Correva il ’77, Mauro era già un artista e noi non lo sapevamo… (di F. Dumano)

Il 1977, la spensieratezza degli anni giovanili. Tra noi Mauro Rea era un artista che avrebbe avuto successo: ma nella corsa veloce di quegli anni non lo immaginavamo...

Fausta Dumano

Scrittrice e insegnante detta "Insognata"

Ricordi in bianco e nero… la location è la piazza del Castello, la piazza dove il movimento degli studenti  si dava appuntamento. Correva (e come è andato di corsa) il ’77: nella foto del nostro Piero Albery l’unica che  guarda l’obiettivo sono io.

Abbiamo già parlato di due protagonisti accanto a me Lucio Maciocia lo psicologo (leggi qui Lucio Maciocia, lo psicologo che che analizza la scuola (di F. Dumano)) e Pio Porretta l’architetto (leggi qui La passione di Pio per l’architettura e l’ambiente). Questa volta fissa lo sguardo sulla sinistra, un ragazzo dalla folta capigliatura e braccia conserte, lui al tempo era l’ala creativa del movimento. E della sua creatività ha segnato la storia.

Mauro Rea al tempo viveva a Sora ma frequentava il Liceo Artistico a  Cassino. Nella piazza del Castello c’era l’Istituto per Chimici, la scuola della repressione più dura, la famosa occupazione che costò l’espulsione per un anno agli studenti ritenuti colpevoli. In quell’occupazione nacque la storia  d’amore più longeva del movimento, quella di Genesio e Tiziana. Ricordi in bianco e nero, al momento la loro storia è nella top ten di questi racconti, più di undicimila lettori. (leggi qui L’amore sbocciato tra le mura della scuola occupata).

In quella piazza  dunque anche uno dei più famosi artisti del territorio. Dopo il Liceo, l’Accademia a Frosinone, tra i suoi maestri il famoso Nicola Carrino.

Mauro è un artista molto riservato e  fuori dal coro. Un artista trasversale, un pittore anti moderno, dicono di lui. La sua carriera comincia da giovanissimo vincendo nel 1975 il primo premio per la grafica nella rassegna per il 30° anniversario della città di  Cassino.

Da allora un crescendo di premi. Un curriculum denso di mostre e riconoscimenti. Digitando il suo nome  in rete salta fuori la sua intensa produzione… Ma anche che è Scudiero Nelumbico dei  Profeti  Solitari, Vogatore Referente dell’Opificio, annusatore di materie multiple bruciacchiate.

La mia pittura è arma da guerra ”igienicamente modificata” dice lui…: Mauro lavora con materiale da scarto, cartapesta, ferro, rame, cera e colori. Arte ironica, polemica, dissacratoria ”per non morire asfissiato sotto il sole nero della quotidianità” così scrive in una nota.

Ricordi in bianco e nero, anche Mauro era una voce del Collettivo Quarto  Piano di Sora. Ricordi in bianco e nero, Mauro con la sua creatività era già noto in quegli anni: nel ’76 aveva curato un dipinto per la scenografia di uno spettacolo teatrale. Nel ’78 ci condusse alle Cave di Coreno Ausonio per una sua performance particolare, si librava nell’aria sospeso.

Ha portato la sua arte nelle fabbriche occupate come a Bologna negli anni ’80. Ricordi in bianco e nero, nota è la sua elaborazione grafico pittorica sempre nel ’77 per il professor Savino Leone al Liceo Artistico. In quegli anni non avevamo Facebook e Instagram altrimenti sarebbe rimbalzata  come un tam tam. Ovviamente, tempi moderni, è possibile rintracciarla sul suo profilo Facebook in un album di foto intense.

Ricordi in bianco e nero, Mauro Rea ha un vasto archivio fotografico che  documenta non solo la sua immensa attività ma ha anche un archivio che narra come eravamo nel ’77, con i nostri sogni, le speranze e le utopie. Narra le provocazioni, compresa ‘la famosa “pipì d’artista” che non è una leggenda come per anni hanno pensato diversi giovani artisti arrivati dopo.,

Scovando attentamente la rete è possibile rintracciare una foto documento. Nel ’77 era ancora forte l’eco dell’arte come provocazione. E noi ne sentivamo il fascino.

Correva il ’77… e come correva in quella piazza. Ma noi non lo sapevamo…