Top e Flop, i protagonisti di mercoledì 10 aprile 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di mercoledì 10 aprile 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di mercoledì 10 aprile 2024.

TOP

SARAH DISABATO

Sarah Disabato

Le tocca un compito arduo assai. E’ quello di essere alfiera dell’ulteriore nuovo corso in purezza che Giuseppe Conte ha voluto imprimere (ribadire) per il Movimento Cinque Stelle. Corso etico in cui non ci sarebbe posto per “cacicchi” che invece pare stiano ammalando la pur indiscutibile intelaiatura etica del Partito Democratico. E le toccherà farlo nella regione italiana, tra quelle chiamate al voto, che più di tutte simboleggia i punti primigeni di frattura ed inconciliabilità tra dem e pentastellati: il Piemonte.

Piemonte dove per le Regionali si voterà nei giorni esatti delle Europee e di una gara di consenso che si preannuncia cruciale. Per le sorti di un campo largo troppo a step e per quelle di un’opposizione politica al governo Meloni che fatica a trovare baricentro operativo.

Il tutto con “l’aggravante” di una territorialità in purezza che rende le elezioni regionali ancor più aleatorie rispetti ai massimi sistemi di ogni altro cimento d’urna. Sarah Disabato è la candidata del Movimento 5 stelle alla presidenza della Regione Piemonte. A dare notizia ufficiale era stata lei stessa in combo con una fiera ex sindaca di Torino, Chiara Appendino.

L’investitura di Conte ed Appendino
Chiara Appendino con Giuseppe Conte Foto: Filippo Attili © Imagoeconomica

Ma chi è Sarah Disabato? Attualmente è consigliere regionale uscente nonché presidente del gruppo consiliare pentastellato a Palazzo Lascaris. E’ anche coordinatrice regionale del M5s, quindi ha un ruolo politico di rilievo. Le toccherà “attaccare” una vera corazzata: il presidente della Regione uscente Alberto Cirio, in quota partitica Forza Italia e “sostenuto dall’intero centrodestra”.

E con lui ma su altro fronte ed altre tematiche settate a Disabato toccherà competere anche con la candidata del Partito Democratico Gianna Pentenero. Giuseppe Conte è stato protocollare ed entusiasta al contempo, nel dare l’annuncio, ma sa benissimo che quella di Disabato è la briscola più grande che sta calando in una regione dove il M5s è riuscito ad esprimere il sindaco del capoluogo.

“La competenza e la passione di Sarah, unita al sostegno e all’energia della nostra comunità piemontese, è la spinta decisiva. Spinta per far voltare pagina alla regione dopo cinque anni di disastro targato centrodestra”.

Disabato lo sa, che lei è la mano che dovrebbe “voltare la pagina”, e conosce abbastanza bene le dinamiche di secondo livello per perseguire questo fine con tigna. Ma sarà dura. Assai. Con la chiara consapevolezza che i risultati piemontesi diranno cosa ne pensano gli elettori della decisione di dire definitivamente addio al campo largo, facendo un piacere alla destra. E se la scelta identitaria dei Dem sia efficace o meno.

Top di incoraggiamento.

ABBRUZZESE e DE ANGELIS

Mario Abbruzzese e Francesco De Angelis

La vanità è l’effimero compiacimento di sé e dei propri pregi, reali o presunti che siano. Mentre l’egocentrismo è la tendenza a mettere se stessi al centro di tutto, subordinando ogni cosa. Infine l’egolatria è l’adorazione di se stessi a cui si aggiunge la pretesa che tutti riconoscano e partecipino al culto. Sono tre difetti che si impossessano di quasi tutti i candidati alle elezioni in maniera proporzionale alla loro esperienza: più si è inesperti e più si è certi di centrare l’elezione, nella convinzione d’essere i migliori ed i più bravi di tutti.

Ma anche tra i più navigati, spesso la ‘sindrome del candidato‘ scatta, accecando. Invece non se ne sono fatti contagiare due totem delle preferenze nel Lazio: l’ex presidente del Consiglio Regionale Mario Abbruzzese e l’ex assessore regionale ed ex deputato europeo Francesco De Angelis.

L’esponente Dem ha ricevuto la proposta di candidarsi alle Europee: a conti fatti, sarebbe stata una sfida aperta con il sindaco di Pesaro Matteo Ricci. Possibile, sostenibile, contendibile. Ma Francesco De Angelis ieri sera ha detto no: spiegando che sono maturi i tempi per lasciare ad altri quell’opportunità. (Leggi qui: Abbruzzese de Roma, De Angelis dice no grazie).

La vanità avrebbe potuto spingerlo ad accettare con una buona dose di egocentrismo e dimostrando d’avere un chiaro culto della propria personalità. Il che sarebbe stato legittimo, considerato il palmares: lui in Europa c’è già stato una volta e la seconda è stato il primo dei non eletti; nel Pd è stato tutto ed oggi ricopre il ruolo di Presidente del Partito Democratico del Lazio. E invece ha avuto la forza e la lucidità di dire no.

