Come si legge la votazione che ha ribaltato dopo dieci anni la governance alla guida della società dell'Acqua. L'asse FdI - Lega costruito con pazienza dai senatori Calandrini e Durigon. Per arginare Fazzone. Il ruolo chiave di Aprilia. Il tentativo dei ciociari di mescolare le carte. La manovra di Stefanelli che blinda subito la Provincia
È la vittoria Fratelli d’Italia e Lega. È il crollo dell’asse Pd – Forza Italia – Civici che dal 2015 governava la società. Da questo pomeriggio ammainano la loro bandiera dal fortino di Acqualatina: la società che mette insieme Comuni e socio privato nella gestione dell’acqua e della depurazione in provincia di Latina. Per difenderlo, negli anni scorsi il senatore Claudio Fazzone non aveva esitato a buttare giù le amministrazioni comunali di Latina e Terracina nelle quali la sua Forza Italia governava con An e Udc. Che avevano tentato un putsch sul governo dell’acqua.
La fine di un’epoca va in scena durante l’assemblea dei soci di Acqualatina: dopo quasi cinque ore di discussione. I sindaci hanno votato il nuovo Cda: i membri di parte pubblica sono Toni De Simone, Cinzia Marzoli e Giacinto Giancaspro. Dietro ai nomi c’è una bandiera: Giancaspro e De Simone sono stati indicati uno da Fratelli d’Italia ed uno dal sindaco di Aprilia, mentre la Marzoli è espressione della Lega.
La battaglia in assemblea
Cinque ore di battaglia, strategie, tentativi di diversivi e di manovre a tenaglia. Come quella tentata dai quattro comuni ciociari (Giuliano di Roma, Villa Santo Stefano, Amaseno e Vallecorsa) inseriti nell’Ato4 il bacino pontino dell’acqua. Hanno tentato una soluzione di compromesso, provato a rimescolare le carte ed arrivare ad un ‘volemose bene‘ quando è stato chiaro che il vecchio sistema non aveva più i numeri per reggere.
Una manovra l’ha tentata il presidente dell’Ato 4 e presidente della Provincia di Latina nonché sindaco di Minturno: Gerardo Stefanelli. Ha parlato della necessità di una soluzione unitaria e condivisa all’unanimità. Anche questo, un tentativo di rimescolare le carte: Stefanelli deve molto a Claudio Fazzone e Forza Italia per la sua elezione al timone della Provincia.
Niente da fare. Fratelli d’Italia ha lasciato sfogare tutti. Poi è andata avanti come una falange: seguendo la strategia intessuta in queste settimane dal senatore Nicola Calandrini. Che è diventata evidente nel momento in cui si sono schierate Sezze e Aprilia: le due città sono state determinanti.
La lettura del voto
Al momento di calare i voti nell’urna la partita era già chiusa. Voto con il sistema ‘ponderato‘. Cioè? Non con il sistema una testa un voto, come avviene alla Saf di Frosinone, bensì come si vota per eleggere il presidente della Provincia: il peso di ogni Comune vale in base al numero di abitanti. E Fratelli d’Italia ha le città più grandi.
A costituire la falange sono state Latina (a guida FdI) e Terracina (a guida Lega), cui si è aggiunto anche il voto di Aprilia (determinante per il peso specifico, con la sua decisione il sindaco Lanfranco Principi ha spostato gli equilibri). Alla fine si sono accodati anche i quattro Comuni ciociari. Si ritrovano insieme Comuni come Prossedi, Roccamassima, Sezze, Sermoneta, Giuliano di Roma, Roccagorga, Sperlonga, Vallecorsa, Amaseno, Villa Santo Stefano. (Leggi qui: FdI vuole imparare a nuotare: la guerra di Acqualatina).
Per la parte del socio privato, sono stati confermati i nomi di Stefano Mereu e Marco Lombardi, consiglieri uscenti (Lombardi amministratore delegato uscente). Il collegio sindacale avrà al proprio interno Alessandro Cerilli e Tiziana Nale, supplente Annamaria Spada.
Il cambio di bandiera
Acqualatina da quasi un decennio era retta da un accordo politico tra il Pd, Forza Italia e i civici. È lo stesso accordo che ha determinato la governance dell’Amministrazione Provinciale di Latina, in base al quale erano stati anche eletti i presidenti dell’ente, in particolare Gerardo Stefanelli.
Nel corso degli anni però gli equilibri politici dei Comuni sono mutati, in particolare con le ultime vittorie di FdI nei Comuni maggiori, che esprimono quindi un peso specifico in assemblea.
È la prima volta che FdI e Lega conquistano la governance di Acqualatina. Ma soprattutto è la conferma della costruzione dell’asse politico sul quale hanno lavorato i senatori Nicola Calandrini e Claudio Durigon, con cui arginare Claudio Fazzone e l’espansione di Forza Italia. I segnali si erano già visti in occasione della nomina del vertice Asl di Latina: espressione di area leghista.
Nel corso della seduta di oggi è stato approvato anche il Conto consuntivo 2023 della società, che presenta un utile di 7,3 milioni di euro. Spetta ora al consigliere anziano convocare la prima seduta del Cda, nel corso della quale i consiglieri eleggeranno tra loro il nuovo presidente e il nuovo amministratore delegato. A Claudio Durigon, assicurano, non dispiace l’idea di indicare il futuro presidente.
Gli effetti del voto sulla Provincia
Le conseguenze del voto su Acqualatina sono a cascata ed immediate. La vice presidenza della Provincia di Latina va a Forza Italia. Immediatamente dopo il voto sul Cda di Acqualatina il presidente della Provincia di Latina Gerardo Stefanelli ha nominato il suo vice: si tratta del consigliere provinciale Vincenzo Mattei di Forza Italia.
Non è un caso che Stefanelli abbia atteso il voto sul Cda della società che gestisce il servizio idrico nell’Ato 4, voto che ha visto la sconfitta del decennale asse Pd-FI-Civici con cui è stato eletto al governo dell’ente di via Costa. La mossa dunque appare mirata a blindare la maggioranza di governo della Provincia.
Sulla sua pagina Facebook Stefanelli dopo il voto per Acqualatina lancia il suo anatema: «In guerra anche i vincitori sono degli sconfitti, il tempo lo rivelerà».
Chiaro allora che la scelta fatta in Provincia non sia casuale. «La mia scelta – afferma Stefanelli – è stata dettata dalla grande stima maturata in questi due anni di collaborazione in cui Mattei ha sempre dimostrato passione, competenza. Ed un impegno importante, studiando tutti i dossier e i documenti dell’amministrazione e assicurando una presenza costante in Consiglio e negli uffici, diventando di fatto un punto di riferimento per tutta la struttura amministrativa e politica della provincia».
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