FdI, Sambucci – Palazzo – Mochi e Zaccheo fanno il panettone a Calandrini

In una svolta inaspettata nella politica di Fratelli d'Italia a Latina, gli ex membri di Alleanza Nazionale stanno cercando di riportare il Partito di destra. Mentre Nicola Calandrini si concentrava sulla gestione del potere, gli ex-AN ottenevano il consenso. Il loro obiettivo è passare da una monarchia assoluta a una monarchia costituzionale.

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Non ti fidar di un bacio a mezzanotte. Se c’è la luna non ti fidar” cantava il Quartetto Cetra nell’iconica Un bacio a mezzanotte. Chissà se l’ha ascoltata negli ultimi giorni il senatore Nicola Calandrini, coordinatore di Fratelli d’Italia in provincia di Latina.

Pareva una passeggiata. Nicola Calandrini capo monolite con Enrico Tiero che teneva il consenso. Domenica si è riunito il Congresso con i delegati scelti da Calandrini: lui leader e… si continuava. O almeno questi erano i programmi. Ma? L’acqua va sempre al mare: le cose tornano dove debbono tornare.

Il Golpe inatteso

Elena Palazzo

Mentre si faceva il disegno di vittorie a tavolino, gli ex An (l’acqua del nostro esempio) volevano eliminare il vino o almeno annacquarlo di parecchio. Elena Palazzo e Vittorio Sambucci (consiglieri regionali entrambi) insieme a Giuseppe Mochi (vice coordinatore del Partito) e Vincenzo Zaccheo, tutti ex Alleanza Nazionale e della destra storica, lavoravano per far tornare a destra il Partito di destra. 

L’ideologo della sinistra Antonio Gramsci diceva: “se il nemico si sente forte, è forte, e tu ancora non sei in grado di batterlo, non andare allo scontro frontale, ma conquista casamatta dopo casamatta, un giorno il nemico si sveglia e sarà circondato“. Sarebbe piaciuto a Sun Tzu ed al suo manuale l’Arte della Guerra scritto 1400 anni prima della nascita di Cristo.

Mentre Calandrini pensava a gestire il potere, gli ex An recuperavano il consenso (le tessere). Ed al momento del “voto” hanno calato l’asso: avevano la metà delle tessere, insomma erano azionisti di riferimento.

Procaccini mai democristiano

Enrico Tiero, Vincenzo Zaccheo, Nicola Procaccini

Quando Nicola Procaccini, eurodeputato e leader del Partito, ha visto di nuovo le sue vecchie bandiere ha avuto un sussulto d’amore: non voleva vivere democristiano, men che meno morire democristiano. E non ha fatto mancare la sua preferenza per la destra destra.

L’idea? Non vogliono gli An prendere tutto, vogliono passare dalla monarchia assoluta di Calandrini ad una monarchia costituzionale. Insomma lo vogliono far diventare come il Re d’Inghilterra che nella forma è il capo ma nella sostanza per entrare in Parlamento deve bussare. Quella che pareva una passeggiata diventa l’inizio di una rivoluzione.

Che cosa è il terzo stato? Tutto. Cosa ha il terzo stato? Niente. Cosa vuole avere? Qualche cosa” scriveva l’abate e politico francese Emmanuel-Joseph Sieyès a cavallo tra Settecento ed Ottocento. Parafrasando la frase del grande Sieyes: che cosa sono gli ex An? Il Partito. Quanto contano? Niente. Cosa vogliono? Qualche cosa… per ora.

E Fratelli d’Italia non è più il Partito di testimonianza residuale della destra italiana: è la sua guida e quelli che in quella cultura sono nati e cresciuti non possono essere comparse. Quindi? Ora si tratta.