Il neon-futurismo illumina i palloncini di Casalvieri

Gemar Balloons, leader europea dei palloncini ecosostenibili, realizza il suo atteso calendario con il neofuturista Marco Lodola: «dannatamente pop» secondo Sgarbi, vedendo il Cicerone illuminato d'Arpino. Incontra un'eccellenza della provincia di Frosinone, nella Valle di Comino: dove i palloncini li facevano 80 anni prima dei “99 Luftballons” sul muro di Berlino. Genesio Rocca: «Fieri, come Lodola, di esportare il design italiano in tutto il mondo».

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

Sono sempre lì a fermare il tempo, scandire gli attimi, accendere sorrisi o far scendere lacrime di gioia e tristezza. Enfatizzano il momento. Colorano anche il cielo contro la guerra: come quei simbolici 99 Luftballons liberati da un’iconica canzone nel 1983 sopra al muro di Berlino. A Casalvieri, paese della Valle di Comino, nella provincia di Frosinone, i palloncini li facevano già ottant’anni prima.

L’azienda Gemar, fondata da Angelo Rocca nel 1902 e già tramandata tre volte di padre in figlio (come il nome del proprio nonno), è la più grande produttrice europea di palloncini ecosostenibili. Lo storico fondatore, nato nel 1884, emigrò con la famiglia in Francia. Iniziò a mantenerla, in quel di Marsiglia, vendendo proprio ballons colorés per strada.

Ma decise di tornare a casa. E iniziò a produrli artigianalmente, facendo scuola in Europa, Africa e Medio Oriente. Creò non soltanto la prima fabbrica italiana, ma la futura leader europea del settore: esportatrice in tutti e cinque i continenti. Sono Luftballons tutti ciociari, fatti di gomma naturale (caucciù) e rinnovabile, che arrivano in tutto il mondo. E vengono celebrati anche quest’anno con un calendario attesissimo nell’universo della Balloon art.

Gemar, di Genesio in Angelo

Una fase della preparazione del calendario

Il primo Genesio Rocca, figlio del fondatore Angelo, avviò nel 1953 una ditta che portava il suo nome. Iniziava la fase di passaggio dall’artigianato, lungo e complesso, all’industria. Gli anni Settanta cominciarono con il primo capannone: mille metri quadri in cui crea la prima linea automatica per la produzione di palloncini in lattice. Ma un tragico incidente, purtroppo, lo strappò poi alla vita, alla famiglia e al pionierismo industriale.    

Le redini dell’azienda passarono nel 1977 al figlio primogenito, il secondo Angelo: il fondatore dell’odierna Gemar, nata nel 1990. Con il figlio, il secondo Genesio, diventa azienda di caratura internazionale. Porta avanti la tradizione di famiglia con la consorte Gloria Veta e la sorella Mara Rocca. Si prospetta un futuro prossimo al femminile, dopo grandi uomini, per la Gemar di Casalvieri.    

Nel 2024 saranno 122 le candeline da soffiare. O, meglio, i palloncini da gonfiare.  Stavolta, per la realizzazione del calendario annuale, è stata coinvolta una artistar: Marco Lodola. È l’esponente del Neofuturismo che nella vicina Arpino, terra di pensatori e musici, ha già illuminato il suo figlio più illustre: Marco Tullio Cicerone.

Marco Lodola, il neon-futurista

Marco Lodola

Lodola, cofondatore del Neofuturismo, è un’artista che è sceso in mezzo alle Fauves: le Belve dell’avanguardismo francese. E ne è uscito, apprezzando soprattutto Matisse, illuminando tutto con colori accesi e luci al neon. Biennale di Venezia, Triennale di Milano, collaborazioni con grandi marchi, case di moda e musicisti. È sua la memorabile copertina dell’album “Gli anni” degli 883, com’è sua la scultura luminosa dedicata recentemente a Milano a Woody Allen. Ora anche un Cicerone al neon nel paese che gli diede i natali.

Per la Belva della critica Vittorio Sgarbi, odierno sottosegretario alla Cultura e Sindaco di Arpino, «rappresenta il simbolo dell’arte italiana, trasfigurata, plasmata secondo la cultura del nostro tempo, inevitabilmente legata al mondo mediatico e maledettamente pop». Sarà maledettamente pop anche il Calendario 2024 “Lodola per Gemar”. Il consueto slogan aziendale è Lifting the moment: innalzare, enfatizzare il momento. Ora diventa Lighting the moment per illuminare quel momento con l’arte nell’arte.

