La fuga in avanti di Pizzutelli e la debolezza di chi resta dietro

Cosa c'è dietro l'attivismo di Angelo Pizzutelli. Perché attacca da solo il centrodestra di Mastrangeli. Lo scenario con gli steccati politici sempre più bassi. La verifica sempre meno urgente. Grazie anche al cappotto amministrativo cucito da Retrosi

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Nelle ore scorse il capogruppo del Partito Democratico Angelo Pizzutelli ha diffuso un comunicato stampa che invia due segnali. Uno indirizzato alla maggioranza e l’altro ad uso dei suoi colleghi dell’opposizione. Il ruolo di un consigliere di minoranza è quello di controllare, assediare, logorare la maggioranza alla quale si oppone; mentre al suo Partito politico compete il ruolo dell’azione svolta in città, intercettando i malumori dell’elettorato e facendoli diventare azione politica in Aula attraverso i suoi Consiglieri eletti. A Frosinone il Gruppo dirigente del partito Democratico non è stato rinnovato, l’azione politica è assente, attivismo e mobilitazione sono parole rimaste nel vocabolario di almeno dieci anni fa.

L’azione di Pizzutelli va a sopperire la latitanza di un Partito Democratico in assenza di prove della propria esistenza. Ed al tempo stesso va a toccare i nervi scoperti di una maggioranza che su alcuni temi inizia a manifestare la palese difficoltà di riuscire a fare tutto quello che aveva pianificato. I finanziamenti ottenuti ma poi rimandati indietro ne sono il segnale. (Leggi qui: Top e Flop, i protagonisti di giovedì 25 aprile 2024).

Troppo brutta per essere vera

Foto © Stefano Strani

Troppo brutta per essere vera. Non ovviamente nel senso estetico del termine ma per la scarsa efficacia della sua azione di opposizione al governo Mastrangeli. La minoranza a Frosinone è semplicemente inesistente sul piano dell’efficacia. Dall’inizio della consiliatura partita due anni fa il centrosinistra non ha mai dimostrato quella unità necessaria per mettere in difficoltà l’amministrazione di centrodestra. E non perché manchino gli argomenti su cui dibattere e confrontarsi.

Anche se dal punto di vista dei numeri in aula non è certamente  facile: 11 contro 22 è un confronto impari. Ma il dato oggettivo incontestabile è che l’opposizione non ci prova nemmeno a trovare l’unità. È riuscita a dividersi perfino sul Bilancio. E allora c’è dell’altro.

È evidente che la dissoluzione dei Partiti stia rendendo tutto il quadro molto più evanescente. Gli steccati tra destra e sinistra sono sempre meno alti. Non per scelta fatta dalle Segreterie nazionali ma per concreta scelta fatta dagli elettori. A parlare sono i risultati delle elezioni comunali che a Sora elessero Roberto De Donatis a capo di una piattaforma civica in cui c’erano destra e sinistra; esattamente come avvenuto un anno fa a Ferentino per Piergianni Fiorletta e come punta a replicare Germano Caperna a Veroli tra poche settimane.

In questo scenario così impalpabile il centrosinistra non prova a cercare un dialogo al proprio interno e nemmeno tenta di costruire l’unità dell’opposizione perché nel lungo periodo anche a Frosinone lo schema potrebbe essere diverso da quello che si è consolidato negli anni. Non più quindi candidati sindaco di centrosinistra che sfidano l’uscente candidato sindaco di centrodestra. Tout court.

Lo spiegone

Il sindaco ‘trasversale’ di Ferentino Piergianni Fiorletta con il sindaco di Paliano Domenico Alfieri

Proviamo ad essere più chiari e meno criptici. È un fatto oggettivo ormai che nei Comuni, anche in quelli più grandi, il civismo trasversale sta sostituendo le storiche contrapposizioni centrodestra Vs centrosinistra. Si sta privilegiando l’aspetto meramente amministrativo, rispetto a quello politico. O ideologico. La circostanza sta bene anche ai Partiti. Tutti: di sinistra come quelli di destra. Appoggiando candidati sindaci civici, da un lato non rischiano la faccia in caso di sconfitta. Dall’altra, possono sempre dire che anche la propria area politica ha vinto, in caso di successo.

È stato già detto e ribadito: non si tratta di inciuci. E nemmeno di coalizioni nate dalla disperata volontà di vincere. Esempio ne è Ferentino: quando Giuseppe Virgili (FdI) ha provato a minare dall’interno l’alleanza ibrida che sostiene il Dem Piergianni Fiorletta per lanciare una coalizione politica interamente di centrodestra, è stato Luca Zaccari (Lega) a dire no e che questa consiliatura durerà fino all’ultimo giorno dei 5 anni affidati dagli elettori.

