Vincenzi eletto alla 2^ votazione: “Buschini è stato trasparente”

Marco Vincenzi eletto presidente del Consiglio Regionale del Lazio. Prende il posto del dimissionario Mauro Buschini. Al quale è andato l'onore delle armi. “E' stato trasparente, la Commissione accerterà la sua correttezza”

La frattura c’è. Ed è pure molto profonda. Più delle parole hanno contato i gesti e gli sguardi. È arrabbiato Nicola Zingaretti: il video a circuito chiuso della seduta di oggi pomeriggio è nitido. Nell’Aula della Pisana, riunita per eleggere il nuovo presidente del Consiglio regionale del Lazio, la temperatura è stata polare.

Nicola Zingaretti e Daniele Leodori (Foto: Imagoeconomica, Stefano Carofei)

Zingaretti ha parlato solo con il suo vice Daniele Leodori che aveva seduto vicino a lui: non una parola con gli altri. Nessuno sa se prima dei lavori si sia visto con Mauro Buschini e con i Consiglieri Pd dell’Ufficio di Presidenza.

Il nuovo presidente è Marco Vincenzi che fino ad oggi è stato il capogruppo del partito Democratico. Consigliere alla seconda legislatura è un amministratore di lungo corso: sindaco di Tivoli dal 1999 al 2008, consigliere provinciale di Roma e poi assessore provinciale all’Urbanistica sotto Nicola Zingaretti, assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Roma prima di approdare alla Pisana.

Fumata nera

C’erano 49 dei cinquanta consiglieri regionali: tutti in presenza; unica assente è stata Gaia Pernarella (M5S) per motivi familiari. Ci sono volute due votazioni per eleggere il successore di Mauro Buschini, dimissionario di fronte alle sole ombre di un’azione poco trasparente nell’assunzione di 16 nuovi dipendenti in Regione, fatte scorrendo la graduatoria elaborata nel Comune di Allumiere.

Alla prima votazione c’è stata la fumata nera per un solo voto. L’aula, presieduta dal vicepresidente Devid Porrello (M5S) alla prima chiama ha espresso 33 voti per il capogruppo del Pd, Marco Vincenzi, ne occorrevano 34 per centrare l’elezione. In 7 hanno votato scheda bianca mentre 4 schede sono state annullate. I sei esponenti di Fratelli d’Italia non hanno partecipato al voto e sono usciti dall’Aula.

Chiara Colosimo (FdI)

Sono usciti per sottolineare che sono stati loro a far scoppiare la discussione. Poco conta che il via libera alle assunzioni sia arrivato dall’Ufficio di Presidenza composto da presidente, vice presidenti e segretari d’Aula e quindi da tutti i Partiti tranne FdI.

Annunciano: “Il gruppo di Fratelli d’Italia non parteciperà, uscendo dall’aula, alla votazione per l’elezione del nuovo presidente del Consiglio regionale. Non parteciperà perché il Consiglio è stato convocato e presieduto dall’ufficio di presidenza che ha votato all’unanimità le delibere riguardanti le assunzioni attraverso l’utilizzo delle graduatorie del concorso di Allumiere».

Ma non basta. Il Gruppo annuncia “Si è deciso di non prendere più parte alle prossime sedute del Consiglio regionale finché non verrà garantita discontinuità e trasparenza”.

Vincenzi eletto

Si è passati alla seconda votazione: il quorum necessario per eleggere il presidente è sceso a 31 voti, come prevede lo Statuto Marco Vincenzi ha centrato invece 34 preferenze, la Lega ha concentrato i suoi voti sul capogruppo Angelo Orlando Tripodi centrandone 6, due schede bianche e due nulle. Assente ancora una volta la pattuglia di FdI.

Marco Vincenzi è il terzo presidente del Consiglio regionale del Lazio in questa seconda legislatura Zingaretti,. Il primo a sedere sullo scranno più alto della Pisana è stato Daniele Leodori, che si è dimesso dopo un anno per entrare in giunta come vice di Nicola Zingaretti al posto di Massimiliano Smeriglio eletto al Parlamento Europeo.

In Aula gli è subentrato Mauro Buschini che fino a quel momento era il capogruppo del Pd.

Buschini trasparente

Marco Vincenzi (Foto: Paolo Cerroni / Imagoeconomica)

Il neo presidente d’Aula come prima cosa esprime vicinanza e solidarietà a Mauro Buschini. Si è dimesso senza che nessuno glielo avesse imposto. È stato l’unico a farlo tra tutti i votanti la delibera finita nell’occhio del ciclone. Qualcuno dei colleghi, prima di entrare in Aula gli dice «Ma che ca..,. ti sei dimesso a fà, così sembra che sia colpa tua». Buschini tira dritto. È pallido. L’unica cosa che riesce a mormorare è: «Io sono fatto così, non sopporto nemmeno il sospetto».

Era stato lui a ribadire la correttezza della procedura seguita dalla Regione. E per dimostrare che non ha nulla da temere ha chiesto l’istituzione di una commissione d’inchiesta che faccia chiarezza. Il suo successore accoglie la richiesta ed annuncia la nascita della Commissione. Verificherà le procedure.

Marco Vincenzi lo dice a lettere grandi davanti a tutta l’aula. “Desidero sottolineare la correttezza delle scelte del presidente Buschini e la sua proposta di istituire una commissione Trasparenza alla quale affidare il compito di valutare e analizzare la procedura di assunzione dei dipendenti nei ruoli del Consiglio. Dovrà valutare anche la contemporanea decisione di rassegnare le dimissioni da presidente del Consiglio per garantire la massima trasparenza nella costituzione della commissione e la completa autonomia nell’operato che dovrà svolgere“.

Vincenzi: No a processi sommari

Ma non basta. Non è una dichiarazione di circostanza. Vincenzi aggiunge: “Esprimo l’affetto e la stima al nostro collega Mauro Buschini consapevole della sofferenza che sta vivendo, pur nella serenità del suo operato“. Chi dei suoi colleghi lo frequenta sa il profondo tormento interiore di Buschini: il rispetto delle regole è per lui un’ossessione.

Vincenzi aggiunge: “Sono convinto che tutto verrà chiarito in modo definitivo. Nel frattempo è giusto che la commissione Trasparenza svolga la sua attività in autonomia e trasparenza, con rigore e correttezza nell’interesse dell’istituzione che rappresentiamo. Auspico che durante il percorso per giungere al completo e giusto chiarimento definitivo, ci sia da parte di tutti il rispetto delle regole democratiche non viziate da pregiudizi precostituiti. In attesa che si faccia chiarezza è importante evitare processi sommari e sentenze avventate. Sono fiducioso che questo non avverrà”.

La Lega non molla

(Foto: Imagoeconomica, Stefano Carofei)

La Lega non molla la presa. Annuncia la richiesta di un Consiglio straordinario con la presenza del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, per discutere di quel Concorso. le assunzioni sono state deliberate da un Ufficio di Presidenza nel quale il Carroccio ha ben due rappresentanti, almeno un nome dei 16 assunti è riconducibile alle sue file. (Leggi qui Brutta storia: dimissioni! Anzi, meglio no).

Ma il Partito va all’attacco e dice “Speriamo che Zingaretti non si sottragga e sostenga anche la proposta di inserire la trasparenza nel Comitato regionale di controllo contabile per risparmiare altri fondi pubblici“.