Il braccio di ferro tra Rocca e Fdi, nessuno vuole essere Yes Man

La lettera rivelata da Repubblica, inviata da Aurigemma a Rocca. Il braccio di ferro in atto tra il cerchio romano di FdI ed il Governatore. Nessuno vuole essere ostaggio. L'uomo della Croce Rossa stempera: "Voci surreali”

«La questione è esattamente all’opposto di come la descrivono: è Francesco Rocca che non è disposto a fare lo Yes Man di Fratelli d’Italia. Anzi, del cerchio romano di Fratelli d’Italia». Invertendo l’ordine degli addendi il risultato non cambia: c’è maretta in Regione Lazio. Abbastanza intensa da spingere il presidente del consiglio regionale Antonello Aurigemma a scrivere una nota agli assessori, come riferisce questa mattina Clemente Pistilli sull’edizione romana di Repubblica

Cosa c’è scritto in quella nota? Che il Consiglio Regionale vuole contare e non intende limitarsi ad alzare le mano per approvare i provvedimenti già confezionati dal Governatore con i suoi assessori. La nota è stata inviata anche a Francesco Rocca ma solo per competenza.

Nessuno vuole fare lo yes man

Francesco Rocca e Antonello Aurigemma (Foto: Sara Minelli © Imagoeconomica)

Cosa c’è scritto nella nota che il presidente d’Aula di Fratelli d’Italia ha scritto ad un esecutivo nel quale la presenza del suo Partito è largamente maggioritaria? Che bisogna riappropriarsi dei rispettivi ruoli: la Giunta governa e fa proposte, il Consiglio discute e vara le leggi. Invece stando al cahier de doléance di Aurigemma la Giunta fa tutto ciò che ritiene riducendo i Consiglieri a sciocchi yes-men.

Legittimo, consentito dal regolamento – ammette Aurigemma – ma sarebbe opportuno ricorrere a quel metodo solo sugli atti che si intende blindare. Perché la conseguenza è un rapporto inutilmente conflittuale con le opposizioni ed «affievolisce il ruolo dei Consiglieri anche di maggioranza rispetto al possibile miglioramento degli articolati proposti dall’esecutivo».

Fratelli d’Italia inizia a non sopportare più un Governatore che non riesce a governare. E che pensava di poter condizionare dall’Aula assumendo un peso centrale nelle dinamiche politiche.

Nemmeno Rocca

Ma la realtà è che nemmeno Francesco Rocca ha l’intenzione di fare lo Yes Man del Consiglio regionale del Lazio. Condizione nella quale non ha intenzione di mettersi.

La lettera inviata da Antonello Aurigemma evidenzia un chiaro errore di sottovalutazione politica compiuto da Fratelli d’Italia. Perché Francesco Rocca non è stato chiamato al governo del Lazio mentre era in una spiaggia di Gaeta, come avvenne per Giuseppe Conte quando andarono a cercarlo sotto l’ombrellone per domandargli se volesse fare il Presidente del Consiglio dei Ministri. Al contrario: Rocca è a tutt’oggi il presidente della Croce Rossa Internazionale: organizzazione un po’ più grossa della bocciofila di Fregene. Cosa per la quale ancora oggi ha la testa tra l’Ucraina e Gaza.

Un presidente con una struttura mentale del genere è preparato a gestire eventuali tiri della giacca fatti da Mosca come da Tel Aviv. Come ricorda oggi intervenendo al Forum ‘Verso il 2030’ al centro congressi Agostinianum, dove ha ricordato “Fino all’11 dicembre prossimo avrò ancora la responsabilità di presidente della Croce Rossa Internazionale. Serve ritrovare un linguaggio comune: nelle ultime settimane parlare di due popoli e due Stati è diventato sempre più difficile, così come è accaduto al segretario generale delle Nazioni Unite dopo il suo richiamo, rispettare il diritto internazionale umanitario per dire che anche le guerre hanno delle regole, perché esistono valori più alti come mettere al centro le persone, i civili e gli innocenti“.

Rocca è del tutto affrancato dal rispetto delle liturgie e dei riti imposti dalla politica. È il prezzo che si paga se si candida un soggetto estraneo ai Partiti. Il segnale politicamente preoccupante è che a non capirlo sia proprio quella parte che nel governo regionale ha la stragrande maggioranza delle quote.

Voci surreali

Trovano sempre più conferme le voci di chi avrebbe chiesto un biglietto per Bruxelles, ritenendo che i margini di manovra concessi da Francesco Rocca all’Aula siano assolutamente residuali. Un malcontento limitato però al cerchio magico romano di Fratelli d’Italia e che lascerebbe del tutto esclusa la pattuglia eletta nelle province.

Francesco Rocca stempera, come è abituato a fare. Ed in serata ha gettato acqua sul fuoco delle polemiche. Sempre dall’Agostinianum ha sostenuto che nella lettera inviata agli assessori regionali “il presidente Aurigemma raccomandava un dato tecnico che era legato alla presentazione degli emendamenti e ai regolamenti interni“.

Ufficialmente, Rocca l’ipotesi di un cedimento nella maggioranza ventilata oggi su Repubblica “è totalmente surreale, ma capisco che chi vuole provare a fare politica abbia la necessità di creare casi dove non ce ne sono“.

Quella del cedimento oggi si. Quella del malcontento no. Perché nessuno vuole fare lo Yes Man.