Cinaglia, il fantasma che agita Frosinone

Il caso Cinaglia innescato dall'assessore Sardellitti. L'assalto del centrosinistra con la baionetta tra i denti. La realtà di un logoramento interno che è in atto. E senza controllo. La lezione di Fanelli. E quell'autolesionismo di fondo: più che Suburra è roba da Moretti, "Facciamoci del male”

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Tutto nasce da un post dell’assessore all’Innovazione Alessandra Sardellitti: un’overdose di ironia ed irriverenza. È lei a mettere in campo l’onorevole Amedeo Cinaglia collocandolo al centro del suo messaggio affidato a Facebook un paio di giorni fa, subito dopo una tumultuosa riunione di maggioranza.

Scrive: “Ho inquadrato Amedeo Cinaglia: vi ricordate il politicuccio della serie Subiura? Ce l’abbiamo anche noi. Ad ognuno il suo Cinaglia”. Tre frasi, una ventina di parole. Bastano per innescare una reazione politica a catena, far detonare il centrodestra al governo di Frosinone, rivitalizzare il centrosinistra che poche ore fa è uscito per la prima volta dalla sua trincea stringendo la baionetta tra i denti.

Ma chi è Cinaglia?

Chi è Cinaglia

Amedeo Cinaglia

Amedeo Cinaglia è uno dei personaggi della serie televisiva Suburra, liberamente ispirata all’omonimo romanzo scritto nel 2013 dal magistrato Giancarlo De Cataldo e da uno dei principi della Cronaca Nera italiana Carlo Bonini. Suburra racconta le storie di politici, delinquenti e persone comuni, tutti coinvolti negli affari malavitosi della città di Roma; sullo sfondo, a fare da scenario, c’è l’assegnazione degli appalti per la costruzione del Porto Turistico di Ostia.

Tra i personaggi che si muovono in questo scenario c’è Amedeo Cinaglia. Immaginario Consigliere comunale di Roma, onesto e con un forte senso del dovere nei confronti dell’elettore. Ma il suo Partito non lo valorizza, non gli concede gli spazi che meriterebbe un profilo così onesto ed efficace anche nel lavoro svolto in Commissione.

Suburra racconta il mondo politico ed il mondo reale nel quale la politica si deve muovere: c’era un tempo – dicono le cronache – in cui la Banda della Magliana svolgeva alcuni lavori indicibili per conto della politica; c’è un tempo – racconta Suburra senza andare troppo lontano dalla realtà – in cui è la mala a condizionare la politica.

Per questo, ad un certo punto della storia, Cinaglia vive un conflitto interno legato alla sua morale: scende a compromessi con Samurai (un altro dei personaggi sulla scena) per raggiungere i suoi obiettivi. In un attimo, Cinaglia si trova dall’altra parte. E si lascia coinvolgere suo malgrado nell’affare dei terreni di Ostia.

Il Cinaglia di Sardellitti

Ironica fino al paradosso, irriverente fino al confine del consentito, Alessandra Sardellitti è così nel Dna umano e politico. Lo sanno bene dai banchi della minoranza: per un intero mandato l’assessore ha militato lì, prima di lasciare il Partito Democratico ed aderire ad Azione; se aveva qualcosa da dire la esprimeva, incurante della disciplina di Partito e della ragion di stato. Così è rimasta anche quando è passata con Carlo Calenda. E infatti nemmeno lì’ ha resistito tanto.

Da lì ha combattuto alle scorse Comunali il centrosinistra ed il centrodestra. Al ballottaggio ha appoggiato l’elezione del sindaco Riccardo Mastrangeli: civico in quota Lega. Ora è assessore e nel suo nuovo ruolo si è ritagliata anche una certa visibilità: a lei si deve l’estensione della rete di telecamere di videosorveglianza nel capoluogo; c’è lei dietro agli open day per il rilascio rapido della carta d’Identità Elettronica.

Un po’ per la sua provenienza politica, un po’ per la sua visibilità, l’assessorato di Alessandra Sardellitti è finito nella tacca di mira. Non dell’opposizione. Ma della maggioranza. Nella quale si reclama un rimpasto ed uno dei due assessorati al centro delle richieste è il suo.

La frase su Cinaglia viene scritta al termine di una infuocata riunione di maggioranza. Alessandra Sardellitti è avvocato e conosce i Codici: nel suo messaggio è stata abilissima nel non mettere in relazione le due cose. Solo la malizia di chi legge la politica ritiene che sia un’evidenza. E forse lo è.

La destra al Capolinea

Stefania Martini

Quel messaggio ha innescato un’altra accesissima discussione interna al centrodestra. C’è chi ha reclamato la testa politica dell’assessora. Che ha pubblicato un secondo post: non per ritrattare ma per aggiungerci il carico. Ricordando che lei è schierata senza riserve al fianco del sindaco Riccardo Mastrangeli mentre quelli che la attaccano dalla maggioranza stanno logorando questa amministrazione. Spingendo per due volte il sindaco a dire che se le cose stanno così è meglio tornare alle elezioni anche se s’è votato appena un anno fa.

