Un toscanaccio di nome Abbruzzese che vuole Bruxelles: si va per ‘omizi

Sei tappe toscane per il tour del politico cassinate che alle Europee corre per la Lega. Con una sola certezza: via le bandiere ideologiche e sì ai territori

Piero Cima-Sognai

Ne elegantia abutere

La segreteria politica sta battendo a tappeto telefonicamente il collegio per sondare gli umori dell’elettorato. E per ricordare che lui è l’uomo del territorio: quello che nella corsa per Montecitorio di sei anni fa rimase a casa per via di un gioco al massacro tutto a sinistra che finì per premiare la sconosciuta candidata a Cinque Stelle. Da allora, iniziative politiche grilline per difendere Cassino ed i suoi asset economici ed industriali, i suoi posti di lavoro e la sua crescita, lo stabilimento Stellantis ed il tribunale: zero. Anzi, gli ecobonus e le ecotasse che hanno massacrato alcune mtorizzazioni della Giulia appena messa sul mercato nascono in quell’epoca.

Il messaggio tra le righe che sta passando questa volta è micidiale: nessuno tra gli altri Partiti ha messo in campo uno dei suoi uomini di prima fascia. C’è solo lui. Il non detto è di votarlo a prescindere dal simbolo politico che lo accompagna. I numeri dicono che può farcela: perché alle regionali di un anno fa Mario Abbruzzese ha fatto uscire dalle urne oltre 14mila schede con scritta la preferenza al suo pupillo Pasquale Ciacciarelli. Nella sola provincia di Frosinone. Ne servono altrettante e poco di più rastrellate tra il resto del Lazio, della Toscana, dell’Umbria e delle Marche per staccare il biglietto che conduce a Bruxelles.

Campagna Toscana

Mario Abbruzzese

Il primo a credere che sia un risultato possibile è lui: Mario Abbruzzese. Oggi pomeriggio è partito per andare a seminare quei voti tra i collegi della Toscana. Questa sera sarà a Firenze, domani sabato 9 marzo sarà all’Isola d’Elba e poi in serata lo attendono prima a Livorno e poi a Cecina; invece domenica 10 ha in agenda Arezzo e Montecatini. Il tour elettorale di Mario Abbruzzese per la corsa ad un seggio europeo sotto l’egida della Lega avrà lo start anche in Toscana. Cioè esattamente dove il politico cassinate era giunto lo scorso 3 dicembre a dare man forte alla corsa di Matteo Salvini per liberare Bruxelles “da chi la occupa abusivamente”.

Con lui allora c’erano il deputato leghista e già sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani. Poi l’assessore regionale all’Urbanistica e Politiche del Mare Pasquale Ciacciarelli. Assieme a loro anche la capogruppo Laura Cartaginese. Altri tempi ed altra grinta per il Capitano, che oggi vede l’Abruzzo come penultima spiaggia, stessi tempi e stesso coltello tra i denti dei giorni migliori per Supermario. Per uno cioè che nella verve tribunizia dei periodi caldi ci ha sempre stemperato una buona dose di pacata concretezza.

Per lui il consenso si ottiene mettendo gazzosa nel vino e senza mai tracannare in purezza, perché il segreto di una buona campagna elettorale è la territorialità schietta.

Niente sbornie pop, sono concretezza

E per quella non servono sbornie pop, solo i temi giusti e il giusto pedigree. E Mario Abbruzzese ha un curriculum lungo, culminato con la nomina a Presidente del Consiglio Regionale del Lazio. Interrotta con le dimissioni improvvise rassegnate da Renata Polverini che con il suo gesto ha segato anche un’intera generazione. Della quale Abbruzzese faceva parte.

La bandiera della Lega è sbiadita? Abbruzzese l’hanno lanciato nella mischia proprio perché ha quel pedegree: cinque anni fa il carburante fu Salvini che ringhiava dai palchi e piaceva tantissimo ad un Paese che non ha mai fatto bene del tutto i conti con i balconi e quelli che ci gridano sopra. Ora la scommessa della Lega è Mario Abbruzzese per il quale la politica è contatto con gli elettori senza piantare troppe bandierine ideologiche. Chi lo fa rischia di sbagliare ad inquadrare la “giusta dimensione”. Lo aveva già detto nei giorni fiorentini in cui Salvini aveva lanciato la sua sfida.