Mario Abbruzzese invece ha fatto la scelta opposta. Anche lui ha un palmares di tutto rispetto: consigliere comunale e provinciale, capogruppo provinciale, presidente del Consiglio regionale, presidente del Cosilam… Ma nonostante questo si è lanciato nella campagna elettorale con la prudenza del giovane alla prima sfida che sa di avere le carte per farcela. Sta battendo Comune per Comune il collegio storico, compiendo strategiche operazioni sulla piazza di Roma che è determinante e dove sa muoversi con circospezione. Ha aperto un comitato elettorale a Fiumicino e nei prossimi giorni sarà sulla graticola allo Sheraton dove Francesco Storace lo intervisterà coram populo. (Leggi qui: Abbruzzese de Roma, De Angelis dice no grazie).

La lucidità dell’esperienza.

FLOP

MATTEO PIANTEDOSI

Matteo Piantedosi (Foto Alessia Mastropietro © Imagoeconomica)

Il Giubileo è alle porte e per Roma c’è un pericolo grosso. E finora ignorato bellamente dal Campidoglio. Piccola circostanza ipotetica e sulla quale facciamo gli scongiuri. Poniamo che per il Giubileo Capitolino a Roma arrivino decine, se non centinaia, di migliaia di pellegrini. Poi poniamo che alloggino dovunque e che, come accade spesso a Roma ed in ogni media realtà metropolitana, scoppi un incendio ai piani alti di un qualunque edificio.

Adesso poniamo che quindi si debba chiamare di gran fretta il 115 per far arrivare un’autoscala e salvare vite. Ecco, se questo scenario si disegnasse oggi si sarebbe costretti a mettere in cantiere una possibile tragedia. Questo contando che di autoscale dei Vigili del Fuoco a Roma ce ne sono troppo poche e che Roma è enorme, enorme e caotica su strada.

Ce lo ha insegnato amaramente la morte orribile del medico Ernesto Tafuri, che pochi giorni fa era morto carbonizzato assieme ai suoi quattro gatti. Il 115 era arrivato dopo 23 minuti e l’autoscala era stata inutile. I media spiegano – va chiarito – che “è impossibile stabilire con certezza se un intervento più tempestivo avrebbe potuto salvare la vita del dentista”.

Città Eterna, ed enorme…

Tuttavia affermano anche che “è certo che qualcosa è andato storto”. Su Repubblica ad esempio ha parlato proprio uno degli operatori del 115. Che ha detto: “Tre autoscale hanno avuto guasti e quella del distaccamento Prati è stata spostata in via Genova. E i colleghi sul posto non hanno potuto fare altro che mettersi al lavoro per sfondare la porta ma hanno impiegato circa 20 minuti.

Operative al momento del dramma c’erano solo due autoscale, con una città che per estensione fa un solo boccone di Milano e Palermo assieme. E “fuori dal raccordo” ci sarebbero altre tre autoscale: a Pomezia, a Ostia e a Civitavecchia.

E’ fin troppo evidente che un mezzo camionato che partisse dall’antico porto per raggiungere, chessò, via Palmiro Togliatti o Corso Francia arriverebbe solo a stendere lenzuola su cadaveri, non ad evitare che cadaveri ci siano.

Roberto Gualtieri, il sindaco, sta facendo molto per approntare la “sua” città, ma questa è una falla operativa che va turata subito. Giubileo o meno.

Rimediare, please.

RICCARDO MASTRANGELI

Riccardo Mastrangeli (Foto © Stefano Strani)

Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma se ora dovesse saltare fuori un altro caso sarebbe il terzo e quindi la prova che qualcosa non sta funzionando negli uffici del Comune di Frosinone. Dove nelle ore scorse è stato perso un altro finanziamento dopo quello per la sistemazione del mercato coperto nel centro storico.

Ora salta anche il finanziamento per l’impianto di basket di piazzale Europa. È il secondo caso in due mesi, per un importo totale sfumato di 250mila euro. Ad ufficializzarlo è stato il Bollettino Ufficiale della Regione Lazio. A pagina 711 riporta la Determinazione 27 marzo 2023 con cui si revocano i fondi concessi al Comune di Frosinone 4 anni fa per un totale di 50mila euro e si chiede la restituzione dell’acconto di 10mila euro già liquidato.

Perché li hanno revocati? Dopo avere inviato l’anticipo, la Regione aveva chiesto al Comune di trasmettere il cronoprogramma dei lavori. Ma nei mesi successivi ancora non era arrivato e così la Regione aveva inviato due solleciti senza però ricevere risposta. Così è scattata la clausola che fa decadere il contributo.

Se è una scelta strategica, ci può pure stare. In caso contrario, un caso è un caso, due casi fanno una coincidenza. Sulla quale ora è il caso di verificare. Per evitare di ritrovarsi con la prova definitiva tra le mani.

Ultima chance.