I Miei Anni ’70 * Cerroni – Tra politica e tv a colori

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La scorsa settimana la collega Rita Cacciami, vice direttore de L’Inchiesta Quotidiano ha scritto una delle sue ‘stilettate’ colpendo le profonde differenze tra gli Anni ’70 ed i nostri giorni (leggi il precedente). Abbiamo proposto ai nostri lettori di raccontarci la loro gioventù di quegli anni. Nasce così la rubrica ‘I Miei Anni ’70

di MAURIZIO CERRONI
già Sindaco di Ceccano
e già dirigente provinciale del Pci

Gli anni ’70 hanno rappresentato un periodo di grande trasformazione per la società italiana e anche la Ciociaria è stata segnata dalle vicende politiche, economiche, culturali, sociali di questi anni.

Nell’immaginario di ciascuno di noi gli anni ’60 e ’70 sono quelli dei movimenti studenteschi, tesi a scardinare alcune delle regole fondanti la società italiana come il concetto di padre famiglia, di subordinazione della donna al ruolo dell’uomo, di classi sociali. Movimenti che si contraddistinguono per il loro carattere internazionale perché interessano molti dei paesi europei ma anche di oltreoceano: pensiamo al maggio studentesco in Francia segnato dall’occupazione dell’Università Sorbona o al movimento pacifista in America contro l’intervento militare in Vietnam.

In Italia, in particolare, sono stati molti gli episodi che hanno segnato questo periodo: le lotte studentesche che si uniscono a quelle operaie negli anni ’68 e ’69, il cosiddetto autunno caldo segnato dai Consigli di fabbrica, le lotte per le conquiste salariali e per la realizzazione di forme di partecipazione democratica dentro i luoghi di lavoro.

Noi, la generazione degli anni ’70, siamo coloro i cui genitori hanno visto e fatto la seconda guerra mondiale e i nonni sono spesso reduci della guerra del ’15-18. Sono famiglie segnate da dolori ma anche da una profonda solidarietà, dove le tavole sono spesso allargate e c’è spazio per tutti, si pranza e si cena con nonni e nipoti, tra storie di guerra, sogni spezzati ma anche tanta speranza. Siamo la generazione che vive il boom economico ma anche la prima crisi petrolifera dovuta alla guerra del Kippur del 1973, le giornate delle targhe alterne, le domeniche a piedi.

Di sicuro sono anni dove si è consapevoli di essere parte di un processo di profonda trasformazione, dove ognuno avverte di essere parte di qualcosa che va oltre se stesso, che poteva portare alla realizzazione di una società diversa e si sperava migliore.

In questi anni, il territorio della provincia di Frosinone ha mutato profondamente il proprio volto; si assiste ancora al miracolo economico, la fabbrica continua ad essere una grande occasione per la popolazione locale e il posto fisso rappresenta un obiettivo realizzabile per tutti.

In Ciociaria gli interventi economici, specie nel campo industriale, sono stati resi possibili all’interno dei grandi finanziamenti legati alla “Cassa del mezzogiorno”; questi continuano negli anni ’70 e si assiste a una vera trasformazione del tessuto economico e sociale con eventi come l’insediamento della Fiat nel cassinate o degli stabilimenti industriali lungo l’asse autostradale del Sole.

A seguito di questo mutamento industriale, il lavoro agricolo assume un ruolo sempre più marginale e per molte famiglie la fatica dei campi agricoli resta solo un ricordo. Ciò ha rappresentato sicuramente una grande occasione per molte famiglie che hanno visto ampliare le loro opportunità anche se, purtroppo, il nostro territorio ha pagato un prezzo caro in termini di inquinamento. Inoltre, sono emersi alcuni risvolti negativi di tali fenomeni come lo svuotamento dei centri storici e la perdita del patrimonio storico, artistico, eno-gastronomico. Per questo, forse, oggi ci sarebbe bisogno di quella forza motrice che ha segnato gli anni ’70 per realizzare una vera trasformazione culturale in termini ecologici e sostenibili.

La rivoluzione in questi anni ovviamente non è solo economica ma anche, e forse soprattutto, sociale e culturale: sono gli anni dei capelli lunghi, dei calzoni a campana, della minigonna e delle gonne lunghe. I ragazzi sognavano la motocicletta, meglio se di marca giapponese, avevano tutti un sacco a pelo e la macchina usata era un marchio della cosiddetta “beat generation” perché necessaria per affrontare i viaggi “on the road” e, dove la macchina non era disponibile, l’autostop era una alternativa sicuramente non secondaria. E così noi ragazzi sognavamo di girare l’Italia, l’Europa e il mondo, meglio se sotto le note dei grandi cantautori.

La grande rivoluzione, ad ogni modo, si fa nelle famiglie e, allo stesso tempo, si apre la stagione dei diritti civili con grandi cambiamenti nel panorama legislativo italiano. Il forte vento di cambiamento è stato, infatti, l’elemento che ha permesso la realizzazione della riforma del diritto di famiglia, l’introduzione della legge sull’interruzione di gravidanza e il divorzio.

Sul versante politico, la nostra provincia è caratterizzata da una egemonia della Democrazia cristiana; in molti comuni si afferma l’accordo tra DC e partito socialista e il Partito comunista è spesso partito di opposizione che, però, insieme al sindacato guida le lotte operaie.

Diverso è il panorama nazionale dove il PC, soprattutto con l’elezione del Segretario generale Enrico Berlinguer, ottiene importanti risultati elettorali soprattutto nelle lezioni regionali. Infatti, ricordiamo che sono anni dove anche l’assetto istituzionale del nostro territorio cambia profondamente con l’istituzione delle Regioni che, delineate nella Costituzione del ’48, vedono la loro operatività solo negli anni 70.

I frutti della rivoluzione sociale propria di questi anni la si vede anche nella formazione della nuova classe dirigente del paese che, grazie alla democrazia presente nei partiti e nei sindacati, si afferma tra le file operaie e anche contadine. Sono queste nuove forze a rappresentare una vera ventata di freschezza per il paese; una freschezza che si avvertiva anche nelle strade e nelle piazze sempre piene di giovani che si facevano notare ma anche sentire, che giocavano a biliardino e ascoltavano musica dai juke-box, che andavano in discoteche la domenica.

In particolare sono anni dove la scala sociale funzionava e ognuno, attraverso lo studio e l’impegno, poteva realizzarsi professionalmente e a livello sociale.

Tuttavia, ogni periodo vede luce o ombre e così è stato a causa della violenza e del terrorismo che hanno segnato e reso bui interi anni della nostra vita repubblicana, con momenti di grande tristezza e sconforto per il paese come il giorno dell’uccisione di Aldo Moro da parte delle brigate rosse. Sono state molte le vittime di questi anni di terrore: giornalisti, magistrati, poliziotti, operai comunisti come Guido Rossa; anche la nostra provincia è stata interessata da tutto ciò in prima persona con l’uccisione del dirigente della Fiat di Cassino Carmine De Rosa e il magistrato Fedele Calvosa. Nonostante questi anni difficili, il nostro paese è stato forte ed è riuscito a sconfiggere il terrorismo.

Ecco, sebbene le luce e le ombre di questo periodo, credo che gli anni ’70 siano stati davvero importanti e formidabili, almeno nel mio ricordo, e dico questo non solo perchè in quegli anni avevo 20 anni, i capelli lunghi e andavo in motocicletta ma anche perchè c’era il biliardino, la musica al juke-box e la TV a colori.