Alla fine ha vinto Fabrizio Cristofari. I primari verranno nominati seguendo i criteri che aveva sollecitato come presidente dell’Ordine dei Medici. Ma la sua vera vittoria non è quella sul fronte sanitario. E’ quella ottenuta sul fronte politico. Con un colpo solo ha dimostrato d’avere il coraggio per mettersi di traverso alle decisioni della Asl. E di poter parlare anche a muso duro con la Regione Lazio.
Il problema era quello esploso nei giorni scorsi: la nomina dei primari provvisori. A Frosinone si rischiava di vedere i reparti nelle mani delle seconde linee. Colpa di un’interpretazione rigida delle norme. No ad un reincarico per i primari uscenti, nel timore che poi potessero correre dal giudice a farsi riconoscere la qualifica senza dover affrontare il concorso. (leggi qui). Una scelta che copriva le spalle al commissario onorario Luigi Macchitella. Ma rischiava di creare una serie di paradossi: il vice che diventa capo non per merito ma solo per burocrazia.
Fabrizio Cristofari aveva proposto una via d’uscita, la stessa adottata nelle altre Asl del Lazio. E cioè aggiornare le graduatorie interne e chi è primo fa il primario, anche se ha superato l’anno di attività. E che se la prenda il giudice la responsabilità di dire che i reparti non vanno affidati al più titolato. Ma all’azienda la soluzione non era piaciuta.
La risposta di Cristofari ieri è stata un altolà a Regione e Partito Democratico: se volete mettermi contro la categoria dei medici cercatevi un altro candidato sindaco di Frosinone (leggi qui). E’ stata come il passo del Rubicone compiuto da Cesare: chi sta con me mi segua e chi sta contro si assuma le responsabilità (leggi qui il passo del Rubicone per Cristofari).
Alla fine ha vinto lui. In serata la Asl ha comunicato che «per i nuovi incarichi si terrà conto di esperienze e meriti cui nessuno intende prescindere anche per le stesse considerazioni del Presidente dell’Ordine dei Medici».
La soluzione dove sta? In una parola in più aggiunta alla precedente interpretazione. la parolina magica è automatica. Ora la nuova formulazione è «Le procedure prevedono che alla scadenza del secondo mandato (sei mesi più sei), non si possa procedere alla automatica riconferma nell’incarico dello stesso dipendente».
Con quella parola in più ora succede che il dottor Cristofari dovrà riconvocare la Commissione di Valutazione, rielaborare le graduatorie. E se il migliore è il primario uscente resterà al suo posto. Ma la sua permanenza non sarà automatica perché è passata al vaglio di una commissione.
Tutti felici e contenti. Soprattutto Fabrizio Cristofari.