Un mare di occasioni in un’economia tutta blue

Il sostegno di Giorgia Meloni, l'analisi dei numeri. Cala il sipario sule secondo Blue Forum dopo oltre 200 ospiti intervenuti a Gaeta per confrontarsi sul futuro del Mare. La rotta di Giovanni Acampora per un ruolo sempre più europeo del sud Lazio

La Blue economy, ovvero l’economia del mare, cresce in Italia e nel 2021 ha prodotto 52,4 miliardi di euro di valore aggiunto. E se si considera l’intera filiera (diretta e indiretta) cresce fino a 142,7 miliardi, l’8,9% dell’intera economia nazionale. Con 228mila imprese che danno lavoro a quasi 914mila persone, il settore ha vissuto un boom dell’export tra il 2021 e il 2022 con una crescita del 37,4%.

Sono alcuni dei numeri contenuti nell’XI Rapporto sull’Economia del mare dell’OsserMare (Osservatorio nazionale sull’economia del mare) di Informare. Li ha elaborati il Centro studi Tagliacarne di Unioncamere e sono stati al centro del secondo Summit nazionale sull’economia del mare Blue forum andato in scena fino a ieri sera a Gaeta (Latina).

Il Lazio traina l’Italia il blue

Nel biennio 2020-21 c’è stata l’impennata dell’industria delle estrazioni marine: +69,8%. Ma l’analisi presentata a Gaeta ha deciso di escludere quel dato. Perché avrebbe drogato tutte le elaborazioni successive. Escluse le estrazioni lo scenario che emerge è più nitido e realistico: a trainare il recupero del ‘Sistema mare‘ sono stati in particolare i servizi di alloggi e ristorazione (+22,1%), la cantieristica (+11,7%) e la filiera ittica (+8%).

Il 61% della ricchezza prodotta dal mare proviene dal Centro e dal Mezzogiorno nel 2021 contro poco più del 44% dell’intera economia. Ma a livello regionale è la Liguria a ricoprire un ruolo di primo piano per incidenza del valore prodotto dall’economia del mare sul totale regionale (11%). Il Lazio è la prima regione in Italia per numero delle aziende blu con 35.241 unità, seguita da Campania (32.449) e Sicilia (28.640).

L’XI Rapporto sull’Economia del mare è stata la parte centrale della seconda edizione del summit Blue Forum. Nei tre giorni di dibattiti e focus sono stati circa duecento i relatori intervenuti a Gaeta per lavorare alla creazione di una nuova visione strategica marittima dell’Italia. Sul palco hanno dato la loro visione dell’orizzonte i rappresentanti delle tante filiere del mare: sicurezza, shipping, logistica, nautica, portualità turistica e commerciale, pesca e acquacoltura, ambiente, energia, innovazione e ricerca, formazione, turismo, sport e cultura. L’obiettivo per tutti è stato quello di rafforzare il dialogo aperto con l’Europa, nell’ottica di collaborare alla creazione di un’economia blu sostenibile

Per la cronaca, ad introdurre il documento è stato Antonello Testa (coordinatore OsserMare) mentre ha presentato i dati Gaetano Fausto Esposito (direttore del centro studi Tagliacarne). A commentarli sono stati Salvatore De Meo (presidente della commissione Affari costituzionali del Parlamento Europeo) e Jordi Guillen (Fisheries Economist, European Commission, Joint Research Centre). 

Il plauso di Giorgia Meloni

Giorgia Meloni

Ad aprire i lavori dell’ultima giornata è arrivato il messaggio della premier Giorgia Meloni. Anche lei ha messo l’accento su quei numeri che da anni OsserMare raccoglie ed analizza, tracciando una rotta per chi poi deve prendere decisioni e fare scelte strategiche nel settore del mare.

Giorgia Meloni mette l’accento già sul titolo del summit: “Italia Nazione di mare”. «Il titolo del vostro summit – dice – rappresenta una realtà che anche il Governo ha voluto valorizzare. Innanzitutto restituendo centralità all’Economia del Mare, istituendo finalmente dopo trent’anni un Ministero ad hoc, non più soltanto dedicato alla Marina mercantile ma a tutte le filiere che animano il nostro petrolio blu. Quella di istituire il Ministero del Mare non è stata una scelta simbolica ma una precisa volontà politica che riconosce nell’economia del mare un prezioso volano per l’intera nazione ed un’importante opportunità di crescita, in particolare per il Mezzogiorno».

