Da Forza Italia ad Equitalia: pagare per andare avanti, Silvio non c’è più

Senatori e deputati morosi dovranno mettersi in regola: perché adesso non c'è più un leader che "scuce", ma un segretario che manovra

Piero Cima-Sognai

Ne elegantia abutere

“Primum vivere”: a Paestum nessuno lo ha detto ma molti lo hanno pensato. La tre giorni per rimembrare Silvio Berlusconi che si è conclusa da qualche giorno non è servita solo a santificare il passato e disegnare le strategie del futuro azzurro. Come in tutti i sistemi complessi anche e soprattutto nei Partiti ci sono questioni basiche, fatti urticanti ma necessari, che vanno messi a registro. Ed uno dei “fatti” più urticanti della Forza Italia che fu del Cav e che oggi è “di Antonio Tajani” è che si tratta di un Partito pieno di morosi.

Il che rende proprietà del Partito appannaggio della famiglia del fondatore e futuro del Partito conseguenza di conti economici messi a posto. Non è solo una questione da pallottoliere, ma soprattutto politica e delicatissima. In vista delle grandi sfide per i prossimi mesi: Congresso ed Elezioni europee in primis, gli azzurri hanno bisogno di avere le mani libere per muoversi.

Familiari esattori: non si può fare

Silvio Berlusconi (Foto: Benvegnu’ Guaitoli © Imagoeconomica)

E come accade con tutti, per farlo non devono avere debiti, cioè creditori che ne esigano il saldo. Altrimenti la formazione sarà sempre “sotto scacco possibile” di un’opa da parte di chi tiene i cordoni della borsa.

Ma di chi si tratta? Della famiglia di Silvio Berlusconi, che sarà pure la concrezione fisica, genetica e culturale del Grande Padre Fondatore, ma che in ogni sua singola, formata e legittima individualità non è lui. E che non è “forzista” postuma, ma berlusconiana.

Ora, se già con il Cav malato stava prendendo piede una linea politica più filogovernativa e comunque non più molto in endorsement con i “desiderata” del capo, cosa accadrebbe se si restasse così come si sta? Cioè con Forza Italia che deve una barca di soldi agli eredi di un uomo che è Nume Tutelare ma che deve restare nella teca delle figure di ispirazione senza far pesare le nuove visioni di chi ha messo al mondo? Si tratta di pagare, pagare subito e Paolo Berlusconi lo ha fatto capire chiaramente a chiosa della tre giorni dedicata al fratello.

La conseguenza è stata che i vertici del Partito oggi “minacciano” i morosi: chi non paga la quota al Partito, decade.

Quando il Cav scucì 100 milioni di euro

Alfredo Messina (Foto: Sara Minelli © Imagoeconomica)

Le casse di Forza Italia erano in sofferenza da anni ed era stato sempre il Cav a sanare i conti di tasca sua. Lo aveva fatto con la leggerezza di chi di soldi ne ha tanti e la passione di chi vuole usarli per essere Nocchiero Unico, ma non è più così e non potrà esserlo in futuro.

In memoria bronzea spicca quel risanamento gigante da 100 milioni di euro con cui l’uomo di Arcore aveva operato con fidejussioni personali. Ma ora Berlusconi è morto ed ha fatto testamento, quindi i suoi congiunti hanno ereditato anche i crediti vantati verso Forza Italia. E non hanno la stessa munificenza empatica del padre, questo è poco ma sicuro.

Alfredo Messina, che degli azzurri è tesoriere storico, l’ha messa giù con lessico diretto e brutale: “Una volta il Partito era formato da 70-80 dipendenti, ora ne ha solo 12, abbiamo ridotto spazi, affitti, stipendi”.

