Veltroni, Franceschini e i due Letta: la corsa al Quirinale è già iniziata

L’elezione del prossimo presidente della Repubblica è destinata a cambiare il Sistema Italiana: ecco perché le grandi manovre sono già cominciate. Attenzione al bis di Sergio Mattarella

«Insomma, la lunga strada verso il Quirinale è iniziata. Veltroni in pole position, Franceschini a un’incollatura, i due Letta (zio e nipote) pronti a entrare in gioco, Prodi praticamente out. Il tutto con l’ipotesi Mattarella bis che, come ha detto Conte a La Piazza, potrebbe mettere tutti (o quasi) d’accordo (almeno nella maggioranza) in caso di impasse e veti incrociati». Lo ha scritto Affaritaliani.it . È la griglia di partenza del lungo gran premio per il Quirinale.

Mancano alcuni nomi e altri si aggiungeranno, però la logica esiste. Per il Capo dello Stato si voterà nel 2022, fra due anni. E Dio solo sa cosa succederà fra due anni, come sarà cambiato lo stesso quadro politico nazionale.

Sergio Mattarella

Ma intanto alcune certezze ci sono. Sergio Mattarella potrebbe puntare al bis, ma indubbiamente si tratta di una extrema ratio. L’opzione scatterebbe soltanto se il Parlamento non dovesse riuscire a trovare una sintesi. Le altre ipotesi sono tutte valide, tutte in campo.

Walter Veltroni è sicuramente il favorito se il quadro politico dovesse rimanere più o meno quello attuale. Ma Dario Franceschini ed Enrico Letta sono ad un’incollatura, perché entrambi hanno le caratteristiche per “rassicurare” anche alcuni settori del centrodestra. Se invece il quadro politico dovesse cambiare, anche in Parlamento, allora non c’è dubbio che il candidato del centrodestra potrebbe diventare Gianni Letta, che già in passato è stato accostato al Colle.

Per Romano Prodi vale sempre il “tradimento” dei 101 che lo affossarono anni fa. Non sono scomparsi, non da questo Parlamento. Non si parla più di Mario Draghi, probabilmente perché si teme uno choc economico senza precedenti, tale da richiedere un impegno da premier dell’ex presidente della Banca Centrale Europea.

Alcide De Gasperi

Ma il prossimo Capo dello Stato avrà un compito eccezionale, perché di fatto l’epidemia da Coronavirus ha stravolto tutti i capisaldi dell’equilibrio tra i poteri. Le manovre economiche degli scorsi mesi e dei prossimi determineranno altro debito pubblico, che graverà sulle future generazioni. Non è un caso che Sergio Mattarella ha richiamato i valori di unità del 1946. Quando la Dc di Alcide De Gasperi e il Pci di Palmiro Togliatti avviarono una difficile pacificazione nazionale, dalla quale poi germogliò il seme della ripresa e dello sviluppo economico.

Occorrerà uno spirito del genere per riformare tutto: la politica, l’economia, la società, la scuola, il lavoro, la Pubblica Amministrazione. Perciò la corsa al Quirinale è già iniziata.