È un intero fianco scoperto. Sul quale il centrosinistra non esita un secondo a lanciarsi uscendo dalla trincea nella quale si era sedimentato da undici anni. Lo fa con una nota al vetriolo. Nella quale scrive “In questi giorni assistiamo alla crisi politica della maggioranza di destra al Comune di Frosinone che anziché trovare soluzioni ai disastri fatti, è tutta impegnata in una discussione interna a trovare un nuovo assetto di Giunta e così placare le aspirazioni di molti consiglieri di maggioranza che si sentono non valorizzati e non ricompensati””.

La nota ricorda le polemiche sulle piste ciclabili e sulla metropolitana di superficie. A seguito delle polemiche interne le ciclabili sono state ridotte a ciclopedonali e la metro è diventata un Brt e poi una navetta su corsia preferenziale. Scrive l’opposizione di centrosinistra “I disastri fatti sono sotto gli occhi di tutta la città: la figuraccia con le piste ciclabili alla stazione, al Brt ed alla sistemazione dei giardinetti, i cui lavori interesseranno anche il piazzale della stazione ferroviaria con la chiusura totale permanente al traffico veicolare. Situazioni che esploderanno a breve”.

Dicci chi è Cinaglia

Alessandra Sardellitti

Si arriva presto al nodo. “In tutto questo teatrino non può sfuggire però l’accusa dell’assessore Sardellitti con la quale denuncia la presenza di un presunto consigliere o assessore corrotto all’interno della maggioranza e denunciando così il malaffare nelle attività dell’amministrazione Mastrangeli. Nel suo post la Sardelitti afferma esserci quindi la presenza di un consigliere o Assessore che svolge funzioni di faccendiere negli appalti del Comune di Frosinone. Se Sardellitti è a conoscenza di fatti di corruzione deve recarsi dalla Magistratura e denunciarli. Non farlo e tacere significa essere complice”.

Sul punto, il Partito Democratico, la Lista Marzi, la Lista Marini chiedono chiarezza e che l’assessore Sardellitti “denunci chiaramente con nome e cognome l’autore di questo malaffare ed gli eventuali suoi complici”.

Fate lo screenshot anche a questo

Alessandra Sardellitti

La risposta non tarda ad arrivare. È quasi contestuale. E non è una retromarcia. Alessandra Sardellitti riduce tutto ad una bolla di sapone. “Ora mi sono stancata. Quereliamo mandante e mandatario che associano mio post ironico – ironia è intelligenza – a fatti che nulla hanno a che vedere con le mie intenzioni”. Traduzione: cari ragazzi, l’accostamento tra Cinaglia e la riunione di maggioranza lo state facendo voi, non l’ho fatto io. Seguito della traduzione: io non ho mai scritto che dentro l’amministrazione ci sia un consigliere o un assessore che si comporti da faccendiere. Me lo state attribuendo voi.

Il post firmato Partito Democratico, Lista Marzi, Lista Marini riportava anche lo screenshot dell’assessore con il testo su Cinaglia, in maglietta e pantaloncini. Lei rilancia: “Screenshottate pure questo di post”.

Il fianco scoperto

Il municipio di Frosinone

Al di là delle intenzioni reali e di quelle presunte, delle carte bollate vere o solo ventilate, tutta la storia di Cinaglia mette a nudo una serie di evidenze. La prima: l’amministrazione guidata da Riccardo Mastrangeli non è il monolite che aveva avuto a disposizione per dieci anni il suo predecessore Nicola Ottaviani. La seconda: ad una parte di questa amministrazione, logorare le fondamenta del palazzo non crea problemi. Ed in politica ci sta. Ma a Frosinone c’è un pericoloso precedente: quello dell’amministrazione del sindaco Paolo Fanelli che sottoposta a queste stesse oscillazioni franò.

Il terzo elemento: Nicola Ottaviani, sempre più assorbito dalle vicende nazionali del Partito (è una sorta di sottosegretario aggiunto) non governa più le sue truppe su Frosinone che ora stanno partecipando all’assedio del suo successore.

Il quarto elemento: il Partito Socialista non firma il documento. Un anno di opposizione insieme non ha minimamente ridotto le distanze tra Psi ed il resto del centrosinistra. Non lo firma nemmeno il Polo Civico di Gianfranco Pizzutelli che nelle settimane scorse era alla festa estiva della Lega di Mario Abbruzzese e Pasquale Ciacciarelli. Si dissocia da quel contenuto il consigliere Andrea Turriziani e la Lista Marini: “per il linguaggio utilizzato, l’impostazione ed i contenuti”.

Il quinto elemento è il più preoccupante per il centrodestra. Il fianco sul quale si è lanciato con la baionetta tra i denti il centrosinistra è stato aperto proprio dal sindaco Riccardo Mastrangeli e dall’assessore Alessandra Sardellitti. E lo hanno fatto con le loro parole: un post che quantomeno consente una lettura maliziosa, una serie di dichiarazioni in cui si dice di essere pronti a tornare al voto. Senza quelle parole, il centrosinistra non avrebbe avuto un fianco sul quale lanciarsi.

Qui non c’è Cinaglia. C’è Nanni Moretti: “Facciamoci del Male”.