Quanto è seria la situazione del Frosinone? I numeri e l'esperienza inducono a non allarmarsi più di tanto. E nemmeno a fischiare troppo. I problemi ci sono. ma hanno tutti una spiegazione. Sulla quale conviene riflettere.
La classifica non invita a dormire sonni tranquilli. Il Frosinone è appena ai margini della zona playout a braccetto con il Pescara mentre due corazzate come Chievo e Cremonese sono appena più sopra.
In una stagione di cambiamenti nel modo di ragionare sul campo, delle due l’una: si aspetta il famoso ‘tempo tecnico’ necessario a far metabolizzare le modifiche o si è perso… tempo.
Il partito della ‘frenesia’ non porta da nessuna parte. Probabilmente è anche vero che al presidente Maurizio Stirpe non piace mai perdere tempo. Ma la certezza è la sua presenza. Le parole del direttore dell’Area Tecnica, Ernesto Salvini, dopo Perugia hanno ribadito la strategia: e cioè che non c’è nessun programma differente rispetto a quella messo in preventivo all’inizio dell’estate. Per cui il presidente Stirpe le scelte le ha ponderate, soppesate e condivise.
Lo ha fatto oggi come nel passato. E quando ha sbagliato non ha mai addossato responsabilità ad altri. Ha tratto delle conclusioni che sono entrate di diritto nel bagagliaio delle esperienze nel calcio. La scelta di Nesta non è stata un ripiego di nessuno, anche se l’attuale tecnico della Juve Stabia, Fabio Caserta, è stato a lungo sull’uscio prima di ricordare che aveva un prolungamento automatico in casi di promozione col suo Club.
Anche se il primo merito che gli va scritto è che non gli piace certo nascondersi. Adesso però alla sua figura sicuramente importante ed imponente, dovranno sostituirsi i giocatori. Per fare in modo che quel ‘tempo tecnico’ di cui con parole differenti ha parlato Salvini in conferenza stampa (“dobbiamo fare di tutto affinché cambi l’inerzia…”) diventi definitivo e il Frosinone torni a viaggiare alla velocità che gli compete. Proprio in base alle scelte della Proprietà.
La scelta di Nesta, dicevamo, non è caduta là per caso. C’era e c’è fiducia nel lavoro da svolgere da parte dell’ex campione del Mondo. Che, sicuramente ancora poco esperto di panchine in Italia, va sostenuto, supportato e protetto.
MOLTA QUESTIONE DI DETTAGLI E FORTUNA
Una partenza complicata e solo leggermente migliore il Frosinone l’aveva avuta nella stagione 2016-’17: 8 punti in 7 partite, con 2 ko di fila, a Verona e con il Perugia in casa. Oggi sono 5 punti in 6 gare. Sicuramente peggio di allora.
Marino ripartiva da una retrocessione, Nesta da una retrocessione ancora più pesante di allora perché il Frosinone tra l’interregno di Moreno Longo e la stagione di Marco Baroni praticamente mai ha dato l’impressione di poterci stare in serie A. Ma non buttiamo il bambino con l’acqua sporca.
Se una squadra con le difficoltà che sta incontrando il Frosinone fino a questo punto crea almeno quindici palle-gol nitide, colpisce due legni (Paganini col Venezia e Tribuzzi col Cosenza), sbaglia un rigore (Ciano a Chiavari) e tutto questo lo fa in tre partite su sei (con Entella, Venezia e Cosenza) al termine delle quali porta a casa appena due punti, che dire?
Forse è imprecisione, scarso cinismo, poca abitudine a fare gol ma forse di più è sfortuna. E se aggiungi che la partita in cui il Frosinone sbaglia tutto dal 2’ al 95’, a Perugia, gli negano un rigore grande come in casa sul 2-1 per gli avversari, che dire ancora?
Sicuramente che, per quanto espresso sul campo il Frosinone ha meritato di perdere a Perugia come a Pordenone, ma se ti danno il tuo probabilmente ottieni il massimo possibile da una partita pessima. E se la mira, il cinismo, la fortuna più in generale gira un po’ dalla sua parte, la squadra di Nesta oggi non farebbe ancora salti di gioia ma non si parlerebbe di crisi.
SALERNO COME CITTADELLA TRE ANNI FA?
