Consorzio di Bonifica, la Corte assolve Ciacciarelli: “Non fece danni”

La decisione della Procura della Corte dei Conti. Archiviato il caso che coinvolgeva l'allora presidente del Consorzio di Bonifica Valle del Liri ed oggi assessore regionale.

I conti erano un caos. Tenuti come imponevano le regole del tempo. Che poi sono cambiate. Ma cercare di fare chiarezza tra cifre, fogli, libri mastri, ricevute di carta ormai sbiadite dal tempo era un’impresa. Gli amministratori del Consorzio di Bonifica Valle del Liri negli anni in cui lo governava Pasquale Ciacciarelli riuscirono a trovare il bandolo della matassa. E si regolarono di conseguenza.

Quel bandolo ed il modo in cui hanno riavvolto la matassa lo hanno dovuto spiegare alla Procura della Corte dei Conti del Lazio. Li ha invitati a dedurre le sue accuse: avere provocato un danno da 2,4 milioni alle casse dell’ente per il modo in cui erano stati gestiti i due contenziosi sorti con la società “Intercantieri S.p.A.“ e con la Ati “Pizzarotti & C. – Intercantieri Vittadello“.

Il procedimento coinvolgeva un totale di 14 tra ex amministratori e revisori, tra i quali l’ex presidente del Consorzio ed oggi assessore regionale alle politiche della casa Pasquale Ciacciarelli (Lega).

L’ACCUSA

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La Procura contabile ipotizzava che amministratori e revisori non avessero assicurato il rispetto delle regole di veridicità, trasparenza e prudenza contabile. Norme che gli avrebbero imposto di iscrivere a bilancio il debito ed accantonare somme proporzionate al rischio di dover pagare 2,4 milioni alle due società, in occasione della pubblicazione delle sentenze di condanna e carico del Consorzio. Insomma: erano stati condannati a pagare le ditte ma – per l’accusa – non lo avevano scritto nei bilanci, in modo da non dover pareggiare i conti. E così poter continuare a spendere liberamente.

A sollevare il caso era stato il successore di Ciacciarelli, il commissario straordinario Raffaele Casilli. Fu lui a portare le carte alla Procura di Cassino (per Falso in bilancio) ed alla Corte dei Conti (per Danno erariale).

«Quando mi sono insediato l’otto novembre scorso  – disse nel 2018 in una conferenza stampa Casilli, spiegando la situazione – ho trovato 8 milioni di debiti acclarato nei bilanci. In questi 3 mesi sono arrivati a maturazione alcuni contenziosi per lavori che risalgono anche alla fine degli anni Novanta. Così ho trovato altri dieci milioni di debiti che non erano riportati nei documenti contabili». Insomma, sostenne il commissario che i 10 milioni di debiti non erano stati iscritti a bilancio. In questo modo non era necessario pareggiare quel debito, non era necessario indebitarsi o fare rinunce per coprirlo. E chi governava il Consorzio di Bonifica Valle del Liri di Cassino era a conoscenza della situazione: perché aveva firmato incarichi con i quali tentare di evitare il pagamento.

I CONTENZIOSI

I LAVORI DI BONIFICA

Il primo contenzioso è quello con Intercantieri. Ammonta a poco meno di 2 milioni di euro per lavori di bonifica compiuti nell’area Cassino – Sant’Elia Fiumerapido. È maturato con una sentenza del Tribunale Civile di Roma del 2009. Definisce una transazione che già nel 2000 riconosceva le colpe del Consorzio; la transazione viene convalidata da una sentenza della Corte d’Appello di Roma del 2013 e diventata definitiva dopo due anni.

Il commissario Casilli rileva che nonostante questo non siano state accantonate somme nel capitolo ‘Fondo rischi’ con le quali fare fronte ad una eventuale condanna. E non c’è iscrizione a bilancio. E proprio su questi 1,953 milioni di euro è arrivata il 2 febbraio 2018 la decisione del Tar che obbliga il Consorzio al pagamento ad Intercantieri entro tre mesi.

Il secondo contenzioso è quello con la Pizzarotti – Intercantieri per il I lotto dei lavori sul lato destro del fiume Gari. L’importo è vicino ai 6 milioni di euro. È la conseguenza di un lodo arbitrale del 2005, poi convalidato con una sentenza della Corte d’Appello del 2010 e poi della Cassazione nel 2012. Pure in questo caso il commissario rileva che non sono state accantonate somme con cui fare fronte al pagamento né c’è iscrizione del debito nel bilancio.

Ci sono poi altri contenziosi minori pendenti con Intercantieri per un totale di un milione, con i dipendenti per altri 150mila euro, mentre il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali ha intimato la restituzione di 8 milioni per somme già incassate dal Consorzio.

NON SUSSISTONO LE CONDIZIONI

L’avvocato Massimo Di Sotto

La Procura regionale della Corte dei Conti del Lazio ha archiviato il procedimento a carico degli amministratori e dei revisori del Consorzio di Bonifica Valle del Liri di Cassino. Ha ritenuto che non sussistano le condizioni per procedere in quanto “non sussistono elementi certi per ritenere dimostrato il nesso causale tra le condotte ed il danno imputato agli odierni invitati”. Che significa?

I pagamenti sono stati eseguiti perché relativi a somme recate da sentenze. Ma non è risultato dimostrato che – come invece sospettava la Procura – gli importi consistessero in interessi da ritardato pagamento.

Cioè: ho pagato quello che dovevo, non ho creato interessi per via dei miei ritardi, pertanto non c’è un danno erariale. In pratica è stata accolta la tesi sostenuta dal direttore del Consorzio Remo Marandola, difeso dall’avvocato amministrativista Massimo Di Sotto del foro di Cassino.