AAA cercasi cavalcatori di Intelligenza Artificiale

I nuovi profili professionali creati dall'Intelligenza Artificiale. Così difficili da trovare. La situazione nel Lazio. E quella profezia di Zingaretti ad Alatri

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Dieci anni fa: fu profeta Nicola Zingaretti. Mentre consegnava ad una scuola di Alatri una delle prime stampanti 3D disse ai ragazzi Buona parte di voi farà un lavoro che oggi ancora non esiste. A dargli ragione sono state le scoperte più recenti. Stando alle previsioni pubblicate dalla banca Goldman Sachs con l’avvento dell’Intelligenza Artificiale verranno persi nel mondo fino a 300 milioni di posti di lavoro.

Una previsione catastrofica. Che molti analisti ritengono pessimista ed esagerata. Molto più realisticamente l‘Intelligenza Artificiale farà sparire sicuramente delle figure professionali ma al tempo stesso ne creerà evidentemente delle altre. In linea con l’inarrestabile ed ineludibile processo di innovazione ed evoluzione tecnologica planetaria.

Chi usa il cervello elettronico

Seeweb tra i protagonisti dell’AI

In Italia sono 125mila le micro e piccole imprese che hanno già varcato le frontiere dell’intelligenza artificiale, su un totale di 134mila imprese italiane pioniere dell’IA. Ma la loro corsa nella transizione digitale è frenata dalla difficoltà di trovare personale qualificato.

Su 449mila lavoratori con elevate e-skill 4.0 richiesti dalle aziende, ne mancano all’appello 246mila, pari al 54,9%. A dirlo, numeri alla mano, è Confartigianato con un rapporto del suo Ufficio studi, su dati Unioncamere – Anpal, Excelsior 2023, che è stato presentato a Pesaro in occasione della terza edizione della ‘Giornata della cultura artigiana’. La Confederazione ha fatto il punto sul grado di innovazione delle imprese e sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale per ottimizzare la creatività e la qualità di prodotti e servizi made in Italy.

Stando al rapporto di Confartigianato, per quanto riguarda la difficoltà a reperire manodopera esperta di intelligenza artificiale, la situazione peggiore si registra in Trentino Alto Adige dove è introvabile il 67,2% dei lavoratori con elevata richiesta di competenze digitali avanzate 4.0 necessari alle Pmi (9.330 su 13.890). Seguono a breve distanza il Friuli Venezia Giulia, dove manca il 65,2% di personale pronto ad affrontare l’IA (4.800 su 7.360) e l’Umbria con una quota del 63,8% (2.980 su 4.670).

A soffrire la carenza di personale con e-skill sono anche il Veneto con 20.270 ‘introvabili’ su 34.590, pari al 58,6%, l’Emilia Romagna (17.910 su 30.810, pari al 58,1%) la Lombardia (46.930 su 81.020, pari al 57,9%) e il Piemonte con la Valle d’Aosta (16.720 su 28.910, pari al 57,8%).

La situazione nel Lazio

Il controllo qualità in una linea Meccatronica Skf

Il Lazio è al 12°posto nel ranking nazionale per quanto riguarda la difficoltà delle PMI nel reperire personale con elevata richiesta di competenze digitali avanzate 4.0. La previsione è di 40.500 nuovi ingressi nelle Piccole e Medie Imprese del territorio laziale: quindi nuove assunzioni con competenze digitali qualificate avanzate 4.0, delle quali ben 21.470 difficili da reperire. Che equivale al 53% del totale. Più della metà delle nuove figure professionali legate all’AI non si trovano.

Quali sono le figure difficili da trovare? Tra le professioni tecniche, la maggiore criticità riguarda elettrotecnici con il 91,5% delle entrate ad elevata richiesta da parte delle Pmi di competenze digitali avanzate 4.0 che risultano difficili da reperire. Non si trovano poi i tecnici della produzione di servizi con l’82,3%. E nemmeno i tecnici web con il 76%. Mancano i tecnici programmatori ed i tecnici dell’organizzazione e della gestione dei fattori produttivi, entrambi con il 73,2%.

C’è carenza di tecnici esperti in applicazioni con il 69,1%, tecnici della sicurezza sul lavoro con il 66,9%, tecnici gestori di reti e di sistemi telematici con il 66,7%. L’elenco prosegue con i tecnici meccanici con il 61,5%, approvvigionatori e responsabili acquisti con il 60,5%, operatori di apparecchi per la ripresa e la produzione audio-video con il 58,1%, tecnici della pubblicità e delle pubbliche relazioni con il 56,1% e tecnici della gestione finanziaria con il 55,6%.

Specializzato dove sei

Tra gli operai specializzati la maggiore difficoltà di reperimento riguarda attrezzisti di macchine utensili con l’88,3%, meccanici artigianali, riparatori e manutentori di automobili con l’84%, idraulici e posatori di tubazioni idrauliche e di gas con il 73,3%, elettricisti nelle costruzioni civili con il 67,8%, installatori e riparatori di apparati elettrici ed elettromeccanici con il 61,3% e montatori di carpenteria metallica con il 55,4%,

Tra i conduttori di impianti la maggiore difficoltà di reperimento riguarda il totale (100%) degli operai addetti a macchinari per la stampa dei tessuti e i conduttori di macchinari lavorazione e conservazione carne e pesce. Seguono operai addetti a macchine utensili automatiche e semiautomatiche industriali con l’84%, operai addetti a macchinari per le confezioni di abbigliamento con il 78%, altri operai addetti a macchinari tessili e delle confezioni con il 76,3%, operai addetti a macchinari per produzione di manufatti in cemento con il 74,3%, assemblatori e cablatori di apparecchiature elettriche con il 62,4%, operai addetti a telai meccanici per la tessitura e la maglieria con il 62,1% e conduttori di macchinari per la fabbricazione articoli in plastica e assimilati con il 57,8%.

Domanda ed offerta

I ragazzi diplomati all’ITS Meccatronico

Da anni vengono formate figure professionali ormai obsolete. La scuola non è al passo con un mondo che cambia ad una velocità estrema. Per anni le imprese della provincia di Frosinone hanno avuto il problema di trovare periti meccatronici. I pochi esperti di Meccanica + Informatica + Elettronica erano disposti a restare in Ciociaria solo il tempo necessario per ricevere un’offerta che li avvicinasse a casa.

La soluzione è stata l’Its Meccatronico. Che però gli industriali si sono dovuti avviare da soli: i tempi del mondo scolastico non sono quelli delle imprese. La carenza di personale è tale che all’uscita dai corsi, i ragazzi hanno già le aziende ad aspettarli.

L’Intelligenza Artificiale sta trasformando ancora una volta le esigenze del comparto produttivo. E mentre ci si perde in un dibattito barocco sui pericoli dell’AI le fabbriche rischiano di perdere la loro capacità competitiva. perché non c’è chi si formi per occupare quei posti. Anche nel Lazio.