Tutti a letto senza cena dopo il vertice di maggioranza

Alla fine, tutti a letto senza cena. Si è fatto tardi nelle sale dell’Edra Palace Hotel di Cassino. Lì il sindaco Carlo Maria D’Alessandro ieri sera ha riunito la sua maggioranza:a porte chiuse per sfogare i mal di pancia e affrontare i nodi.

 

UN FANTASMA E TRE ASSENTI

Un solo fantasma, tutti presenti, tre assenti giustificati. Le sedie vuote sono quelle di Carmine Di Mambro (convalescente), Francesca Calvani (fuori per ferie), Gianluca Tartaglia (in servizio al lavoro).

Il fantasma invece è quello di un rimpasto che – ha giurato il sindaco – non ci sarà. Non adesso. E comunque non nei termini tradizionali. Sarà una rotazione di deleghe, semmai una girandola come quella inventata da Nicola Ottaviani a Frosinone, soprattutto per la fascia ed il pennacchio da vice sindaco. In linea di principio: quello che Alessioporcu.it aveva anticipato (leggi qui ‘Il gioco delle tre carte tra rimpasto in giunta e candidature’ ) e come bene aveva analizzato il Conte della Selvotta (leggi qui ‘Carlo Maria come Giulietta al balcone’)

Il rimpasto ci sarà, qualcuno dalla Giunta uscirà. Ma senza strappi: Mario Abbruzzese sta lavorando alle candidature e chi uscirà lo farà con la prospettiva di un’elezione: Regione o Parlamento poco importa, purché venga assicurata un’uscita dignitosa. L’elezione, invece, quella non può garantirla nessuno.

 

 

IL DISASTRO NEI CONTI

La tenuta della coalizione è nulla rispetto al vero problema: la nave del Comune di Cassino è un Titanic che si tiene sulla linea di galleggiamento un po’ per scommessa ed un po’ perché l’assessore Ulderico Schimperna è un mago nei no discusso assessore è un mago nella gestione dei Bilanci pubblici.

Carlo Maria D’Alessandro lo ha detto con chiarezza ai suoi ragazzi: «Mettetevi in testa che la realtà è una sola, a prescindere da Operazioni Verità, Operazioni Bugia e Operazioni Fuffa. La verità è che ad oggi i nostri conti sono ordinatamente in bilico»

Basta una sentenza di risarcimento non prevista e si va a fondo. Come il Titanic. Conti in dissesto, tasse al massimo e rischio di figuraccia.

E allora quel è la rotta? La traccia il sindaco. Valorizzare tutto ciò che si può (così aumenta il valore in Bilancio e scende la percentuale del debito), alienare tutto ciò che si può (vendere tutto il possibile), concentrare l’azione su ciò che la gente vede e può apprezzare direttamente, avviare un piano di abbellimento per Piazza Labriola che è il salotto della città ma oggi assomiglia ad un parcheggio.

 

 

I SASSOLINI NELLE SCARPE

Ma più di qualcuno ha dei sassolini nelle scarpe (i dettagli li approfondirà poi il Conte della Selvotta). E le calzature che gli vanno strette.  Scalpitano i ragazzi, vogliono bruciare le tappe. Il sindaco lo intuisce ed è lui a toccare il tasto.

Ma nessuno affonda il colpo. Al punto che l’ingegnere CMd’A sbotta e dice «togliamoci il politichese dalla bocca e ora fuori quello che avete sullo stomaco: io sono in prestito alla politica, se devo aggiustare il tiro datemi delle coordinate e le valuto».

È così che è partita la discussione vera. Andata avanti fino alle 23.30. Al punto che, terminato il confronto, a qualcuno è venuta fame. Nulla da fare: la cucina è chiusa.

«Io vado a dormire, che domani mattina alle 6 sto già in strada» ha detto Franco Evangelista. Il sindaco ha preso la palla al balzo, per non rompere la dieta draconiana che lo ha dimezzato: «Vado, che tra qualche ora è il compleanno di mia moglie».

Tutta a casa e a letto senza cena. Anzi no: Mario Abbruzzese un pub aperto lo ha trovato e non c’è andato da solo. La seconda parte della riunione, quella più di sostanza, è andata in scena lì.

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