Siamo allora in presenza di un nuovo modo di interpretare la gestione della res pubblica nelle comunità locali. Che sono cosa diversa rispetto alle elezioni Regionali o Politiche oppure Europee, dove si vota con il sistema proporzionale e il Partito. Oltre al candidato. Nei localismi invece, i ragionamenti in termini di mera contrapposizione destra – sinistra sembrano ormai oggettivamente superati dai tempi e dalla storia.

Il programma diventa centrale

Foto © Stefano Strani

Va da sé che in uno scenario civico trasversale bisognerà prestare particolare attenzione, da parte del candidato sindaco, al programma di governo cittadino. Non potrà essere una miscellanea impostata come accaduto a volte su “brevi cenni sull’universo“. Anche perché non ci saranno più i Partiti e la politica a risolvere sempre tutto, in caso di difficoltà.

Uno scenario simile, sempre più esteso e sempre più replicabile, è ovviamente anche perfezionabile: con l’esperienza di chi lo ha già sperimentato (Ferentino) o si prepara a farlo (Veroli). Anche a Frosinone nel 2027 è ipotizzabile che chi oggi sta all’opposizione provi a costruire un dialogo con forze o liste civiche che attualmente si collocano a destra. Ma che comunque potrebbero avere interesse tra 3 anni ad un progetto trasversale nel nome del buon governo della città.

Giova ricordare che il civismo nel Capoluogo, di destra e di sinistra, oggi cuba da solo, senza i Partiti tradizionali, ben il 56,50%. Le civiche unite avrebbero già oggi il loro sindaco.  Che non potrà essere una figura troppo identitaria ma anzi dovrà essere il più trasversale possibile. Una trasversalità che è l’evoluzione dell’antico trasformismo: Azione è una forza nata a sinistra ma al ballottaggio di Frosinone ha appoggiato un candidato sindaco di centrodestra; alle recenti elezioni Regionali in Basilicata è stata determinante per la vittoria di Bardi che non viene da sinistra. Allo stesso modo Italia Viva: nasce dal Pd ma a Latina governa la Provincia con Forza Italia.

Frosinone realisticamente potrebbe dunque essere protagonista, alle prossime elezioni comunali di un confronto nuovo tra candidati sindaci non omologati o sganciati dai vecchi schemi divisivi.

L’attacco di Angelo

Angelo Pizzutelli

In assenza di un Partito Democratico che costruisca un’alleanza vincente, la mossa compiuta in queste ore da Angelo Pizzutelli va a sopperire lanciando una vera e propria sortita, sia sul campo amministrativo che su quello politico. Nel capogruppo Dem si starebbe radicando, con il tempo e con fatti oggettivi, la consapevolezza che mai avrà il via libera dal suo Partito alla candidatura a primo cittadino.

Le cose potrebbero essere diverse con un progetto trasversale che spacchi sia il centrodestra che il centrosinistra e faccia perno su quei civici che a Frosinone già oggi sono maggioranza. A prescindere da chi possano essere i protagonisti, se di parte o trasversali, resta il fatto che ci sia un terreno che deve essere preparato. Questa ipotesi spiega il suo attivismo di critica solitaria nei confronti del governo cittadino. In questo ore è tornato sul tema di alcuni finanziamenti regionali che sono stati persi dall’amministrazione Mastrangeli. Pizzutelli intanto piazza le sue bandierine e le sue battaglie sul campo amministrativo: con chi condividere queste battaglie si vedrà poi. E non è affatto detto che siano i suoi attuali colleghi di coalizione.

La verifica senza urgenza

Riccardo Mastrangeli (Foto © Stefano Strani)

Per quanto riguarda la maggioranza, la verifica urgentissima che bisognava fare subito dopo il bilancio, in realtà non è né urgentissima, né urgente. Si farà sicuramente, ma con i tempi dettati dal sindaco Riccardo Mastrangeli e dalle elezioni Europee ormai dietro l’angolo. Non con quelli di gradimento dei “malpancisti” storici o dell’ultima ora. Anche questo è un segnale di forza del sindaco.

Nel frattempo, a coprire le spalle a Mastrangeli è l’attività amministrativa. A fornire il cappotto è ancora una volta il titolare dei Lavori Pubblici Angelo Retrosi: in relativo poco tempo ha disinnescato problemi trasformandoli in cantieri e poi in opere finite. Come nel caso dei lavori per l’area camper, quelli per il teatro Vittoria ormai prossimo a riaprirsi al pubblico e quelli dell’area dei Piloni.

Viene dalla scuola dell’ex sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani. Come il Parlamentare della Lega, Retrosi prima studia le carte (Ottaviani in questo però rimane imbattibile) e poi va in cantiere per seguire l’andamento dei lavori. Una vera e proprio scuola di amministrazione creata dall’ex sindaco. Piccoli Nicola crescono. E coprono le spalle al suo successore.