A Bruxelles l'ex sindaco dI Terracina, oggi parlamentare Ue, presenta il primo report sulla radicalizzazione islamica in Europa. Non è un problema di religione. "Ci stiamo lentamente annullando". L'allarme per una nuova radicalizzazione silenziosa in atto
Il presepe sulla piazza della Grand Place a Bruxelles è insolito, non convenzionale. Al posto del bue c’è una capra, intorno alla mangiatoia pascola una pecora: il Bambino è già in braccio alla Madonna, i Magi sono arrivati con un mese di anticipo e stanno già in adorazione. Non ha dubbi Nicola Procaccini, già sindaco di Terracina passato in estate dal tepore del mare all’umido della Vallonia belga per fare il parlamentare Europeo.
“L’Europa si sta islamizzando – dice l’eurodeputato – non è un problema religioso ma culturale, stiamo perdendo le nostre radici, i nostri valori fondanti. E questo rapporto è sbilanciato a favore dell’Islam. Volete una prova? Non è possibile mettere nel palazzo della Ue un’immagine di San Tommaso d’Aquino o di qualsiasi altro esponente religioso. Così cancelliamo le nostre origini“.
A distanza di qualche ora è proprio lui a presentare il Rapporto sulla islamizzazione in Europa. Cifre e analisi vengono rivelate in una delle sale del Parlamento Europeo. Ma quella ricerca è finanziata dalla fondazione Fratelli d’Italia e dalla fondazione Fare Futuro. Che è il pensatoio voluto nel 2007 da Gianfranco Fini e di Adolfo Urso sulla base dell’esperienza dell’Osservatorio Parlamentare, con l’obiettivo di “sviluppare una destra laica, liberale, aperta sul versante dei diritti civili e di quelli di nuova cittadinanza“. Non è un caso che accanto a Nicola Procaccini sieda proprio Adolfo Urso.
Non è una questione di religione
“Il sentimento religioso non è un fatto neutro” spiega Procaccini. Spiega che condiziona il nostro modo di essere, di vestirci, pensare, comportarci. Dove vuole arrivare? Non è un problema di Credo. È un problema politico. Non è un caso che il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdoğan “durante la sua visita agli emigranti turchi in Germania li abbia esortati a fare ancora più figli, non tre ma cinque ciascuno, spiegando che nel momento in cui saranno tanti si prenderanno la rivincita sulle sofferenze ed i sacrifici che stanno affrontando oggi“.
Il problema è demografico, stando ai numeri raccolti dalla ricerca presentata da Procaccini. Perché in questo modo, nel giro di una ventina d’anni, avremo un’Europa che si vestirà in modo diverso, penserà in modo diverso, avrà valori diversi. E questi valori – dice lo studio – “saranno quelli della cultura islamica“.
Il pessimismo di Ciampi
Un allarme che viene rilancia dal professor Mario Ciampi. Cita Lewis, il principale islamologo del Novecento: “Dopo la caduta del muro di Berlino profetizzò il secolo dell’islamizzazione dell’Europa“. Parla dell’indice di fertilità delle donne islamica e lo mette a paragone con quello delle donne non islamiche. Mette in guardia: l’islam moderato – per Ciampi – è un’utopia. Ricorda che è culturalmente impossibile isolare l’ala violenta dall’islam. Che alla fine ha il sopravvento. Un esempio eclatante? Cita l’imam che era nell’elenco delle possibili nuove guide spirituali della comunità di Parigi: abbandonò tutto di fronte alla reazione tiepida della sua comunità di fronte all’assassinio del parroco di Nizza ucciso a coltellate da un integralista.
Denuncia quella che definisce l’autodenigrazione: l’Europa sta rinunciando ad avere una sua cultura e i sta denigrando da sola.
Il nemico: i Fratelli Musulmani
Esagera Mario Ciampi? No. Nemmeno un po’. Ne è sicura Souad Sbai, la giornalista e saggista originaria del Marocco e cittadina italiana dal 1981. Mette in guardia da una possibile confusione. “Il nemico – dice – sono i Fratelli Musulmani, che nulla hanno a che vedere con i nostri fratelli di fede musulmana“.
Ricorda che la fratellanza musulmana è un Partito Politico, messo al bando in molte realtà del Nordafrica. E che è il nemico innanzitutto dell’islam ma allo stesso tempo anche dell’Occidente. Ricorda gli attentati compiuti in terra africana per mettere in ginocchio l’islam dialogante, tagliargli le radici.
Avverte che molti di loro sono stati mandati via dai loro Paesi, sono stati messi al bando. E sono in Europa. Dove hanno messo radici. E dove stanno portando avanti la loro missione. “Ci sono centinaia di bambine islamiche in Europa che hanno smesso di andare a scuola: i Fratelli Musulmani stanno preparando una nuova ignoranza sulla quale far crescere una nuova radicalizzazione sul suolo europeo“.
È per questo che è stato sviluppato il rapporto. Perché tutto avviene – spiega – sotto gli occhi di tutto ma nessuno se ne accorge. Poco prima di lei, nel suo intervento, Nicola Procaccini aveva parlato di un tema tabù in Europa.
Informare per conoscere
Stesso tema sviluppato da Adolfo Urso. Il quale ricorda che l’Italia è tornata ad essere crocevia dei grandi cambiamenti Europei. E che proprio le popolazioni islamiche sono le prime vittime: innanzitutto le donne ed i bambini. Spiega che il report presentato oggi verrà aggiornato e presentato ogni anno, a tutela dell’Europa. Perché questo è un tema del quale nessuno parla.
Ecco perché Nicola Procaccini guardava con amarezza il presepe sulla Grand Place: perché poco alla volta stiamo dimenticando le nostre radici finendo in una grande confusione religiosa e culturale. Un Pantheon di confusione contro il quale ha iniziato a parlare in questi giorni anche Papa Francesco. Ecco perché una capra al posto di un bue, i Magi fuori tempo, un Bambinello già nella mangiatoia, a Bruxelles sono da guardare con sospetto. (leggi qui Quelle mosse strategiche di Francesco che passano per don Domenico Pompili)