A Salerno come a Cittadella tre anni fa? Anche allora il Frosinone doveva vincere per non mandare all’aria il lavoro che si era programmato con il tecnico Pasquale Marino. Anche allora si passava da un modo di ragionare in mezzo al campo con Stellone, ad un altro. Dalla difesa a 4, palla lunga su Ciofani e gli esterni a schizzare come schegge sulla seconda palla, ad un calcio che partiva dal basso che chiedeva ampiezza. Marino, al netto delle sue pause, è stato l’allenatore che ha portato il record di punti per il Frosinone in serie B, ben 74.
A Cittadella il Frosinone vinse 3-2 e inanellò 10 risultati utili di fila, ottenendo 21 punti. Prima di fermarsi in casa, e qua incrociamo le dita, con la Salernitana (1-3). Perse la A per un gol ma nessuno potè obiettare sulla validità delle scelte del presidente Stirpe e dei suoi collaboratori. Anche sul fatto di tenere la barra a dritta. Ieri come oggi, si spera.
LE ALTRE
C’è sempre una prima volta. Chissà quante volte avranno ripetuto la frase al Trapani. Che alla sesta di campionato, nella trasferta che poteva costare la panchina del tecnico Baldini, fa traballare invece quella del ‘vate’ della promozione dei granata, Italiano, oggi allo Spezia.
Quattro a due per i siciliani in trasferta, alla fine la contestazione dei tifosi liguri ha preso di mira il ds Angelozzi solo perché era allo stadio. «Ma quale progetto triennale, qui si naviga a vista…» è la frase più dolce. Protagonista l’attaccante Pettinari ma a rompere il ghiaccio per i siciliani è Nzola, il raddoppio di Luperini.
Il prologo di questo turno era stato lo 3-0 del Crotone di Stroppa alla sua ex squadra, il Pescara. L’Adriatico ammutolito. Zauri sul banco degli imputati. L’ex Benali incanta. E Pescara si parla già di gennaio, occhi sull’attaccante Moncini che nell’ultima sessione di mercato è stato tenuto dalla Spal dentro l’ampolla sacra. Si è proseguito sabato con la partita di Frosinone e con l’1-0 del Cittadella alla Juve Stabia, gol del solito Diaw, alla 4.a rete stagionale. Caserta per ora non si tocca ma la squadra va in ritiro. Le Vespe a 1 punto sbattono sulla realtà della B.
Il Perugia, battuto il Frosinone, è stato rivoltato come un calzino da Oddo e ne ha prese tre dall’ex Bucchi. Protagonista il baby Frattesi e il bomber Mancuso, uno che i gol li avevi segnati anche la scorsa stagione al Pescara. Ma l’Empoli si è potuto permettere i 5 milioni di cartellino perché 70 erano entrati dalle cessioni. Non proprio due spiccioli. Tra Venezia e Pisaequilibrio confermato, 1-1 con i toscani che non cedono anche in 10 uomini.
Tra i risultati della domenica il pari di Benevento in casa con l’Entella premia i liguri che trovano il gol su palla inattiva a 8’ dal 90’. Quindi il Pordenone che abbatte il tabù che lo vedeva sempre ko fuori casa: 1-1 a Verona col Chievo anche in doppia inferiorità numerica. Infine la Salernitana, prossima avversaria del Frosinone all’Arechi, che per due volte sotto a Livorno ha trovato la forza di impattare e vincere allo scadere.
I PERSONAGGI DELLA SETTIMANA
Questa settimana la ribalta è per gli attaccanti di serie C. Quelli ‘stagionati’ (si passi il termine) che segnano a tutte le latitudini. E un giovane che sgomita per ritagliarsi uno spazio importante ai pieni superiori. Cominciamo quindi dal solito Gigi Castaldo (’82) che mette sempre lo zampino ancora per la sua Casertana.
Proseguiamo per ‘El Diablo’ Granoche (’83), fiuto inossidabile del gol con la Triestina e miglior attaccante straniero nella storia della B con 98 reti. Poi Umberto Eusepi dell’Alessandria (’89), tre gol finora con i ‘grigi’ in vetta al girone A.
E chiudiamo col giovane Volpe (’97), un’altra generazione di punte: ieri il prodotto del vivaio giallazzurro ha bissato la rete realizzata al Catanzaro, aprendo le marcature per il 2-2 con la Vibonese. A proposito di… volpe, ce ne è una vecchia ma sempre affamata, Vantaggiato (’84), ieri in panchina con la Ternana vittoriosa fuori casa.