Zingaretti nella neve porta il nuovo Pd anche in Piemonte

Il Governatore del Lazio e candidato alla Segreteria nazionale Pd è stato in Piemonte. Risultati più bassi della media. Ma è primo anche qui. L'exploit di Giachetti. Le critiche al 'Reddito di Sudditanza'. A Reggio Calabria l'appoggio del sindaco Falcomatà. Polemiche a Palermo

C’è la neve a Torino ad accogliere Nicola Zingaretti. In apparenza è gelo anche nei numeri: in Piemonte sta dieci punti sotto la media, nel voto che gli iscritti stanno dando in questi giorni per selezionare i tre candidati per le Primarie di marzo. Se si leggono però i numeri anche degli altri due sfidanti si scopre che il Piemonte sta con i riformisti rappresentati dal Governatore della Regione Lazio.

Le Convenzioni nei Circoli piemontesi assegnano a Zingaretti un 37% del consenso (su scala nazionale sta al 48%, leggi qui Ufficiali e numeri del Pd, Zingaretti ha oltre 13 punti di vantaggio su Martina).  Ma è comunque davanti a Maurizio Martina che nonostante il sostegno compatto di tutta l’area parlamentare renziana qui non ha sfondato il 30% e si è attestato 5 punti sotto il suo risultato nazionale. Anche in Piemonte al terzo posto c’è Roberto Giachetti che conquista un 26% quasi a sorpresa.

Neve fitta

Il maltempo ha costretto il presidente Nicola Zingaretti a rivedere l’agenda all’ultimo istante. Salta l’incontro in programma ad Alessandria. Si allunga quello ad Asti.

Sono zone strategiche. Perché è nell’astigiano che Roberto Giachetti si è piazzato davanti a tutti mancando per poco il 40%. E poi nell’Alessandrino Giachetti centra la sua performance migliore superando il 48% grazie all’appoggio dell’ex viceministro Enrico Morando, del segretario provinciale Fabio Scarsi, dell’ex presidente della Provincia di Alessandria Paolo Filippi e dell’ex deputata Cristina Bargero. 

Nicola Zingaretti qui non era il favorito. In quasi nessun circolo d’Italia lo era: tutta merce renziana. Ma a portare avanti la sua linea riformista qui sono scesi in campo l’ex senatore Daniele Borioli e l’ex sindaco Rita Rossa. A loro deve quel quasi 35% nell’area, con punte bulgare (alla Francesco De Angelis in provincia di Frosinone con il suo 91%) a Castellazzo Bormida, dove lo ha trainato il capogruppo in Regione Piemonte.

Pd al centro della ricostruzione

 Nicola Zingaretti in Piemonte parla del Pd che verrà. Del Partito che vuole rigenerare. «Otto mesi fa la discussione era se ci scioglievamo. Oggi il Pd sta tornando al centro di qualsiasi ipotesi di ricostruzione di un’alternativa a questa maggioranza. Era il mio primo obiettivo».

Rimprovera al partito le troppe liti inutili e soprattutto le divisioni. «Abbiamo litigato troppo e discusso troppo poco. Stiamo tornando con uno spirito nuovo e unitario, al servizio del Paese. Perché questo Paese rischia se non si costruisce un’alternativa. E rischiano soprattutto le persone più deboli».

A colpire è ancora una volta il clima di partecipazione. La gente viene a sentire questo candidato Segretario che arriva dal Lazio ma non si comporta come un romano. C’è curiosità intorno ad un leader che non si comporta da condottiero ma da Segretario. «Sono molto contento del clima, dell’atmosfera, del fatto che è passato un messaggio semplice, cioè che bisogna cambiare, che questo partito sta ritrovando la voglia di mettersi in gioco».

 Critica la manovra del Governo. Spiegando che «Se accanto all’investimento su manovre contro la povertà non ci sono anche politiche di sviluppo, investimento, aiuto alle imprese e quindi una politica per riaccendere i motori del sistema produttivo, c’è il rischio che il reddito di cittadinanza diventi reddito di sudditanza, cioè di lasciare all’infinito le persone in una condizione di senza lavoro».

Falcomatà con Zingaretti

Intanto da Reggio Calabria arriva la notizia che il sindaco Giuseppe Falcomatà sosterrà Nicola Zingaretti nella sua corsa per la Segreteria nazionale.

«Ho scelto di sostenere la candidatura di Nicola Zingaretti a segretario nazionale del Pd – dice il sindaco di Reggio Calabria – perché sono convinto che il nostro Partito abbia bisogno al più presto di una guida che sappia mettere insieme una leadership salda ed autorevole, con la necessità di valorizzare ed amplificare, in un’ottica plurale ed unitaria, le tante energie presenti nel campo democratico, che aspettano solo di essere liberate».

Caos in Sicilia

In Sicilia invece viene segnalato il caos al punto che la zingarettiana Teresa Piccione segnala: «Io francamente non lo so il perchè di tutti questi ritardi nei congressi in Sicilia. Ma quello che so è che qui in Sicilia si sta consumando il peggio a cui si può assistere».

Teresa Piccione è l’ex-sfidante di Davide Faraone per la segreteria regionale siciliana Pd. Si era ritirata dalla corsa tra le polemiche. Ora in Sicilia le Convenzioni tra gli iscritti stanno andando molto a rilento ed a macchia di leopardo. Teresa Piccione «atteggiamento tracotante da parte di chi gestisce la maggioranza, i renziani insomma. Le commissioni per il congresso dovrebbero decidere tutto all’unanimità e invece la minoranza viene schiacciata e si va avanti come treni».

Come esempio, cita quanto accaduto a Palermo. Lì sono stati esclusi dal voto alcuni circoli che hanno sempre votato. Più di mille iscritti che sono stati tagliati fuori e che fanno tutti parte dello schieramento Zingarettiano.

La commissione congresso del Nazareno sa tutto.