Il coro della chiesa, le musiche per accompagnare gli sposi. A suonare c'era Mnchin pilastriegl, oppure Mnchin gl luong, insieme al maestro Di Scanno che dirigeva il coro
Alla finestra dei ricordi si affaccia Menechino con sua sorella Carolina: neanche lui poteva sfuggire agli scatti del nostro Piero Albery, il fotografo che ha immortalato un’intera generazione. Con lui raccontiamo una Arpino scomparsa, quella del coro nella chiesa di San Michele.
Poesia del dialetto a me sconosciuta Mnchin pilastriegl, oppure Mnchin gl luong, per me il maestro di armonium. Di certo ha suonato e accompagnato il matrimonio di tante coppie arpinati. Si potrebbe girare un film raccogliendo gli aneddoti che hanno accompagnato i duetti con il maestro Lello, al secolo Raffaele Di Scanno, che dirigeva il coro.
Generazioni di arpinati sono cresciute nel coro della chiesa ed ognuno custodisce ricordi ed emozioni. Certamente al tempo mancavano tanti strumenti moderni, ma andare al coro era una passione molto diffusa. Il collante era il parroco don Emilio Iafrate (leggi qui I mille volti di don Emilio Iafrate).
Ricordi in bianco e nero… anche il coro di Arpino ha avuto il suo fascino, era un luogo di aggregazione, lì nacquero molti amori tra le note del coro. La storia di Menechino si intreccia con quella del maestro, il professore di musica Di Scanno, smarrita nell’albero genealogico. Ricordo che Paola, la figlia del prof, chiamava Menechino, zio. Il prof Di Scanno insegnava musica alla scuola media di Arpino ed ha trasmesso la passione peril pentagramma a generazioni di studenti: qualcuno è diventato pure famoso come Giampaolo Nitiffi, direttore d’orchestra e compositore di colonne sonore di film. (leggi qui Le note di Nitiffi nei film).
In fondo nella storia di Arpino scorrono importanti musicisti che le nuove generazioni dovrebbero conoscere: dalla pianista Elisa Ciccodicola nipote Carlo Conti, di Arpino pure il Gizziello, sangue arpinate scorre nelle vene di Ennio Morricone e di Chris Rea il chitarrista britannico.
Menechino, racconti in bianco e nero, era un punto di riferimento in quegli anni: ascoltava e diffondeva consigli. Strappava sorrisi ed aveva sempre una battuta pronta. Le mani dei musicisti, si narra, si riconoscono al volo e allora non potevamo che cercare nell’archivio di Piero uno scatto con le mani ben visibili. Realtà e leggenda: gl luong perché era alto, pilastrigl… le leggende sui polpastrelli dei musicisti… Di certo anche lui narrava le storie di polpastrelli famosi e la spiegazione del perché Paganini non concedeva mai il bis.
Crescendo ho scoperto che il Paganini aveva la sindrome di Ehlers Danlos o malattia degli uomini caucciù, ma questa è un’ altra storia…