in diversi ambienti, come si è visto. Ma in ogni caso era necessario che fossero tutti presenti, anche quelli che hanno dubbi e riserve. Era necessario per far capire che la massima istituzione elettiva e democratica del Paese partecipa compatta alla discussione di un tema così drammatico e importante politicamente.

Scelta incomprensibile.