Tra Conte e Draghi spunta lui, Zingaretti

Ad elezioni anticipate noni andrà. L’attuale premier non sembra nelle condizioni di poter guidare il Governo della ricostruzione. L’ex presidente della Bce potrebbe arrivare a Palazzo Chigi ma sarebbe difficile costruirgli una maggioranza cosa attorno. E allora il segretario del Pd (o Dario Franceschini) potrebbe rappresentare la soluzione giusta.

Una sola cosa è certa. Ad elezioni anticipate non si andrà. Ma difficilmente questo Governo resterà così come è adesso e guiderà la ricostruzione.

Massimo Cacciari, filosofo ma anche politico pragmatico, ha dato la sua interpretazione a Piazzapulita: «Renzi si prepara alla Fase 3. Quando si faranno le Finanziarie pesantissime con una riduzione dell’imponibile e della ricchezza prodotta, lì certamente Renzi e molti altri pensano ad un cambio di guida. Ed è evidente a chi pensano. A Mario Draghi? Sì».

Matteo Renzi © Imagoeconomica / Sara Minelli

D’altronde Matteo Renzi non si è nascosto al Senato, rivolgendosi così al premier Conte: «Glielo diciamo in faccia: siamo a un bivio. E’ stato bravo a rassicurare gli italiani, è stato molto bravo. Il punto però è che nella fase 2 della politica non basta giocare su paura e preoccupazione. C’è una ricostruzione da fare che è devastante e richiederà visione e scelte coraggiose. Dia un occhio in più ai dati dell’Istat o noi non saremo al suo fianco. Se sceglierà la strada del populismo non avrà al suo fianco Italia viva. Non abbiamo negato i pieni poteri a Salvini per darli ad altri».

Ancora: «Il suo intervento, presidente Conte, esige risposte in nome della libertà e della verità: gli italiani per l’emergenza sanitaria sono in uno stato che ricorda gli arresti domiciliari. Non ne usciamo con un paternalismo populista o una visione priva di politica. Nessuno le ha chiesto di riaprire tutto, abbiamo chiesto riaperture con gradualità e proporzionalità».

E intanto Conte guarda ad Arcore

Giuseppe Conte ovviamente non è fermo. Sta verificando se è possibile un’intesa con Forza Italia, nel caso davvero Italia Viva dovesse sbattere la porta. Ma certo non è semplice.

Mario Draghi (Imagoeconomica)

Anche perché un eventuale Gabinetto Draghi (ammesso che l’ex presidente della Bce accetti) nascerebbe con una vocazione europeista, quindi coni sostegno anche di Forza Italia e perfino di una parte dei Cinque Stelle. In quella maggioranza ci sarebbe quasi sicuramente anche la Lega, visto che a Giancarlo Giorgetti l’ipotesi non dispiace affatto. Certo, sul fronte Mes sarebbe un bel problema ottenere il sì dei leghisti, tanto per fare un esempio. Poi è arduo pensare che Matteo Renzi possa farsi sostituire in corsa da Silvio Berlusconi.

Proprio su questo tipo di ipotesi i cronisti parlamentari più accreditati non escludono un ulteriore scenario a sorpresa: accordo di ferro tra Pd e Italia Viva. Con premier uno tra Nicola Zingaretti o Dario Franceschini. I Cinque Stelle? Non sono nelle condizioni di sbattere la porta.