E raccolto attorno a sé tanti e tali di quei totem dell’oltranzismo europeo che un forzista aveva chiosato ironico citando The Blues Brothers: “Mancano solo i nazisti dell’Illinois”. Aveva spiegato Abbruzzese, che in certe cose è come il miscelatore tra acqua torrida-ghiacciata: “Temo che si stia dando un messaggio sbagliato agli elettori. Si stanno politicizzando in maniera eccessiva le elezioni Europee. Che invece trovano la loro giusta dimensione se le leggiamo in chiave locale.

La ricetta: Carroccio con voto utile

Matteo Salvini a Firenze

Per Abruzzese tutto sta nel capire cosa si voglia ottenere dal voto e quanto si sia disposti a capire che esiste solo quello “utile”. Certo, non disancorato dalle convinzioni, ma di certo tutto spalmato addosso alle istanze che lo determinano, e che spingono i cittadini ad entrare nell’urna. O ad ignorarla. E’ la vecchia croce dei voti italiani da molti anni ed è anche croce specifica del Carroccio e dei suoi esponenti, che sotto la “linea Gotica” non sono mai riusciti a fare massa critica di consenso.

Perciò, per Abbruzzese, “Più che perdere tempo su chi sia più a destra tra Lega e sovranista tra Lega e Fratelli d’Italia è importante capire”. Capire cosa? Ecco, ad esempio “quanto da Bruxelles si possa fare per il destino del comparto Automotive della provincia di Frosinone. Sostenere il polo della ricerca dell’Università di Cassino, premiare il contributo green dato da Power 4 Future nella nostra area industriale”.

Il minitour elettorale a Roma

Mario Abbruzzese

La campagna elettorale toscana di Abbruzzese segue un minitour che il candidato legista ha tenuto a Roma nella giornata di giovedì 6 marzo. Tour capitolino che ha annoverato anche “una cena di beneficenza con il Professor Fabio Covelli. “Questi incontri creano legami e ricordi indimenticabili che alimentano il senso della nostra comunità. Grazie di cuore per il vostro impegno e la vostra determinazione nel voler cambiare questa Europa”.

Ma come la vuole cambiare l’Europa Abbruzzese e, soprattutto, come spiegherà il cambiamento agli elettori toscani? Giocherà anche lì la carta dei territori. Presentandosi come il candidato non del Lazio ma che parte dal Lazio per rappresentare tutta l’Italia Centrale. Se c’è una cosa che l’ex Presidente del Consiglio Regionale del Lazio sa fare, quella è di essere plastico. Cioè di saper stemperare un messaggio politico generale lasciandovi immutato uno “zoccolo duro” per poi calare le briscole locali. La Toscana è regione cruciale nella mega circoscrizione elettorale dell’Italia centrale.

Quasi tre milioni al voto per giugno

La regione conta quasi 3 milioni di elettori e in due dei quattro Comuni nei quali farà tappa Abbruzzese si voterà anche per le amministrative: sono Firenze e Livorno. Terreno difficile dunque. Anche a contare che nel capoluogo gigliato si deciderà a chi lasciare la poltrona di quel Dario Nardella che proprio a dicembre 2023 era stato molto critico nei confronti della kermesse sovranista di Salvini. Quella alla quale Abbruzzese era arrivato con la ferma intenzione di puntare su “un’Europa dei territori”.

Il sindaco di Firenze Dario Nardella (Foto: Leonardo Puccini / Imagoeconomica)

E sarà quello il claim del tour toscano di questo fine settimana che segna l’avvio della sua corsa per Bruxelles. Senza paura di sporcarsi le mani con un po’ di sovranismo di bottega, purche sia utile. “Se voler rappresentare il proprio territorio significa essere sovranista allora scrivete che sono sovranista”.

“Se significa fare una sfida a chi è più ortodosso, allora scrivete che la cosa non mi appassiona”. Perché lui, Abbruzzese, le bandiere non le vuole piantare su cocuzzoli, ma nei posti dove, secondo la sua visione, votare e crescere sono una cosa sola.