
Top e Flop. I fatti ed i protagonisti di venerdì 10 settembre 2021. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore
Top e Flop. I fatti ed i protagonisti di venerdì 10 settembre 2021. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore.
TOP
SPERANZA – BRUNETTA

Nel giorno in cui ha ricevuto minacce di morte gravissime, il ministri della salute Roberto Speranza (Leu-Articolo 1) ha annunciato passi avanti sulla terza dose per i fragili, i sanitari e gli over 80 e anche sul delicato tema della vaccinazione obbligatoria contro il Covid.
E’ in trincea, più di chiunque altro, fa febbraio 2020 e ha dovuta adattare strategie operative e linee politiche alle diverse fasi della pandemia e della maggioranza di governo. Sta dimostrando una tenuta nervosa fuori dall’ordinario, ma anche una capacità di saper prevenire l’evolversi della malattia.
Il ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta (Forza Italia) sul Green pass ha giocato d’anticipo, dicendo che “è uno strumento geniale perché aumenta il costo psichico e monetario a carico degli opportunisti contrari al vaccino e che in futuro dovrà valere sia per il lavoro pubblico che per quello privato”.
Coppia d’assi.
FRANCESCO SCALIA

Ha fatto riammettere Roberto Simonelli come candidato a sindaco di Arce. Il Tar infatti ha accolto il ricorso contro l’esclusione comminata dalla sottocommissione. Ricorso presentato, curato, argomentato e poi sostenuto in aula dal professor avvocato Francesco Scalia. (Leggi qui Simonelli torna in corsa: ammesso alle elezioni di Arce).
In breve: le carte relative alla presentazione della candidatura a sindaco di Simonelli erano state presentate alle 12.17 (termine ultimo 12) e mancava un documento. Ma Scalia è riuscito a far passare il concetto che bisogna vedere e capire per quale motivo c’era stato il ritardo. Lo ha fatto con tanto di ricostruzione cronologica e logica. Con “chicche” degne di esperti di diritto.
Francesco Scalia è un eccellente avvocato, ma nel recente passato è stato un fuoriclasse della politica: senatore, assessore e consigliere regionale, presidente della Provincia, sindaco di Ferentino. Una carriera di primo livello fatta a tremila all’ora e con successo.
Ma il vero punto è un altro. A differenza della stragrande maggioranza dei suoi colleghi politici, Scalia è uscito senza rientrare, senza andare in crisi, senza dover metabolizzare un distacco. Non è semplice, in tanti non ci riescono, in tanti ci hanno messo anni. Lui ha fatto come Roberto Baggio nel calcio: quando è uscito ha chiuso una fase.
Così Francesco Scalia con la politica. Ma questo anche perché sa fare molto altro. E bene. Per esempio l’avvocato.
Fuoriclasse ovunque.
FLOP
GIUSEPPE CONTE

Alla Festa dell’Unità di Bologna Giuseppe Conte è stato accolto da trionfatore (a dimostrazione che Goffredo Bettini ci vede lungo), ha cantato Bella Ciao e tutto il resto. Ma in mattinata, a Reggio Emilia, aveva pronunciato una frase che aveva letteralmente disorientato tutti. A cominciare dai Cinque Stelle.
Questa frase: “Siccome non ritengo di essere infallibile, e nemmeno vedo davanti un orizzonte poi così lungo, ve lo dico francamente: questo è un impegno stressantissimo. Lavorare così per il bene comune è una faticaccia enorme, quindi non credo che la potrò reggere fisicamente a lungo. Spero, e faremo in modo, che ci sia qualcuno più bravo di me, quando sarà il momento. Ma questo progetto è forte e dovete appoggiarlo, non lasciate che altri parlino con la vostra voce”. Come dire: non ce la faccio a reggere questa pressione, meglio che arrivi un altro più bravo di me.
Un capo politico non può dirlo. Intanto perché i lavori stressanti e le pressioni vere sono ben altre, magari quelle di padri e madri di famiglia senza un lavoro.
Conte ha corretto il tiro: “Io stanco? Come vedete, il calore della gente moltiplica le energie. E’ nato un fraintendimento: se ci si impegna seriamente nell’interesse delle persone per perseguire il bene comune, evidentemente ci si dedica anima e corpo. Ed è un impegno enorme, lo sottoscrivo. Volevo dire che per me la politica non sarà mai un mestiere, ma una vocazione e quindi qualcosa di più”.
“Ho maturato una certa esperienza man mano che vado avanti, lo faccio col massimo entusiasmo e col massimo impegno. Volevo anche dire che se si lavora seriamente in questa direzione, la fatica è enorme. Se lascerò il posto a qualcun altro? Abbiamo appena iniziato, ci mancherebbe. Con impegno, determinazione e convinzione, abbiamo un grande progetto da realizzare”.
Però la frase iniziale è stata pronunciata e apre uno scenario politico diverso nei Cinque Stelle. A questo punto, dopo le elezioni di ottobre, può davvero succedere di tutto.
Autogol gratuito.
MATTEO SALVINI

Anche lui, come Conte, non attraversa certo un momento dialettico felice. Ieri nel corso dell’Aria che Tira su La 7 (programma di Myrta Merlino), il Capitano si è lasciato andare ancora una volta a considerazione sul vaccino che francamente competono agli esperti.
Ha detto:«Io sono vaccinato, posso prendere il virus e posso trasmetterlo. Se faccio un tampone ora, vedo se sono negativo. Lo strumento imbattibile per vedere se una persona è negativa in un momento è il tampone. Il vaccino non mi rende totalmente immune. Proviamo a fare informazione corretta: le varianti nascono come reazione al vaccino».
Silenzio in studio e virologi senza parole. Roberto Burioni ha twittato: «Voi capite perché sono scoraggiato?». Massimo Galli all’Adnkronos ha affermato: «Il senatore Salvini deve parlare delle cose che sa e non di cose orecchiate in giro, lasci stare i vaccini che salvano le vite e oggi sono l’unico strumento che evita l’ospedale e il cimitero».
Matteo Bassetti ha spiegato: «L’affermazione che le varianti nascono come reazione al vaccino è una delle cose più inesatte che ho sentito da quando si parla di pandemia. Le varianti nascono quando le persone non sono vaccinate e il virus si muove, liberamente: vedi la Delta in India dove la popolazione non era immunizzata così la Mu. Dire quello che ha detto Salvini è profondamente inesatto».
Fabrizio Pregliasco ha concluso: «Le affermazioni del leader della Lega arrivano da cattivi consiglieri e istillando dubbi. È legittimo che la politica decida come usare i vaccini, ma qui si deborda».
Ma al Capitano chi glielo fa fare di avventurarsi su certi terreni? Se poi non è chiaro che sulla questione della pandemia Mario Draghi si fida di Roberto Speranza, del Cts e dei virologi, allora il problema politico è una voragine.
La lunga estate degli scivoloni.