Il piano per il rilancio dei Porti del Lazio. I conti da approvare presto. L'attesa del ritorno delle crociere mentre a Gaeta le merci aumentano.
Nessun bilancio da lacrime e sangue “ma inizi ora la stagione della responsabilità e del buon senso”. Da parte di tutti. Nessuno escluso. È stato di poche parole Pino Musolino, il presidente dell’Autorità dei Porti del Lazio, l’ente che raggruppa i tre principali porti della regione, Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta. Concreto e stringato, nella prima vera seduta del Comitato di Gestione. Ha rimarcato come i conti non stiano ancora in equilibrio anche a causa del completo blocco dal marzo 2020 delle crociere nel porto di Civitavecchia; ma anche del mancato arrivo dei ristori promessi dal governo Conte 2; soprattutto di talune scelte sbagliate nel corso della precedente gestione.
I piani per i porti
Il manager veneziano ha proposto un piano di rientro che ha un obiettivo: intercettare subito il nulla osta del suo board e del collegio dei revisori indicati e riconfermati dal Ministro dell’Economia. Sono gli stessi revisori che con un severissimo parere contrario avevano provocato lo scorso dicembre la bocciatura del Bilancio di previsione 2021 e, con essa, la infelice conclusione del mandato presidenziale del precedente numero uno di Molo Vespucci, l’avvocato Francesco Maria di Majo.
Musolino ora ha fretta. Ha i giorni contati. Entro il 30 aprile deve permettere all’Autorità Portuale di avere approvati il Rendiconto 2020 ed il Bilancio di Previsione 2021. In caso contrario sarebbe inevitabile il commissariamento da parte del Ministero delle Infrusttrutture di una delle più importanti Autorità portuali del Lazio sotto la cui giurisdizione c’è anche un rilanciato porto commerciale di Gaeta.
Ai componenti (presenti) del Comitato di Gestione – i rappresentanti della Regione Roberto Fiorelli e del comune di Civitavecchia Emiliano Scotti – il presidente ha proposto un piano di risanamento che fa leva su tre asset. Affrontano la ristrutturazione del debito e del credito dell’Autorità di sistema, un piano di ristrutturazione e riorganizzazione del personale e revisione del budget delle Società cosiddette di Interesse Economico Generale.
I due documenti contabili sono all’ordine del giorno della seduta, già fissata, per il 22 aprile prossimo del Comitato.
L’uomo di Roma
Gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo. L’ultimo ha riguardato la composizione dell’organismo. Al momento il plenum è però incompleto dopo le inattese dimissioni del rappresentante della città metropolitana di Roma Capitale. Il 43enne ingegnere Matteo Africano. È stato nominato dal ministro delle Infrastrutture e Trasporti Enrico Giovannini a capo dell’Autorità Portuale di Sistema del Mar Adriatico Centrale, l’ente che raggruppa i porti di Ancona, Falconara, Pescara, Pesaro, San Benedetto del Tronto e Ortona.
Il presidente Musolino ha già invitato la sindaca di Roma Virginia Raggi a formalizzare il nome del rappresentante del Campidoglio perché il Comitato si riunisca con tutti i suoi effettivi e licenzi la manovra contabile per il 2021.
I debiti incagliati
“Non si è fatto ricorso ad alcun tipo di finanza esterna, né tramite risorse straordinarie da parte di Stato o Regione, né dal sistema bancario, evitando ulteriore debito – ha osservato Pino Musolino – Non sono state utilizzate risorse accantonate per far fronte ai contenziosi dell’ente e non sono state previste imposte addizionali di alcun tipo, pur essendo l’unica eventuale possibilità contemplata dalla norma per una situazione, quella del disavanzo di bilancio di una Adsp, che è la prima volta che si è effettivamente concretizzata in Italia”.
In attesa dei promessi sostegni finanziari da parte del Governo c’è urgenza di recuperare quelli spettanti da tempo all’Adsp. Il presidente Musolino crede molto nell’azione di riassorbimento dei crediti “ormai incagliati”. Ma difende anche la razionalizzazione, avviata da gennaio 2021, delle spese. Operazioni “che hanno consentito di intervenire sul disavanzo finanziario del 2020, riassorbito in un complessivo avanzo di amministrazione. E sul disavanzo che era stato previsto per il 2021, nel frattempo azzerato”.
È stato elaborato ed è già operativo un piano da circa 10 milioni di euro. Tra rendiconto e preventivo, ha permesso di garantire un po’ di ossigeno alle casse dell’Adsp.
Il programma di investimenti sui Porti
Musolino, attraverso il senatore Bruno Astorre, ha chiesto al governo Draghi di dare più peso ai Porti, nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza. È il programma di investimenti che l’Italia deve presentare alla Commissione europea nell’ambito del Next Generation Eu, lo strumento per rispondere alla crisi pandemica provocata dal Covid-19. (Leggi qui La tempesta Covid si abbatte su ogni porto del Lazio).
Il Piano “rischia di essere un’occasione mancata” ha sottolineato Bruno Astorre affiancato da Rocco Lamparelli, responsabile settore Mobilità del Pd Lazio. “Purtroppo non pone le basi per il rilancio della portualità nazionale. Destinare esclusivamente 3 miliardi, sui 208 messi a disposizione con il Recovery Fund, non permette all’Italia di diventare una vera e propria piattaforma logistica del Mediterraneo. La ripartenza del può e deve passare attraverso i porti che sono il principale accesso di traffico di merci e che, con le giuste risorse, potrebbero diventare veri e propri poli di innovazione e sviluppo”.
Secondo Il Pd, serve più attenzione alla portualità. In che modo? Con adeguati sostegni anche e soprattutto distinguendo tra gli scali che hanno risentito di più delle difficoltà causate dal Covid.
In attesa dell’estate
Molte aspettative sono riposte ora sulla ripartenza del traffico crocieristico presso il porto di Civitavecchia ma anche su quello commerciale di Gaeta.
Proprio Gaeta, nonostante l’emergenza Covid, nel primo trimestre 2021, dopo gli interventi di potenziamento dell’escavo e della banchina, ha registrato un exploit per quanto riguarda la movimentazione delle rinfuse solide “ecostenibili e green”: 164 mila tonnellate a fronte delle 95 mila dello stesso periodo del 2020.
Il presidente Musolino ha concesso “carta bianca” alle imprese locali lanciando un monito: “Il porto di Gaeta è vostro…Vediamo quanto sieti bravi”. E così due società leader nel settore hanno raccolto la sfida. “Intergroup” di Nicola e Pietro Di Sarno ha gestito l’arrivo della Spagna della “Stellar Maestro”, con un carico di ben 10mila tonnellate di alluminio destinato a impianti di produzione del territorio pontino e della provincia di Frosinone.
La “Lellimar” di Luigi Lelli ha risposto con l’attracco della “Steinau” che, partita dal porto belga di Anversa, ha trasferito a Gaeta una torre che, alta 22 metri e con un peso di 62 tonnellate. Servirà per favorire lo scarico delle acque industriali presso il sito produttivo di Patrica, in provincia di Frosinone.
La concorrenza aiuta e qualifica il mondo produttivo ed imprenditoriale ma l’assetto viario ed infrastrutturale da e per il porto di Gaeta è rimasto quello degli anni sessanta. E la politica, tutta, lo sa…