Chi sono i morosi e quanto devono al mese

Pier Silvio e Silvio Berlusconi (Foto via Imagoeconomica)

Ma chi sono i morosi con cui Forza Italia sarà costretta a trasformarsi in “Equitalia”? Deputati, senatori e consiglieri regionali che non pagano regolarmente le quote dovute (900 euro al mese). E la cui morosità perdurante ha innescato una voragine nelle casse del partito da più di 2 milioni di euro. Perciò era scattato l’ultimatum: i figli del Cav sono con il Partito del Cav ma il Partito orfano del Cav “deve camminare con le proprie gambe”.

La logistica e le spese dei congressi locali e di quello nazionale e le spese per la campagna elettorale per Euro 2024 incombono. Lo sa bene Antonio Tajani, segretario a corto di danè che già a dicembre dovrà occuparsi di un evento monstre. Quale? Il Congresso regionale del Lazio per cui ha scelto la “sua” Fiuggi.

Tajani e la prima cambiale: Fiuggi 2023

Lo ha fatto per lanciare un messaggio politico anche ai “Pontini” di Claudio Fazzone, ma come si fa a condurre strategie interne ed ad imbastire afflati europei se non ci sono soldi in cassa? Ecco perché il problema azzurro non è solo dinastico ma politico. Ed ecco perché in quel di Paestum non si è celebrato solo un Grande Rito Collettivo ed agiografico, ma si è anche disegnata la “ristrutturazione”.

Annamaria Bernini (Foto: Sergio Oliverio © Imagoeconomica)

Fa fede, ad esempio, la testimonianza riportata su Libero da Anna Maria Bernini. Quello della ministra dell’Università del governo Meloni è sembrato un messaggio chiaro. ”Silvio resta ancora sotto la nostra pelle, ma noi abbiamo la capacità di consolidare il partito e di autonomizzarlo. Autonomizzare quel che era stato fondato per esistere simbionte col fondatore è già di per sé difficile, ma se non si hanno i conti a posto diventa impossibile.

Paolo Berlusconi è stato calmiere e braciere al contempo, e l’endiade è sbilanciata a favore di ciò che scotta. “Desidero precisare che per quanto mi riguarda, e credo che in tal senso si siano già espressi anche i figli di mio fratello, noi come famiglia Berlusconi siamo e saremo al fianco di Forza Italia.

Paolo il caldo: “Presenti ma non più come prima”

Paolo Berlusconi (Foto: Ermes Beltrami © Imagoeconomica)

Lo saranno “per quanto consentitoci dall’attuale legge sul finanziamento ai partiti”. Insomma, non verranno meno i contributi canonici ma basta con gli extra per sanare le morosità dei “portoghesi” e soprattutto questi ultimi paghino. “Nel contempo mi aspetto e mi auguro che tutti i parlamentari di Forza Italia contribuiscano al sostentamento economico del loro partito, come già previsto e come ha sempre auspicato mio fratello Silvio”.

E Antonio Tajani ha fatto da megafono secco, svelando anche quel piccolo “giallo” di qualche mese fa, quando le modifiche al regolamento del Partito innescarono una ridda di letture in punto di equilibrismo politico in purezza.

No, erano “solo” nuove regole per far cassa, a bene vedere una roba molto più importante perché pre-condizionale alle questioni di concetto e strategia. “Abbiamo modificato lo Statuto per dire che tutti coloro che vogliono avere un ruolo di responsabilità all’interno del movimento devono essere in regola con il finanziamento. Cosa giusta perché ognuno di noi ha il dovere di aiutare il movimento che gli permette di essere in Parlamento”.

Restiamo ma mettetevi in regola

Antonio Tajani al Consiglio Nazionale di Forza Italia (Foto: Carlo Lannutti © Imagoeconomica)

E Paolo Berlusconi lo ha spiegato in maniera molto chiara: l’impegno della famiglia resta, ma “nel rispetto delle regole”. Nessuno pagherà più i “buffi” degli altri e nessuno metterà più il Partito in condizione di finire sotto la lente di galassie contabili istituzionali che ne possano inficiare il cammino.

Ci sono troppe cose da fare e la prima è sopravvivere. Alla morte del Cav ed ai sigilli alla sua borsa.