Nel calendario, scaricabile qui dal primo gennaio 2024, «i lavori – anticipano – vengono incastonati in una cornice di palloncini che, di volta in volta, assume forme e colori diversi: da caldo girasole a foresta pluviale, da vibrante cuore a scacchiera passando anche per cornice dorata e magico intreccio di color blu notte. Un calendario impreziosito da tre opere originali di Lodola: “Gente di Gemar”, “Il mondo Gemar” e “Dove vanno a finire gli orsetti”».

Lodolandia: l’incontro tra due arti

Due degli scatti

Le opere sono state realizzate a settembre a Lodolandia, Pavia, con i maestri Gemar: anche realizzatori delle cornici artistiche in presa diretta. Marco Lodola è glocal: prospettiva internazionale dalla provincia. Ma è un vero estremista dell’abitudine: non prende l’aereo e non dorme negli alberghi, va soltanto nei ristoranti di Pavia e non si prende quasi mai una vacanza. Se gli piace una definizione dell’arte, è quella di Oscar Wilde: «Di tutte le cose inutili, è la più necessaria».

Per lui è divertimento: «È sempre associato al fatto di continuare a essere un bambino – spiega lui stesso nel presentare il calendario – perché poi la vita ti porta addosso tante cose e tu perdi quella semplicità del gesto che hai da bambino. Io ho scelto di mantenerlo, come la stessa dimensione dei disegni e i colori. Per me è importante».

Ritiene che con la Gemar ci sia stato «un incontro bellissimo, molto stimolante perché in questo lavoro, nonostante ci sia tanta creatività, è in alcuni casi veramente ripetitivo. Mi sono divertito di più – aggiunge – mentre conoscevo una realtà che non avevo mai affrontato».

«Il palloncino? Una persona, che poi va»

Hanno lavorato sul concetto di palloncino: «Per me un’anima, come una persona, che poi va – così Marco Lodola -. Rappresentano delle anime. Da lì immaginarli in tanti versanti. Palazzeschi diceva “Sì, lasciateci divertire”. Parte da un gesto spontaneo, che deve restare tale». E conclude: «Tutti noi, se non ci fosse la luce, saremmo come topolini perduti in un universo immenso, sconosciuto e buio che fa paura. Noi stessi siamo luce, finché siamo vivi».

Lifting the moment è un concetto che ha ormai raggiunto eventi, modo, intrattenimento e arte. «L’incontro con Marco è stato entusiasmante – racconta Gloria Veta, responsabile del brand e direttrice creativa del calendario -. Condividiamo, infatti, la visione di un mondo illuminato pieno di gioia e colori. Le opere di Lodola ed i palloncini Gemar danno vita ad un nuovo concetto di arte dove il tutto è più grande delle sue parti, illuminando il momento».

Tra eccellenze, il resto vien da sé: «I palloncini Gemar brillano di una nuova luce, quella del maestro Lodola. Grazie alla nostra squadra di persone di talento, ancora una volta, abbiamo trasformato l’immaginazione in realtà. Il nostro nuovo concetto d’arte può essere riassunto totalmente nel motto “Lighting the moment”».

«Legati a Casalvieri, aperti al mondo»

«Così come Marco Lodola – dichiara Genesio Rocca, patron di Gemar – siamo fieri di esportare il design italiano nel mondo». È l’arte nell’arte del palloncino. E parte da Casalvieri, splendido paese della provincia di Frosinone, con meno di 2.500 abitanti. È un’azienda che dà lavoro a centocinquanta dipendenti nella Valle di Comino, territorio perlopiù a vocazione turistica. E continua a restare fortemente ancorata alle sue radici.

«Con Marco Lodola avevamo già avuto rapporti in passato – così il proprietario di Gemar -. È stato scelto lui anche perché quest’anno abbiamo avviato la campagna sui palloncini-neon. Le sue opere illuminate si sposano benissimo con il nostro concetto di arte applicata». Vede due arti diverse che s’incontrano: «Lodola è un’eccellenza dell’Italia, quindi abbiamo voluto metterla assieme a Gemar ed esportarla in tutto il mondo».    

Si susseguono crisi economiche e rincari energetici. Ma non si rischia che i palloncini di Casalvieri volino all’estero? «Vendiamo in più di cinquanta paesi esteri, in tutte e cinque i continenti – risponde il secondo Genesio Rocca produttore di palloncini -. Non solo in Italia ma in Europa rimane difficile produrre rispetto ad altri paesi. Noi stiamo bene a Casalvieri, c’è attaccamento al territorio. Certo è che non si sceglie questo territorio per i costi. Siamo nati e cresciuti qui e siamo legati a Casalvieri e alla provincia di Frosinone».

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