La sfida di Carlotta in una città senza totem

Giampiero Casoni

 

di GIAMPIERO CASONI
Giornalista a corrente alternata

 

 

Sfida raccolta… e il guanto della medesima ha le sembianze di un sacco a poche. Carlotta Delicato, la giovane e talentuosissima chef cassinate appena uscita vincitrice da Hell’s Kitchen, che è un po’ come dire, a valutare tigna e grugno di capitan Carlo Cracco, sopravvivere alla fregola di tartare di Hannibal Lecter, raccoglie la simpatica provocazione del sindaco di Cassino Carlo Maria D’Alessandro in merito ad un “esame culinario bis” con i cassinati come giudici e l’atmosfera natalizia a far da guarnizione.

E non poteva concludersi meglio, a ben vedere, il faticoso e meritorio cimento televisivo per il riconosciuto talento cassinate: tritare erba cipollina e fare da weddig planner fra la crema di maraschino ed un amuse goeule a base di ostriche bretoni e salsiccia dai norcini natali è stato bello e figo. Ma cucinare per i propri “paesani” con l’alloro della genialità catodica e professionale sarà uno spasso… Anche e specie per le sacrosante paturnie pubblicistiche di un Carlo Maria che sa conoscere il valore di uno spot bracereccio con la Delicato a fare da testimonial, oltre che riconoscerene l’indiscussa genialità e fiutarne lo shining campanilistico come farebbe un lagotto con la ctonia, divinità del tartufo bianco d’Alba.

Poco male, ci sta tutto l’endorsement e non ci va stretto il piacere di avere una concittadina che ai fornelli ha dimostrato di avere due cosi grossi come una mortazza insaccata sotto la Garisenda.

«Mi rivolgo direttamente a Carlotta Delicato – aveva detto D’Alessandro in un ridanciano e simpatico videomessaggio su Facebook – Io sono contento e orgoglioso come sindaco della città di Cassino che tu abbia vinto l’edizione di Hell’s Kitchen di quest’anno. Per noi è veramente motivo di grande soddisfazione, ma c’è un però! Sono i giudici che hanno decretato la tua vittoria e noi cittadini aspettiamo con ansia di dare “imprimatur” a questo tuo successo. Quindi, che ne dici se ci vediamo durante le vacanze di Natale, in piazza, e ci fai assaggiare tutta la tua arte? Questa è una richiesta che faccio a nome di tutta la cittadinanza…”. (leggi qui la sfida di Carlo Maria D’Alessandro)

Manco a dirlo, Carlotta si è armata di password e, dalla sua di pagina Fb, ha sparato ad alzo zero accettando quella benevola catena di cotechino che il primo cittadino le arrotolava gentilmente e, con infida simpatia, intorno alla caviglia: «Pensavo di aver superato la prova più difficile, convincendo Chef Carlo Cracco. E invece… Accetto la sfida, Sindaco! Ma facciamo a modo mio….».

Detto, anzi, scritto da una che ha fatto venire crisi di identità a chef Cracco, uno che tracima ego e competenza anche dalle Palle di Mozart rivisitate in chiave finlandese e spolverate di tritolo, suona come una minaccia, una minaccia biecamente simpatica ed attesa da una Cassino che, ultimamente, era un po’ a corto di totem su cui far arrampicare i propri vanti.

E cavalchiamo l’onda allora, anche, anzi, proprio perché di onda di nobile besciamella si tratterà.

Butta la pasta Carlò…

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