Vaccini, i pediatri contro «la scellerata proposta di M5S in regione Lazio»

I pediatri scendono in campo contro la proposta di legge regionale depositata dal M5S che punta a rivoluzionare i vaccini nel Lazio. «Legge senza basi scientifiche». Il testo prevede la quarantena di 4 - 6 settimane dopo la vaccinazione

Prima l’Istituto Superiore di Sanità che ha parlato di «seri problemi di scientificità». Poi la Federazione italiana medici di Famiglia (Fimmg) secondo cui «si torna indietro di 100 anni». Adesso la Confederazione italiana pediatri (Cipe) del Lazio che bolla l’iniziativa come una «netta presa di posizione no vax». Le levate di scudi dal mondo scientifico non si fermano dopo la proposta di legge 52/2018 presentata dal M5S in Regione Lazio, primo firmatario Davide Barillari, che rappresenterebbe un vero sconvolgimento nei piani vaccinali.

 

«È inutile girarci intorno – ha tuonato senza mezzi termini il segretario Antonio PalmaQuarantena, vaccini monocomponenti, analisi prevaccinali, nutrizione preventiva: non c’è nulla di valido dal punto di vista scientifico, né di etico nel documento presentato. I proponenti si rendono conto di quanti bimbi ‘fragili’ ci sono nella nostra Regione?».

 

La proposta del M5S

La proposta di legge regionale al centro delle polemiche è quella presentata dai consiglieri M5S Davide Barillari e Roberta Lombardi. Un testo che propone di “liberare” la Regione Lazio dall’obbligo dei vaccini, in nome della “prevenzione“, contro la “democratizzazione” della medicina.

Nel testo depositato dai consiglieri M5S si prevede “un iter vaccinale articolato attraverso uno screening pre-vaccinale completo che permetta la valutazione delle condizioni del soggetto interessato”. Poi un “processo di screening post-somministrazione dell’inoculo in modo da poter valutare ogni tipo di eventuale reazione avversa”.

Il percorso personalizzato coinvolge anche i “parenti prossimi”: il testo prevede che il pediatra o il medico di famiglia sia obbligato a raccogliere una dettagliata anamnesi dei genitori, dei parenti prossimi e del bambino stesso “considerando tutti i fattori che influenzano la salute di quest’ultimo nella sua globalità”.

Il testo regola i compensi per i centri vaccinali. Un articolo si addentra sull’importanza della buona e corretta alimentazione nella prevenzione.

Il punto più contestato è l’articolo 11 : è quello che prevede una quarantena. Recita il testo: «La scuola garantisce che sia rispettato il periodo di quarantena di 4-6 settimane per il soggetto appena vaccinato con virus attenuato al fine di evitare contagi indotti dalle stesse secondo il principio di precauzione».

Cioè, il bimbo che si vaccina deve stare in quarantena per 4 – 6 settimane.

 

Proposta senza base scientifica

I pediatri non ci stanno. Ed annunciano che metteranno in campo tutte le loro energie e soprattutto competenze, per contrastare «tale malfatta proposta».

La Cipe ammette che ci potrebbe essere qualcosa da rivedere nella legge dell’obbligo sui vaccini, ma solo se si riuscissero a raggiungere delle coperture che garantiscono un effetto gregge, da cui al momento siamo lontani, nonostante l’effetto positivo avuto fino ad ora.

Quello che i medici mettono in discussione è soprattutto la base scientifica che ha portato i grillini ad avanzare quelle richieste. «Vorremmo chiedere agli estensori – dicono i pediatri – se sono consapevoli di ciò che affermano,  cosa ne sanno delle malattie infettive e a quali rischi sarebbe esposta tutta la popolazione, in particolare i nostri bambini, con il riaffiorare di malattie debellate o quasi debellate grazie all’uso dei vaccini».

 

Salute pubblica a rischio

Il problema, sostengono, è che forse chi ha presentato la proposta  non ricorda più gravi malattie come la poliomielite, la difterite, il vaiolo, oppure ha già dimenticato i decessi recenti per il morbillo.

«La Salute Pubblica – evidenzia il segretario della Cipe Lazio Palma – non può essere messa a rischio in maniera inconsapevole e/o per obiettivi di mero stampo ‘politico».

La Cipe Lazio ripete la propria posizione a favore della vaccinazione universale, così come raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della sanità e da tutti gli organismi scientifici nazionali e internazionali ed apre un tema “caldo”: ancora una volta si torna infatti a parlare di un legame che sta diventano troppo stretto tra il tema delle vaccinazioni e quello delle fake news. Troppo spesso circolano notizie false che mettono in allarme. E il compito dei pediatri è proprio quello di tranquillizzare, i genitori prima di tutto.

 

La paura delle famiglie

«Siamo impegnati ogni giorno, come pediatri di famiglia, a fornire tutte le spiegazioni alle mamme e ai papà per la corretta salute dei propri figli affinché cresca una popolazione sana con scelte consapevoli. Quotidianamente nei nostri ambulatori accedono famiglie attente e desiderose di ricevere informazioni corrette dal punto di vista scientifico, perché disorientate dalla circolazione di notizie false». 

Questa legge sarebbe poi un vero cambiamento di rotta per la Regione Lazio, da sempre attenta alle strategie vaccinali, anche con campagne informative, senza lesinare impegno e risorse.

«Ci auguriamo si continui nell’interesse soprattutto dei nostri piccoli assistiti e – conclude Palma – auspichiamo un intervento istituzionale a tutti i livelli, contro la scellerata proposta del M5S. Confidiamo in una netta presa di posizione della nostra collega ministro della Salute, Giulia Grillo».