Unindustria, cosa c’è dietro ai tre nomi per la presidenza

Gli industriali si trovano ad un bivio. Con la fine del Giubileo occorre una nuova visione di sviluppo. Basata sull'export nei settori Aerospaziale, Farmaceutico e Automotive. Sono chiamati a scegliere un nuovo presidente per affrontare sfide come la competizione tecnologica e la mancanza di politiche di supporto efficaci. I candidati alla presidenza di Unindustria: Giuseppe Biazzo, Sabrina Florio e Massimo Scaccabarozzi.

La partita è decisiva. Perché presuppone un cambio di visione e di prospettiva. Il Lazio tra pochi mesi vedrà esaurirsi la spinta data alla sua economia dal Giubileo: investimenti, acquisizioni, ristrutturazioni legate al Turismo hanno dato le vitamine alla crescita del Pil regionale per almeno due anni. La naturale vocazione al terziario dato dalla Pubblica Amministrazione non basterà a tenere in alto i numeri.

Per questo gli industriali del Lazio sono ad un bivio e si preparano a scegliere il loro prossimo presidente tenendo conto dell’esigenza di adeguare lo schema. Organizzando una linea di difesa ed una piattaforma di ulteriore sviluppo per i tre asset fondamentali: un’Automotive minacciato dall’invadenza ipertecnologica cinese, un Farmaceutico autorevole ma tornato su valori pre covid con la fine dell’emergenza, un Aerospaziale che traina anche grazie alle tensioni internazionali. L’economia del Lazio poggia soprattutto lì. Grazie all’export, soprattutto nelle ultime due voci.

Tre nomi per una presidenza

Foto: Sara Minelli © Imagoeconomica

Il mandato di Angelo Camilli è agli sgoccioli. Per la successione gli occhi sono puntati su Giuseppe Biazzo al quale cercheranno di sbarrare la strada Sabrina Florio e Massimo Scaccabarozzi. Non hanno trovato conferme le voci di un possibile interessamento di Fabrizio Di Amato (Maire Tecnimont) che come la Florio (Ceo di So.Se.Pharm) quattro anni fa era tra i possibili successori di Filippo Tortoriello, nella corsa poi vinta da Camilli.

È un segnale il fatto che due dei tre papabili provenga dal settore Chimico farmaceutico Sabrina Florio (vicepresidente di Unindustria dal 2016) guida la So.Se.Pharm di Pomezia che commercializza farmaci generici a prescrizione medica con proprio nome commerciale; è presente in Italia con due stabilimenti (uno ai Castelli ed uno ad Anagni in località Fratta Rotonda) ed all’estero, occupando in tutto circa 400 dipendenti. Mentre Massimo Scaccabarozzi è presidente di Menarini biotech ed ha maturato esperienze nel ramo in Johnson & Johnson.

Più vicino a quello del presidente uscente, il profilo di Giuseppe Biazzo: viene dal ramo dei servizi alle imprese dove ha fondato e dirige l’agenzia per il lavoro Orienta SpA. Sia lui che la Florio sono tra i vicepresidenti di Unindustria.

Il tema della manifattura

(Foto © DepositPhotos.com)

Il grande tema di politica industriale è legato ad un manifatturiero che sta lentamente scomparendo dal Lazio. Colpa di una sfida alla Cina fatta sul contenimento dei costi: impossibile vincerla. Merito del livello di automazione e di produttività cinese, unito al fatto che in Cina non ci sono i costi legati alle politiche ambientali che invece le industrie laziali affrontano. Tutti fattori che alla fine incidono sul prezzo. L’unico fattore di competitività che resta alle industrie laziali allora è legato alla creatività, all’alto standing di qualità (ancora per poco).

Gli industriali chiedono da tempo politiche energetiche capaci di abbassare le bollette, politiche della Formazione in grado di mettere a disposizione manodopera qualificata che nel Lazio ancora manca ed in molte specializzazioni. Il mancato inserimento del lazio nelle Zes – Zone Economiche Speciali con le loro agevolazioni non è stato vissuto come un dramma: in cambio però vengono chieste procedure più snelle soprattutto per il campo della logistica.

Proprio la logistica, insieme alla meccanica avanzata ed all’energia sono i tre asset sui quali Unindustria sta concentrando l’attenzione per migliorare le condizioni industriali del Lazio. Nei prossimi mesi a Ferentino ci dovrebbe essere il closing delle procedure che daranno il via alla nascita del più grande polo logistico del freddo nel sud Europa. Mentre a Patrica Società Gasdotti Italia ed Engie stanno avviando la produzione di idrogeno destinato alla rete industriale per abbattere i costi energetici. Quello che manca è una politica di sistema.

Le tappe di luglio e settembre

Foto: Stefano Carofei © Imagoeconomica

Il comitato dei saggi (composto dai tre past president Maurizio Stirpe, Aurelio Regina e Filippo Tortoriello che ha preso il posto di Giancarlo Abete nel comitato del 2020) ha iniziato le consultazioni tre gli imprenditori delle 2.800 aziende rappresentate per verificare quale dei tre candidati riscuota maggiore consenso. L’assemblea generale che dovrà eleggere il successore di Camilli è convocata per il 26 settembre e per quella data tutto sarà già deciso: entro metà luglio i saggi indicheranno chi ha il maggiore consenso.

Unindustria è la più grande organizzazione del sistema Confindustria per estensione territoriale. Nel suo network associativo ci sono circa 6mila imprenditori che guidano 2800 aziende per un totale di 220mila dipendenti. Ma soprattutto, Unindustria ha un peso strategico nelle scelte della governance nazionale di Confindustria.