Top & Flop * Giovedì 4 luglio 2019

Top & Flop. Ogni notte, i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende l’indomani.

TOP

DE FALCO – D’EMMANUELE

Erano decenni che non si vedeva un attivismo così da parte della magistratura provinciale nei confronti della Pubblica Amministrazione. Dai tempi di Mani Pulite e prima ancora da quelli del procuratore Paolino Dell’Anno. 

I capi delle Procure di Frosinone (Giuseppe De Falco) e Cassino (Luciano D’Emmanuele) stanno portando a conclusione inchieste a raffica su temi come la corruzione, le infiltrazioni camorristiche, l’inquinamento ambientale, i rifiuti, le truffe, l’immigrazione e tutto il resto. Certo nel nostro sistema giudiziario esiste la presunzione di innocenza e ci sono tre gradi di giudizio, ma gli indizi e le fonti di prova che stanno emergendo offrono uno spaccato della realtà sul quale riflettere. Una sorta di ‘mondo di mezzo‘ presente anche in provincia di Frosinone, proliferato grazie alla convinzione che tutto sia possibile e che alla fine nessuno chiederà di pagare il conto perché – dopotutto – sempre così è stato. Se qualcuno aveva pensato che potevano esserci zone di impunità, deve ricredersi. Tolleranza zero e sconti a nessuno. Specialmente alla politica. Anche perché da quello che si legge nelle intercettazioni, Tangentopoli è tornata (o forse non è mai andata via). Con modalità diverse, con somme diverse, con sistemi diversi. Ma lo spirito corruttivo è lo stesso.

De Falco e D’Emmanuele costituiscono oggi una barriera di legalità, ricordando che quelle presenti nei Palazzi di Giustizia di Cassino e Frosinone non sono Archiviature della Repubblica bensì Procure della Repubblica. Mani Pulite.

ZINGARETTI – D’AMATO

Il presidente della Regione Lazio sta fronteggiando lo schifo (non esiste altro termine) dell’emergenza rifiuti a Roma.

Ha detto: “Domani mattina firmerò e presenteremo questa ordinanza esercitando i poteri sostitutivi, perché è ovvio che Roma non può rimanere in queste condizioni. Abbiamo fatto di tutto per evitarlo, spingendo al massimo la collaborazione interistituzionale, ma è evidente che occorre un segnale, perché prima di tutto bisogna mettere al primo posto l’interesse della città. Roma prima di tutto”. Non a caso ha parlato di poteri sostitutivi. Per mettere in evidenza il fallimento cosmico del Comune di Roma, della sindaca Raggi e dei Cinque Stelle. Mentre l’assessore regionale alla sanità Alessio D’Amato, riferendosi proprio a Virginia Raggi, ha attaccato: “Un sindaco che mette a repentaglio la salute dei romani ed espone i cittadini, ormai da settimane, ad una condizione di una emergenza igienico-sanitaria dovrebbe avere il pudore di tacere”.

Un attacco concentrico, amministrativo e politico. Come Pulici e Graziani (i gemelli del gol).

FLOP

VIRGINIA RAGGI

Invece di chiedere scusa ai romani e a tutti gli italiani, la sindaca di Roma ha affermato: «I rifiuti a terra a Roma non sono una priorità per la Regione Lazio, siamo ancora in attesa dell’ordinanza che consente di trovare impianti dove portare la spazzatura. I mezzi di Ama girano per la città raccolgono i rifiuti che riescono a portare da qualche parte ma il grosso resta a terra perchè non sappiamo dove portarlo. Una situazione che va avanti da inizio giugno quando si è rotto un impianto e un altro è andato in manutenzione: la Regione poteva intervenire un mese fa ma si è dovuto attendere il sollecito del ministro Costa e oggi ancora non emette l’ordinanza sugli impianti».

Massimiliano Valeriani, assessore regionale al ciclo dei rifiuti, non ha potuto non rispondere. Così: “Gli impianti che stanno salvando da mesi la città di Roma dall’emergenza rifiuti sono sempre gli stessi e si trovano fuori dalla Capitale: Aprilia, Frosinone, Castelforte, Pomezia e Viterbo. La sindaca dimostra ancora una volta la sua totale mancanza di collaborazione istituzionale e di rispetto verso intere comunità del Lazio, che stanno aiutando da tempo Roma a dispetto dei disastri portarti avanti dalla giunta capitolina. Stia tranquilla la sindaca, l’ordinanza che attende con impazienza indicherà dettagliatamente quelle misure che la sua amministrazione avrebbe dovuto fare da mesi e che non ha mai realizzato“.

Ma la sindaca Virginia Raggi fa finta di non sentire. Imbarazzante.

GIOACCHINO FERDINANDI

Avrà tempo e modo per rispondere alle accuse che gli vengono mosse e che hanno portato al divieto di dimora. Intanto però il sindaco di Piedimonte San Germano Gioacchino Ferdinandi deve fare i conti con una doppia sospensione: da primo cittadino e anche da consigliere provinciale.

Lo ha disposto il Prefetto Ignazio Portelli sulla base delle normative vigenti. Una situazione che l’esponente di Forza Italia mai avrebbe immaginato fino a qualche giorno fa. E se non fosse stato per l’adesione di Gianluca Quadrini, oggi gli “azzurri” si ritroverebbero senza neppure un consigliere provinciale.

Per Gioacchino Ferdinandi un momento assai difficile. All’angolo.