Il presidente del Consiglio del Ministri ha evidenziato che per anni non c’è stata sufficiente consapevolezza del lavoro che si sviluppa intorno al Mare: un’economia che rappresenta direttamente il 9% del PIL, vale oltre 150 miliardi di euro. E attorno a cui ruotano enormi interessi economici, politici e geostrategici per la nostra Nazione. Come il summit di Gaeta ha messo in evidenza: nei fondali del mare passano gasdotti strategici, cavi indispensabili per le comunicazioni. (Leggi qui: Blu Forum, Gaeta chiama l’Europa per riscrivere le regole).

E quello di Matteo Salvini

Matteo Salvini in collegamento con il Blue Forum e Claudio Durigon in sala

Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, intervenuto in collegamento ha parlato di “rivoluzione economica, strutturale e culturale che attende il Paese nei prossimi anni di governo Meloni”. Per il vice premier “il tema del mare è uno dei temi centrali ai quali dobbiamo lavorare perché non ci sia un’ideologia Green che arrivi all’assurdo penalizzando le imprese e la produzione”.

Il nodo insomma è quello dell’estremismo ambientalista. Nella visione di Salvini va individuato un punto di equilibrio: legato in sostanza ai tempi di realizzazione della transizione. Ha ribadito «Sì alla transizione ecologica ma con tempi giusti e costi sostenibili per le aziende. Dobbiamo lavorare sulle Infrastrutture e sui Trasporti, oltre che sulla Portualità, per garantire uno sviluppo senza precedenti all’Italia. Ci stiamo già adoperando sulle normative e sulle riforme, perché i porti vanno dragati, il mare va conosciuto, rispettato e tutelato. Ma, soprattutto, amato”.

Di politiche del Mare, Infrastrutture e necessità di collegamenti hanno parlato il Sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon ed il deputato Nicola Ottaviani che è il volto della Lega sui temi dell’economia nazionale. 

Sul palco del Blue Forum si sono poi susseguiti gli interventi di Pasquale Ciacciarelli (assessore alle Politiche del Mare della Regione Lazio); Giovanna Miele (deputato componente della VII Commissione); Donatella Prampolini (vicepresidente di Confcommercio); Gerolamo Cangiano (deputato della IX Commissione); Pino Musolino (presidente dell’autorità portuale del Mar Tirreno Centro-Settentrionale e Presidente Medports); il colonnello Giovanni Dell’Anno (Capo Ufficio Logistico del Centro Navale della Guardia di Finanza).

Italia Nazione di Mare e di blue economy

Giovanni Acampora

Con orgoglio il padrone di casa Giovanni Acampora (presidente di Assonautica, Si.Camera, Camera Commercio Frosinone Latina) ha evidenziato che «questa iniziativa è nata perché c’è un percorso condiviso. Al quale ognuno ha offerto il suo prezioso contributo. La strada da percorrere è ancora lunga e tortuosa ma lo faremo insieme. Ogni anno, con cadenza annuale, ci ritroveremo uniti per questo appuntamento, con voi e con l’Europa». Ha evidenziato il dialogo con l’Ue e con la Presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola. «Federare tutte le iniziative del mare e fare massa critica, può attivare il cambiamento e dare vita ad un’onda contagiosa di entusiasmo, determinazione e coraggio che porti l’Italia a diventare la prima nazione marittima d’Europa» ha detto Acampora.

Il presidente, insieme a Luca Sisto e Giuseppe Cavuoti (Dirigente Struttura di missione sulle politiche del mare presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri) ha dato vita ad un dibattito con l’obiettivo di sintetizzare il contributo degli stakeholder alla costruzione del Piano del mare e alla nuova visione strategica marittima dell’Italia. Alla sessione ha preso parte, in collegamento, Antonio Tajani (vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri). Ha detto che «L’Italia attraverso il Mare sarà presto al centro del dibattito europeo e nazionale, non è essere ambiziosi ma realtà. Ci sono importanti realtà con le quali dobbiamo dialogare per esportare e internazionalizzare. Per collegare, attraverso le ‘autostrade del mare’, l’Italia agli altri Paesi».